422 DE F ATTI VE N ETI za di rattenere quelle genti dalTarrederiì,poterono àfermarle,& incorraggirle lo fteffo inimico Capitano.Sputato il Sole del giorno, dedicato all’ A portolo San Tomafo,moireTefercito alTalfalto, tfStJ ec^ inueA ìfario&roente Parma da quattro parti. Cede ogni timore , quando non refla più modo per torne Toccatone, il deiìderio, che que’ di dentro haueano di arrenderli, fi cangiò in altrettanta sforzata intrepidezza. I Soldati, i Paefani,Ie flelfe femmine,tutti corfero indiftintamente alle muraglie-. Furono gli attacchi replicati quattro volte, l’vnodietro all’altro in quattr’hore. Ri-ipinto il primo, Telito felice crebbe a’ difenfori nel fecondo l’ani-Kirinio meglio poi nel terzo, e nel quarto. Finalmente gli af- falitori perduti di fperanza affatto, firitirarono in Codiponte, Perlo che indi più addietro, & il giorno feguente, ripaffato il Pò, fe ne an-d!e°nodRo^ darono à ricongiugnerfi con gli altri in Cremona. zoio. Difpiacque molto à Lautrech la mal fòrtita intraprefa di Par-in a, e per la già conceputa fperanza di facilmente ottenerla,epe’I coraggio, che nehaurebbero riaffuntoin Milano,& in ogni altro luogo i nemici. Più però, che gli fi aumentarono le difficoltàjpiù rinf orzò le fue diligenze, per andar’aggiugnendomilitiealTefer-cito, e ridurlo àfegno, da potere neruoiamente intraprendere. BattendoiI Duca Alfonfo trattanto la Terra di Cento, teneua Ìnrarldi tr^