L E T T O R I Mtfera cofa lo fcriuer e. Ver quelli, che non leggono, Juperßuo in tutto. Ver gli troppo intelligenti, pericolo/o di fot ti li affetti. Vna con fußtone agli altri di ofcuripenjieri. Semino à ciò di abbondante pruoua tutti li più celebri, e famo fi tutori, che prima di fodif . _ j. far'all'vnitierfal del Mondo, hanno conuenuto vfcir-iii. Orio, che più poffo fperar di me, prendendo ardire di publicar nuouamente le mie eßreme debolez^z^e, più imperfette, quanto pùvo-umino[amente ampliate, e ne meno degne di riceuer fpirito alcuno ai compatimento dalla morte ? Difendermi non gioua, mentre fe ben'è mota la rifolutione, f/'« ogni modo volontaria, e mentre nullaval-Je, ma pr imo già Vublicato Volume, «?/ accufafsi da me ßef- Jo y pure fi e dilettato qualcheduno di accufare fi medefìmo cieco ,più toj o , che non replicarmi lui le ßeße da me preuenute , e giußificate accuje. Non veggio per tanto baß ante a difendermi t e /aluarmi, che * r a °f^U^n V, *;reiott 5 benigno Lettore, à veder e, e rincontrare que-g tjiefei rtjlefsi, e fin fi, che pure allora ti feri fisi, e ti anneri ij, che rni tronerai oppoßo da me prima di venire oppofio, e pienamente di-jefo prima d ejfere lividamente incolpato. Dee chi lecce giudicar tin-traprefo ajjunto da^ coluti che ferine, altrimenti il fuo giudicare è fuori del gtudicio. L opporre à quella, ò à quel?altra frafe è vno pretender , che fi habbia à fcriuer e con l'altrui non conti proprio fuo piacere. Mentre, à guifa delle humane Idee, infinite maniere, vene J°no> anche infinitivi fi ricercar ebbono i Volumi, ne ancor baßer iano, Y er far pojsibile vn impofitbile di fodisfar*al genio, ed alla pafsione i utn. Legganfi tutte le più in fieni, e peregrine Hìftorie, che effen- o ne le forme del dire tutte differenti, dunque, ò non v'è frafe obligat a. , o nmno haurebhe fcritto bene, quando però l'vniuerfale ricontami-