L I B R O Q_ V I N T O, i 79 Declinata di quella maniera in vn punto la forza di quegli Eu~ rù , che haueano foffiati contra la República tanti procellofi au~ uenimenri, parue appunto 5 che, àguifa di vnaceffata tempeila > vicinerò i Veneti agli inulti di vn nuouo apparito Sole da que’ri" coueri, in-cui s’erano fino allora àviua forza fermati rinchiufi* Sortì da Treuigi il Proueditore, Luigi Mocenigo,e fi portò fot-tolaTerra, elaFortezza di Afolo. Eran ambi quelli Luoghi da ottocento Fanti Tedefchi ripartitamente guardati. La Ter- Luigi Mo-r-a ben prello gli fi arrefe, poiché gii habitanti, fianchi di queli"F^* giogo, fi folieuarono, e fugarono i Soldati. Contro alla Rocca,lo’ per effer molto alta, e di affai grolfemuraglie, bifognò piantarli Cannone, da cui, fpalancatefi le breccie, e cimentatiui dalle mi^ litie gli aiTalti, fiar refe finalmente anch’ella ; come fece pure Ba-fciano, prima di attendere prefentatagli la forza. Andato pofcia il Mocenigo à Maroflica,occupò con la medefima felicità la Ter- noi ra, ed’il fuo Cartello infierne , ancorchéqueflo, prima di arren-juiü*0 derfi , fi faceife tormentare vn poco . Similmente nella Patria del Friuli, vfcitoin Campagna il Proueditore Luigi Delfino, coi>v Luigi da Porto i Nobile di Vicenza, prima occupò à patti il Ca* Hello di Vipulzano, giacente nel mezzo trà Goritia, eCormons, epofcia Cormons medefimo. Ma nell’Iflria non fuccedeano cosìprofperiglieuenti. Camminauano vicendeuol mente, borde Veneti, &hor degl'imperiali in fauore, e fempre con flra-.. gi, ed incendi; generali immenfi . Gontinuaua intanto il Pontefice à tirar gran linee contra il Duca Alfonfo, ed il Rè di r rancia. Più che mai afpiraua Giulio ad impofsefsariì di Ferrara, e di Deliba quel Ducato, ed hauendoui già paléiemente incamminate l’ar-mi, non più potea nafeondere l'animo deliberato. Tuttauolta tra Ferra-non trouandofi per anco à fegno di quegli apparecchi,che richie- r‘h deua quella grande Imprefa, fi gittò5per portareil tempo innan-ti fino al fuo già meditato bifogno,à lufingar’& addormentar’il Rè. Incominciò à fingere con Alberto Pio, TAmbafciatore Francefe, vn’ardente brama di amicitia con la Maeilà Sua, e col !/ Duca Alfonfo, &àfpargere femi dolci d’introduttione à qual-Fr