LIBRO DE CIMO TERZO. accompagnarfi in diitanza di tre foli miglia da Bergomo . Dopo varie o pinioni trà loro efatamente ponderate, hauendo termina* to concordi PImprefa di Lodi, ripagarono immediate l’Adda , e vi il portarono ordinatamente fotto . Eraui dentro Francefco Sforza , il quale preauuertito di quel loro muouimento, non volle per niun modo affettameli ri nchiufo. Vi lafciò alla cura Gio : Et alTedia_ Paolo, fratello di lui naturale,con circa tre mila Fanti Italiani pa- no loìÌT gati,& egli trasferiifi à Brefcia . Battuta , e tormentata i nemici da due parti Lodi, prefentaronle l’ailàIto;ma dopo tre hore di vn Lo sforzt fieriillmo combattimento , furonuifanguinofamente ributtati < ricouenn. Riiolfero allora di tentar d’inilgnorirfene con l’ailèdio . Già vi era dentro dell’efauftezza ; fcarieggiauafi il cibo àfoldati ; ma g-f£to in giormenteaipopolojondenefperaronofàcileil confeguimento . Ad ogni modo ciò ne pur loro ben forti ; Anzi che in vece di sfor- Come anco zare gli aifediati à cedere alla fame , conuennero eill à ettremi di- Va^tds0’ fagi foccombere. Andaua anche loro i viueri mancàdointrodot-tafi nellefercito la pette, nè facea gran ilrage ; così che molti principiarono à sbandarli , & à ritornar per la ttrada de’ Griloni, e Suizzeri alle loro Caie. Difperatoil finalmente Brunfuich di più rnlmtf ben colpire , e mancandogli etiandio il danaio , entrato in gran in Germa-dubbio per l’auara ingordigia di quelle genti di alcun tumulto , c'hV1 Ldj abbandonò l’Imprefa *, sloggiò da Lodi ; nè più penfando manco al bifogno vrgente di Napoli, marchiò verfo il Lago di Como, & F r ìndi ritornò in Germania, feguitato, edincommodatomoltoal- uicbanco-Ia Coda dal Contedi Gaiazzo , e da Mercurio Bua , che, fortitir1* da Bergomo, gli furono veloci dietro, ^ Trauagliaua Lautrech in quello medefimo tempo Napoli Egli per terra, già prefo Pozzuolo > & altri Luoghi circonuicini,Jtì cno' s’eracó l’efercito largamenteeftefo>tenendola tenacemeteangu-iliata;e per mare co le Galee Filippino Doria,entratoui al coma-do in vece di Andrea, non mancaua d’infettar! legni, e d’impedire frequentemente ifouuegni, onde quelle vittuaglie, chedall’-vna, ò dall’altra parte di furto v’entrauano, eran poche, per iòfte-nere di fufficiente alimento così gran Città. In quello itato di co-fe altro non rimaneua da fperar’agli aifediati, fe non che, sbriga- < tofi dalla Lombardia Brunfuich, foife per comparire pretto in lor foccorfo ; Ma quando intefero, che diilìpato in gran parte il di lui efercito ,era partito per (Germania, e ch’era poco lungi 'per arriuar dirimpetto à Napoli l’Armata Venetiana, hauendola già Lautrech chiamata,come già fi diife,dalla Puglia,fi conuocarono à configlio } Don Vgo, il Marchefe del Guatto, e quegli altri Ca- ciia^ -pi maggiori, e deliberarono, tutti di vn parere, di fortirdalPor- ù contri» to, e di aiTalir’, e disfar Filippino Doria, prima, che la detta Ac- d•oS?0' Xxx mata