4*4 DE FATTI VENETI fi , e già facea, che il Datario, eiìftente per anco appretto à lui, nè ltrignette efficacemente il maneggio. Moftraua etiandio,ò perche iinceramente così bramatte,ò per meglio nafcondere La fua più] vera intenderne, di procurar’iniìeme la pace trà Cefare, & il Rè me-defimo , colChriftianoimpuIfo di muouere i Prencipi contrai progreiTi,più che mai formidabili, del Gran Turco Solimano. A tali agitationi della Santità di Clemente , fopraggiunfe per maggiormente atterirlo vna iìcura notitia,fempre da lui dubitata,che nonfoloafpirafleìlRèà ri nueftiriì dello Stato di Milano, ma pa-liieanche rimente à, iniìgnoririì del Regno di Napoli . Hauea laMaeftà MlUppàn. $ua o jà desinato à quell’Imprefa Giouanni Stuardo , Scozzefe, Duca di Albania,conducentoLande,feicentoCauallileggieri, e qua tramila Fanti,tolti dal corpo di tutto Fefercito - Hauea commetto àRenzodaCeri, che montafse con altre genti fopral’Ar-mata, per calar a vniruifi ; e per più accrelcereforze all’attentato, e per più ancora intimorire la Beatitudine Sua, fece, che Alberto, ContediCarpi, cherifiedeuale appretto Ambafciatore,iaricer-catte à permettergli di attoldar genti in Terra di Roma, & à concedergli libero il patto per lo Stato della Chiefi. Circondato , e coftretto dunque di tal maniera Clemente, non più potè differire - nledì ^ r^°^uer^ • Condefceie all’accordo,& allVnione col Rè diFran-r- cia;ferbò luogo alla Republica, per entrarui anch’ella, e commu-1,1 * nicolle il tutto col figillo per allora della maggior fegretezza . Trai pirato ^nondimeno di queito conchiufo maneggio qualche indicio allo Sforza, ed al Vice Rè, mandarono àVenetia, Carlo d’Aragon ad eiagerareillorobifogno, &àdire . Chedouejfeora mai il Senato commettere alle fue militie di andar'à congiugner(ì con imperil'armi Cefareein conformità degli accordi. Dall’altro canto, nien-te meno premendo al Rè di condurre la Republica nella rifolu-£ de Fun-tione , già dal Papa deliberata , inuiò qui anch’egli Girolamo de’ "' Zi; à farle efprimere. La frefea conchiufa amicitia \ L'ottima corrifpondenza ; Ifinceri affetti } Le rvnite fumerai e ¡mprefè ; La fua feguita compar fa in Italia con potente efercito-, Il r ac qui ¡io di Milano, già ottenutoj La certa fperanza di far il medefimo di Pauia, e del rimanente; perciò attendere dalla bontà della Republica quell'iflefso zelo, c’haueà già ' pale fato HPontefice^feco accompagnando fi per l’vniuerfal fallite. Officiaua così queIRè,così gli Imperiali officiauano ,e così non cettaua il Papa di rinforzare al Senato gli fuoi offici; > perche non iìvedetteroRoma,e Venetia trà loro àdifgiugnerfi, ed à precipi-taruinel mezzo la libertà . Se mai quefti Padri fudarono la fronte, ora lo fecero trà difeordati pareri à lungo . Chi abborriua di fepararfida Cefare, dicea così. Non