LIBRO DEC IMO TERZO. w in quei Luoghi le militie Venetiane , fenza però la perfona d^vreuem-Ducad’Vrbino. Sidiuiferoindueparti ; l’vna guidata da Vale-^J^. rio Orfmo, e dal Proueditore Pifani, laltra da Camillo pur’Or- “• iìnoj e da Pietro Pefari ; & in andando s’impoiTelTarono di Ciui-tella, Terra forte di là dal Tronto , e di altre molte in quei me-e** defimi Contorni. ^ ^ «Sfi'r Peruenuto Lautrech nell’Abruzzi , & aggiunteti à lui quelle Luoghi. genti col Marchefe di Saluzzo, e con l’altre Franceti, mandò Pietro Ñauara verfo 1 Aquila, che felicemente occupò > come anche E Latt. fece Io fleifo in pochi giorni di tutto l’Abruzzi medefimo. Pro- ^¡udef cedette [fubito da ciò quella Medicina appunto» che hauea già r,i^' confidata il Pontefice fola bailante,per efpurgar’,e fànar’vna volta Roma da tante oppreilìoni ,emiferie. Giunti gli auuifi delle principiate hoftilità Francefi al Prencipe d’Oranges & al Marchefe del Guaito , che per ancora afftiggeuano quella difertata Città, incontanente deliberarono di trarfi fuori per opporli rifo-folutamente a’ nemici, conuenendo però prima, chevivfcif-fero esborlar loro la Santità Sua dell’altro denaio. Ma fi come iñ Efcom da quella parte del corpo,fiata lugamete infermagli humori cattiui, Zpfmli. chiamati dalla fua rimalla debolezza,corrono di nuolio fàcilmente à moleflarla, così dopo fortiti appena que’ barbari, vi entraro-no,in vece,gli Orfini,feguitati da molti Villani,i quali con ruftica, no gli Orfi-e fiera empietà faccheggiaróno,impofero taglie,e rapirono il più, che poterono da quellerimaitemiferie, ritornando poi alle loro Cafe. Non erano più gli Alemanni, e gli Spagnuoli già vfcitiui, di dodecimila Fanti, edi cinquecento Caualli , ridotti à quello poco numero per la llrage, c’hauea fatta d'effi la pellilenza. Sti-molli ad ogni modo di tal maniera Lautrech , che fi come prima era flato di penfiero di andari dirittura verfo Napoli, così cambiatoti di propofito , prefe il viaggo più lungo della Puglia per la Marina; fecondo però marchiaua tutti que’Luoghi à gara inchi- !£¡Peft nandofi al nome, & allarmi vincitrici fue. vu/ua.' Ma il Pontefice,dopo trattoli di prigione alla libertà;SoIIeuato-fi dalle tiranie de’nemici,e ritornato à Roma flrana edinafpettata cofa, in verojfece fèntire delk lue rifolutioni .Mentre lo attédeua il Mondo giullo vindice di tanti patiti obbrobri;, paruegli di aumentare contra la República , lèmpre Hata fua continua aiutatrl-ce,Ii primi clamori, e le prime fue indolenze. Mandò à Venetia l’Arciuefcouo Sipontino à dimandar la rellitutione di Rauenna, e Ceruia, che per trarle da’ tumulti, come già dicemmo, e perche dei v}paà noncadeflero in mano de’nemici , il Senato, ad efficace inllanza \TrenìtZ di quelle genti, edelIoflelfoNuntio Apoftolico , haueale prefi-tutione dt diate di militie>e d’vn Publico Rapprefentante. Dimoftroifi an- Céruia. Vuu 2 che