LIBRO Q_V I N T O. 173 che doueuano dalla Germania pallare i Monti, quanto per ogn* altro ioprauueniente bifogno. Partitili dunque il legúeme gior-no,andarono à pofare fopra la Brenta, per fianco de’ Montai ungi da Vicenza dieci miglia, e dal luogo della Scala, venticinque, fempre pizzicati però alla Coda dalla Caualleria leggiera di Pi -doua . Colà giunti, fi feparò dagli altri l’Anault con le fue mili- Tedefchi $' tie Tedefche, e con alcune lancie Francefi, e s’incamminò verfo la difegnata aggrelfione ; Mà trà quegli alpeltri liti inoltrandoli, tra l.i Scagli furono così ferocemente combattuti, ed oppoiti dagli habí-u Cantigli accelfi, che alla fine fi trono necellìtato à ritornare difpe-ratamente indietro, fenza fuperare da quel canto, che Calte! nuouo, il quale fubito diede alle fiamme . Riunitoli poi di nuouoco’Francefi,perfiftendo pur’ancora nel penfierodialfa-lir la Scala, fù rinforzato con altre genti da Ciamonte, ed intra-preíavna lirada, differente dalla prima, lafciò Bafciano indif-parte» e fi tenne più in giù per la via di Feltre. Trouandofi allora quella Città vnamifera reliquia de’paifatiincendi;, edinconferenza poco, ò nulla cuftodita , facilmente le ne impadronì, facendola fimilmente ardere; Belluno impaurito/i, gli fi ar-refeà patti ,e così egli vittorioio proièguendo, giunfe, e fipre-ientò finalmente alla Scala Appoilatele contro le artiglierie > esBeliltnj • cominciato furiofaméte àberfagliarla, gli tolfe vn’accidente,che dentro per cattiua forte auuenne,roccafione di maggiormente uagliarui le muraglie. Andò vn tiro fortuitamente à colpire, & vccidere il Gouernator del Luogo, per lo che rimailo il prefi-dio fenza Capo, perde il coraggio,e fi arrefe anch’egli volontario col folit o patto delle vite falue. Or’allontanatifi in quella guifa da Padoua li nemici, e ridottili tutti in vn corpo nel Friuli, crebbe infinitamente al Senato lage-lolìa di Treuigi, e l’auuedutezza,per accorrere al pericolo - Ordinò al Gritti, che doueffe fpingerui fenza indugio ducento Caual-li leggieri, con altri cinquecento Fanti, e commife à Giouanni Diedo, ancor’eflo in Padoua,e di vn accreditata efperienza nell’ armi, di paffarui, in qualità di Proueditore , con la detta gente ; di accompagnarfi quiuicon LuigiMocenigo , & vnitamenteaiiì- Gto: Diedo ilere alla preferuationedi quell’importante Città.Riceuuto l’or-dine il Diedo, non riftrinfe nella fola obbedienza il merito; parte, «fc*. che fi conuiene comunemente ad ogn’vno . Oltre ¿’liavita , volendo meritare etiandìo con le follanze, rinunciò à qualunque stipendio, epiacqueglidiieruireincarica conia propria boria.. Cosi trouandofi la República da tante parti, e da tanti nemici attorniata , in mancanza di forze eièrcitaua il feno, già che era ridotta à conditione , che nè anco Toro iteffo, il quale d’or- di-