6o6 DE FATTI VENETI figliuolo del Rè Carlo. Ora eftinta quella degli Sforzefchi etiam" dio , chefe ri erano impadroniti con la fortuna , e con l’armi di Francefco, ñato il primo Duca di queftaCafa, pretefe fiancheggiata tanto più dalla Giuftitia la fua pretenfione, e infinitamente difprezzato, e offefo, quando fe ne infignoriife l’imperatore . L’occhio primo , chegittò per principal fondamento all’Im-prefa fù, conforme al folito , àqueitoSenato, perdifgiugnerlo MandaMi- da Cefare, e per vnirlo con fe ftelfo in Lega ; onde mandò elpref-r;-/- famenteà VenetiaMonfignore di Buouis , Gentilhuomo della mt'a. 'l fua Camera , e mandouuelo con ampie promeffe , e con efficaci preghiere. Manon potea per niunmcdola República , al fuo defiderioacconfentire. Era freffchiffimo l’inchioitro della con-chiufà confederatione con Celare . Sarebbe venuta , variando ogni giorno, à firficonofcereinftabiledifedej mancante di zeIo,& auidadi lagrime, e di fangaie. Furono, per quello trafpi-rògeneraliirime le fue rifpofte. Grande l'affetto, altifsima la [lima fua verfo la CoronaChrì-rlfpoíVJ! ftianifsima,e fpecialmente la Alae/ìà regnante. Hauerne date lepruo-ue in altri tempi, effendo concorfa fino à tmpoffeffar la Francia con l’armi fue del mede/imo Ducato, di cui allora fi trattaua. Se così fojfe fimile la congiuntura, come l'offeruanz^a, assicurare, che nè meno varie farebbonole rifolutiom,e ì pafsi.Cangiarci cafi le confi itutio-ni, & ad effe conuenire adattar fi} quando gli animi anco a fe mede-fimi ripugnar douejfero. Conuenirfi ilripofo à chi è langui do-}ed à neffu-no più,che alla República fa quale etiadto adagiatale ne rifentìua,nè con minor dolore ella medicauafì allora le rile nate ferite del già fof-ferito inrileuarle. Sanate ^ che foffero, erimefja confidentemente in falute,poter'accertar fi la Aiaefìà Sua, che farebbe3con la ritornata opportunità, effa ritornata ancora la fiata fempre ; ringratiando intanto le cor diali(sime offertele corrifpondendo loro fui [ceratamente col cuore , come bramdrebbe di poter lofar'i?nmediate con verite[ìt-monq di vna douuta gratifsima bencuolenza. Ben comprendendo il Rè da tali forme di rifpofte, che farebbe riufcita inutile,e vana ogni altra replicata inftanza;fi rifolfe di fupplirelui foloàciò, che già vedeua di non poter più fperare frecito congiuntamente con altri. Andò raccogliendo in tutta diligenza vn’efercito di eftrema vaglia, per toft o ipignerlo ad affai ir Milano, e’I Ducato; & ad oggetto di aprirtene più fàcilmente la ftra-S;r da, deliberò di attaccar prima ino Zio Cado, il Duca di Sauoia . la iatiou. Chiamauafi per più cagioni di elfo mal contento . Cognato di Celare , hauealoinpiùoccafioni conolciuto fuo partiale. Non hauea potuto mai conlèguire lareftitutionedi Villa franca , edi Nizza, già impegnate daPrcdeceflori della Maeftà Sua à Prede- ceííori