178 DE’ FATTI VENETI Miihie la lontananza delDuca dal ino dominio. Vi fpinfe dentro le fùe Ibenlf1 rniJitiein gran corpo, le quali non trouando refiftenza, s’impa-Ìiccorefe ^ron^rono *n momenti di molti Luoghi, e pofero in vngran ter-. rendivi ii rore Ferrara i fletta. Auuifato Alfonfo di tali perdite,edi tali in-, cendij, fu sforzato dipenfare anch’egli à fe medefìmo. Sitolie immediate dallefercito con tutte le militie, che egli vi tenea, e con alcune CompagnieFranceii, chefomminiflrogli Ciamonte, e marchiò in gran fretta alla preferuatione delfuo proprio Stato inuafo. Anault,e gli altri Capitani Tedefchi,infifleanoviua-mente in tanto appretto Io fletto Ciamonte, accioche fi conten-tafse di auuentarfi oramai coi pieno di tutte le forze contra la Città di Treuigi;adducendo per rinforzo delle Ipr premure , che fenza queU’importantifsimo acquiflo, poco, ò nulla contanti difpendij,etrauagli poteuafì dire guadagnato, già che conofciu-tafi Padoua inefpugnabile>ccnueniuafi lafciarla illefa. Ma il Capitano Francefeno così facilmente muoueuafi ad efaudirli .Scor-geua duro, e pericolofo Pacquiflo, anche di Treuigi, e lo azardar-ui fottovna tanta gente delfuo Rè, nonritrouaua conferente, per gfaltri molti intereisi in Italia della Maeflà Sua.Cercaua per ciò di portare innanzi,e di contentare iTedefchi, di parole alme* n o. Flora efcufauafi con le fortezze , e le genti, che prefidiauano validamente Treuigi. Hora adduceuala penuria eflrema de’ vi-v.eri,che patiua queU’incomodato,angufliato ,e fèmpre impedito efercito dalia Caualleria leggiera di Padoua ; & hora, non ri-fparmiandola, nè anco à Mafsimiliano iif etto, accufaualò princi-pal cagione d’ogni remora., e difficoltà, non mai vedutofi a comparire in Italia, come già nella fua partenza hauea collantemente promefso. Ma in mentre, che i nemici vanno trà loro di quella maniera alterando, e protrahendo, ecco fopraggiugnereà Ciamonte vn*s e/preifo comandamento del Ré,che^afciate agl’Alemanni quattrocento lande Franceii mille cinquecento Fanti SpagnuoIi,già fermati al foldo della Maeilà Sua; e le militie in Legnago enfienti,doueise immantenente trasferirli con tutto il reilo in Milano, perle gelofìe, checrefceano giornalmente degli Suizzeri contra, Ciamonte t quel Ducato. Ì/Sf'llH Obbedì Ciamonte fenza maggiore indugio lordine reale. La-. la ¡mi fetori addietro il numero delle militie prefitto, & egli fe ne andò 1,0 con le rimanenti. Quella fegregatione de’ Franceii molto mitigò negli Alemanni i tumidi peniieri. Col mancato potere man-e u Tedefr carono d’animofità^è vededo,come più intraprendere foli quel-chaLm- lo, cheanco accompagnati non erano flati ballanti, pattarono quieti, e mortificati à Lonigo. De'