517 MDXXI, GENNAIO. 518 dili dii He; per il che questi fanno processi per tuorli etiam bona summa di danari a dille terre. Avisa aver parlato con quel suo amico zenoese. Li ha ditto non è da dubitar le cose di Zenoa più, perchè questi è sta scoperti. Poi il marchese di Pescara è amalato, sichè nulla polrano far. La zoslra si dovea far, è sta rimessa a Domenica 8 zorni per aspelar la illustrissima duchessa di Bari, vien di Roma. Et altre partieularità scrive ut in litteris. Da Milan, di sier Alvise Marin secretarlo, di 27. Come ozi, in chiesia di san Francesco, lo illu- • strissimo Lutrech dete l’insegna di san Micbiel a nome dii re Cristianissimo al signor Lodovico di Bozolo, e parlando lui Secretano con dito Lutrech disse: « Questo signor è homo da ben e de primi de Italia, e il Re lo ama molto ». Scrive à di Zenoa, che lo episcopo di Vintimiglia era venuto lì propinquo per mutar stato in questa cita; ma essendo sta scoperto, è ritorna a Bologna. Scrive, parlando ozi con Lutrech, li dimandò di falconi sacri, merave-312* gliandose stavano tanto a venir, dicendo quel Mi-chiel Fusla che ave il cargo servirà mal la Signoria, torà li boni per lui, e dimandò se la Signoria ne manderia a lui. Rispose esso Secretano che la Signoria havia a dispensar molti, pur credeva parteciparla con sua signoria, unde disse: « Sto con questa speranza; che mi haria fornito di quelli andò in Franza che ne comprai solum G ». Scrive mandar letera di Franza, et Lutrech averli ditto aver aviso di Franza che ’I Governador nostro et domino Andrea Gritti debano venir a Milan a consultar, et questo è il tempo. Però scrivi a la Signoria. Et compito di lezer ditte letere, e tolto prima il scurtinio di un Savio a Terra ferma in luogo di sier Piero Trun non è intrado al tempo, sier Zuan Moro venuto Capitano di le galie bastarde vene in Prega-di et andò a referir, e disse quello referì in Colegio, e di più laudando armar più presto galle bastardele che bastarde per le raxon che ’1 disse. Item, le galìe porti in loco dii canon una bombarda, trazi piera di L. 300, farà mior frutto; ma si manda pochi bombardieri ; voria do balestrieri fusse solo il bombar-dier. Disse le galìe di Candia non ha artelaria, solum una bombardela over canon picolo e uno solo bom-bardier. Disse aver visto le monition di Napoli di Romania è assa’ artilarie, ma mal tenute. Voria de lì si facesse biscoti per l’armata, saria menor spesa di la Signoria. Laudò questa terra, da tre bande e da mar e da terra con pocho si fortificaria. Laudò sier Francesco Barbaro stato capitano de lì, fe’ inzochar certe artelarie ma non tulle. Laudò molto le forlilì- chation di Famagosla e le opere havia falò sier Vi-cenzo Capello capitano de lì, etiam questo Capitano sier Bortolo da Mosto. Laudò la fortification dii borgo di Candia, e il Provedador zeneral e il Capitano e quel domino Gabriel da Marlinengo. Laudò il far di quelle ordinanze; de lì se ne faria 10 milia, cosa mollo degna. Laudò la fortification di Corfù e si attendi a compirla. Laudò la parte nova di lo armar come si fa le galìe; è ben in ordine adesso. Laudò lenir le galìe a la guarda di Cao Malio e Sio, et tre vadi da una parte et 3 da l’altra. Disse il suo andar a Famagosta con le galìe in zorni 13 da Corfù, e che fu di gran conforto a quelli populi. Laudò li so- racomiti sier Nicolò Zorzi et sier......il primo anno, poi sier Piero Gradenigo, sier Michiel Barba- 313 rigo, sier Zuan Antonio Tajapiera et sier Nicolò Su-nudo stati questo anno meritano la gratia di la Signoria nostra. Laudò li so armiragi et cornili et Ili-ronimo Alberto suo secretano, qual era lì presente : è stalo 20 mexi inanello tre dì. Hor venuto zoso, sier Luca Trun vicedoxe li dete lodo, e volendo laudar la sua opinion di armar bastardele e non bastarde e dicendo le raxon, il Consejo mormorò molto, adeo fe’ susuro, e lui compì recomandando esso Capitanio, dandoli di la magnificentia. Fu poi balotà il Savio di Terra ferma, et rimase sier Marin da Molin, qual chiamato andò a sentar. Fu fato etiam uno Savio sora le Aque in luogo di sier Gasparo Malipiero che compie : tolto solum 3 perchè sier Piero Trun, fo podestà a Brexa, non si potè provar per aver possession in Meslrina, et fo refato dillo sier Gasparo Malipiero di tutto il Consejo, e cussi lui voleva. Fu leto una suplicalìon di le monache di santa Maria Mater Domini di Verona, haveano il mona-sterio fuora di la porla di san Zorzi, è slà ruinato per far la spianala, e le piere operale in le mure, dimanda exemplion di le sue intrate. Et leto la risposta di sier Lunardo Emo podestà et sier Francesco da Pe-xaro capitano di Verona, consejono si fazi. Fu posto, per li Consieri, Cui di XL e Savii, farli dar ogni anno da la Camera ducali 10 a l’anno a ditte monache per elemosina, et fu presa. Ave 159 di si, 14 di no. Fu posto, per li Savii dii Consejo e Terra ferma, una letera a l’Orator nostro in Spagna, in risposta di soe : come quelli è contenti che li noncii vengano di là a tratar le diferentie e con la provision di 20 milia ducati; etiam di aver scrito a Napoli mandino le petizion dii nostro Secretario è lì e tutte le scritture, la qual cossa ne piase mollo perchè si ultimerà