LIBRO D E CIM O S E S T 0: 6U tri ; che l’haueano preferuate nel mezzo all’ingorde fauci di quei barbari. Entrò l’anno millecinquecento, e quaranta con emergenti, e i54o* difpofitionitali . Partì l’Ambafciatore Badouaro per Coftanti-nopoli ; e già partito l’imperatore per Francia, e giunto nel giorno di fei Gennaio in Parigi, fuui dal Ré accolto con quelle grandi maniere, cheadamendueconueniuanlì ; nè furono minorile cefare a dimoiìrationi vicendeuoli eltrinleche d’vna fuiicerata cordialità.1^'' Tempo allora Carneualefco, lì dié di mano allefèlle, ed a'giuochi,come non folfe mai trà loro Hata guerra,ò che haueifèro con-chiuia oramai la pace. Nulla entrauano in quellidifcorli; nulla più penfauano alla facra vnione,e nulla badauano,che laRepubli-ca già fi troualfe l’armi de’ Turchi nelle fue vifcere immerfe. Era Chriftoforo Moro l’Ambafciatore Veneto allora in Parigi ,àcui c^f°ro premeua per proprio zelo, e per gl’incarichi, che teneua dal Se- ^imbafcia-nato , di penetrare nella lìncerità de* penlìeri, e di quelli fpecial-tore ' mente dell’imperatore , d’intorno lo armarli., Maniunacofafo-ilantiofa egli rileuaua. Già fapeualì pur troppo, che non voleua* no l’ArmiSpagnuoIe per quell’anno, fe non contenerli in fempli-cedifefa. Strigneua il tempo, nè maggiori fperanzefcorgeuanlì. Era la Republica certo in guerra* certo folade certo in Coftanti-nopoli con trattati di pace molto contingenti . Sirifolfeil Moro di portarfi finalmente ad ambidue in efprelfa vdienza, e trà le al- si porta in tre cofe fecelì di nuouoin viua maniera intendere fopra il punto ^dien^ più rileuante di ogn’altro ; che non fi farebbe aleutamente mof-fa la Republica , fe non hauelfe veduto anche gl’altri infieme à muouerfi-. Riportò da Cefare in rifpolta. ^ Che vi à s'era efpr e fio dell'ottima fua 'volontà . Che per quell'anno più non potendo feruire il tempo , fe nonper difenderfi , farebbe fiato pronto opportunamente à far lo ; e che già trouauafi in Parigi à ffidfc/a* folo oggetto di riconciliarfi col Rè di Francia,per proceder poi con tutte™ • ieforze con tra Solimano. Degli ltelfi lentimenti, quanto al zelo, ed alJ’alfetto , anco il Rè fi efprelfe ; ma per rifoluere di pace , ò di guerra, egli fi aprì con più libero dilcorfo. Che non era quello, nè tl tempo nè il luogo per trattare di fimi li nego-iij. Che trà le dolcezze di que' baccanali non conuenia mefcolaruì oc- E e cafoni amare ; e che douendo Cefare paffarin Fiandra ; doue allora gouernaua la Reina fua Sorella , e trouauafi ilfratello Ferdinando , fi hauerebbe potuto piantar colà vn Conuento interoper meglio, epiù breuamente deliberar fi, e rifoluere. Quelle riportate oblique, ed inconcludenti rifpolte di Cefare, e del Rè , finirono di confolar’il Senato della fua già deliberata . Rrrr rifo-