474 DE FATTI VENETI tepOjche serano auanzate le cofe à più it rignente bisogno ancora. Trouarono,che Fracefco Sforza,più che mai aifediato da gli Spa-gnuoli nel Cartello di Milano , era in procinto di renderfi loro perneceflìtà divittuaglie ; e che all'incontro s’era dato nella Città il Popolo più volte allarmi contra lemilitie per le¡angarie , e reftoriìoni,che infofferibili conuenia patire ; Cofe amentlue; che, Toteriai fe bene tràfe fteife di contraria qualità , l’vna facendo temere, 1’ altra fperare , confpirauano pero egualmente à follecitarui pre-Francta, Je rifolutioni. Mandò pertanto il Senato al Segretario Rof-fo la facoltà di trattar’, e di /tabilir la Lega col Ré di Franti aGaf- ciaconqueU’irterteconditionijchegià iìfonoeftefamentedi fopra SSin- abbozzate . Scrirte in Inghilterra àGafparo Spinelli, colà pure bbiiterra. Segretario fuo, e che perla morte occorfaui dell’Ambafciatore Connetti- ^rio fuppliua per allora alle publichefacendeaccioche eccitafTe ** ilue^ ^ fimilmete à muouerfije partecipò il tutto all’ Ambafcia-tore à Roma,perche ftimolaife il Pontefice alle fteife fpeditioni,& ordini. Trouò lAmbafciatore ne’fuoì primi offici; in Clemente qualche alteratione dal fuo primo defiderio . Ad ogni modo ne poiteriori ragionamenti così al viuo fecegli vedere la neceifità di v l/dlfa. vn rifoluto, e prefto rimedio per la comune libertà languente,che Iodifpofe à mandar’in Francia , in luogo del Vettori, ch’era già DìV ^ g mancato di vita, altro foggetto d’ingegno, con autoritàri nego-tiar, e di conchiudere, Auuifato Cefàre di tutti queftipenfieri, e maneggi, procurò con tutto il potere d’intorbidarli. Inuiòef-uti. preffamenteà Roma Don Vgo di Moneada , perche ne difto-glieííe foauemente il Papa, e tentò anco la República con fue lettere^ col mezzo dell’ Ambafciatore fuo, qui Reildente. Ma non corrifpondendoalle amicheuoh efpreffioni di Carlo j’armi Spa-cf'tto. gmiQie, che circondauano per anco il Cartello di Milano, e tenea-no duramente affediato in eifo Francefco Sforza, perciò le rif-pofte, che faceuaniì, erano ben fi propenfe,ma con la conditione però , che la Maeità Sua il compiaceffe di comprouare in fatti quel zelo , che veniua da’fuoi Miniftri cotanto appieno rappre-ientato, e promefTo. Tal*era la coftanza, tali deliberate rifolutio-ni del Papa, e del Senato à fàuore della Francia, quando il Rè, più Mutax» tenutoui diogn’altro, cominciò con gran marauiglia à difeordare ÌrJuLi apertamente dalle fue prime intentioni . Suole il defìderio tanto trafportarfiàfupporrefacili anche le cofe imponibili, ch’entrò in vna vana fperanza di render fodisfatto Cefare, fenza, confinargli la Borgogna; Conditione principale , e la piùltimata nell’accordato ;perfuadendofi di vincerlo con due mezzi; l’vno con la forza dell’oro; l’altro con la gelofia dell’vn ione con Roma, e Venetia. Cominciò dunque appreffo alli Miniftri dellVna.e del- r