L I B R O N O N O. }6i difefa de’ Tedefchi , e dell’altre attaccate militie d intorno alle arti glierie ; onde, oltre al beneficio di giugnerui improuiii, ritroua-ron’anco diminuita in gran parte la refiftenza, e la forza. Fatta perciò vna gagliarda, e fubita impreflione, di tal forte andaronft auanzando, ch’entrarono in ifperanza di vincer certo. Ora mentre quella portione dell’efercito Francefe prendeua la piega, e quaii la carica, e ch’era per precipitare in euidente mina tutto il rimanente, foprauuenne in tantovrgente bifogno opportuniflì-mo 1 Aluiano. Trattenendofi egli in Lodi, haueagli fatta il Rè, iiibito attaccata la battaglia,volar la notitia,ed ei fcelti,fenza per-jj^i? * dere vn momento di tempo, da tutto I’efercito ducento Caualli yz»e-s'er3 con erti porto in via, & ordinato alProueditore Contarmi, che lo douefTe fèguitar torto col pieno dell’armi. Arriuato, e ferocemente aitatiti alle fpalle i nemici, che già preualeuano, sfor-zolli à riuoltarfi, e purVn giorno à combattere,più per difenderli, che per offendere. I Francefiallora riprefero tanto più cuore infoprafarli; Ma finì di abbatterli, e di fouuertirli poi il Prouedi - parti degli toreContarmi, chevifopraggiunfecon l’interoefercito, eche Si,;^,n* trouolli già fianchi già diminuiti, e già difordinati, ed in volta. Fuggirono verfo Milano, e tanto fù la loro fuga timida, & inufi- r.nomem-tata, ch’entrati gl’infecutori in vn gran dubbio di qualche arcifi-ciofo mift ero, fi rifolfero di lafciarli andare, tutti però bruttati di * H'M-fangue,e mal conci;. Venne detto,che circa quindecimila rima- ’ netterò fopra il Campo trà agonizanti ,ed eftinti ; e de Francefi, fei mila, trà quali, Monfignor d’Ambuofa, e Chiappino da Piti-gliano,figliuolo del già Conte Nicola Generale. Segnalorti quella battaglia per la maggiore, e la più ardua,in Italia da gran tempo occorfa, non meno pel vailo numero concorfoui decombati tenti,che per quello de morti;per la lunghezza della pugnai per efTerfi fiaccate l’altere Corna à natione,fempre fuperiore in guerra , e difficilmente domata. Fù a' Francefi, che vinfèro, di gran lode il vincere; manonminoreapplauforiceuerono l’armi Vene-tiane, entrateui à tempo di togliere a’ nemici Ja vittoria, e cagionare il loro intero abbattimento. Le confeguenze, che ne deriua-rono poi, più altamente ancora ne innalzarono la gloria; mentre benche entrati gli Suizzeri in Milano,non folo in numero ballante, per difenderlo dentro, ma per fortireancora in Campagna, del iterarono di ritornarfene alle loro Cafe. Per inuentarne alcun pretefto, ricercarono Io Sforza dvn’importibile ; lo ricercarono dell’esborfo di tré paghe, néhauendo potuto egli fodisfirli per la fua impotenza,fé ne andarono per la via di Como. Impie- Kitotnano gò prima Sedunenfe tutta l’efficacia, e l’autorità del fuodire, peralu l*ro • fermarli, ma non è buon mezzo à frenar Vn Popolo tumultua-L^,m Zz rio