724 DE’ FATTI VENETI ' mente nel mezzo. L’vnofù, che, fpintofià Metz, per ricuperar, la , eifèndofi ancor a lui diminuite da’patimenti, e dal freddo le militie, conuenne di colà sloggiare , e ritornar’in Germania i 1’ altro gli occorfe qui in Italia nella Città di Siena. Stanob quel Popolo di continouar’a viuerefotto gliSpagnuoli, ricorfe all’Am-Siena ¿ufi bafciatore Francefe in Roma, & eshibigli di rallignare quella Cit-nbriu. tàall’Infegne Chriftianiilìme, quando gli ricuperafle il Rè la perduta libertà . Sicuro il Miniflro, che ciò farebbe ilato gratiflìmo ad Henrico, accertò i Senefi d’ogni fua prontezza, e portonne alla Maeiià Sua fubito il ragguaglio . Sodisfàttoiene il Rè , com-mife toftoà MoniìgnorediLanfach , Capitano delle iue militie nella Mirandola , che doueiTe concertare co’ medefimi Senefi il fatto . Adempì coftui le fue parti ; Prefentoifi hene armato in vi-j*rramifi ita di Siena; Quei di dentro, prontamente gli mantennero il pro-ìu/onT0' me^° » dentro riceuendolo ; e tutti auuentatifi poi d’intorno agli Spagnuoli, ne fecero eccelfiua ftrage ; gittarono in poluerevna Cittadella, principiata da Don Diego, che miracolofamente fal-uofTì, e con fommo vilipendioitrapazzarono Tarmi,TInfegne,e’l nome di Carlo Imperatore. Riufcitoà lui Suainiòfferibileil difpregio , eia perdita in Italia di queirimportante Città, ordinòà Don Pietro di Toledo, Vice Rè di Napoli, che di già fuanite allora eilendo le appùntate aggreffioni controdi quel Regno dal Rè di Francia,e dal Prenci-pe di Salerno, fi doueife condurre fenza maggiore indugio al rac-quiflodi Siena, & à rifentirfi rigorofamente del torto inferitogli'. Al Duca Cofimo di Firenze nè meno piacendo,che i Francefi fe le annidaifero dentro, fi vnì con lo Iteflb Cefare ; Atnmafsò militie; conferinneil comando à Giacomo de’ Medici, Marchefe di Ma-rìgnano ,e diede parte alla Republica,&agraltri Prenci pi Italiani di queila fua sforzata rifolutione . Hauutofi da Don Pietro 1’ ordine, lo efeguì quanto piùtoilo potè. Raccolfe da’ prefidi; cinque mila foldati à piedi, con molte Compagnie di Caualleria ; ma come s’impadronì facilmente di più Luoghi, non molto forti,non già così potè fare d’altri di maggiore confillenza ; poiché i Senefi, più pertinaci, che mai, vi fpediuano continuamente rinforzi. In tal guifa entrò l’anno nuouo , nel cui principio mancò di vi-fa in Firenze Don Pietro di Toledo . Spirò parimente qui à Ve-dw'do- netia il Doge Donato l’anima à Dio, dopo hauer preilati per iett’ nato. anni nel fublime folio gran faggi delle fue fingolarilfime doti ; Fù fepolto nella Chiefa de’ Padri de’ Serui, e fuui eletto per fuccef-£ «ffìmio- fore, Marc’Antonio T riuifano, di vn’ottima vita, e di demolirne-7Ìntomo ri collumi. Per intorbidare in qualche modo, di fofpetti almeno, Triutfano. ja placida quiete, che continuaua à godere la Republica, vennero