IO DE FATTI VENETI repliche l tifitifhe-uoh dell’ sìmbafaa* tore. Esbibitìo-ne del Pa pa per ag-giuflamtn-to. fofse reciproca l'obligat ione, di non poter fi confederare con altro Prencipe, fendala notitia, e /’acconfentimento del Collegato Compagno ^ nondimeno a fsicurauafi la República, che dall’affetto ßnce-rifsimo del Re, ncnpotea prouenire rifòlutione, che indirizzata al bene vniuerfale, e principalmente di fe ßefsa, per le pruone, che haue a preß ate in ogni tempo àquellaCorona di vna perfettacofian-ttfsima amicitia , e beneuolenza. Comprefe il Lafcari la foftanza di quefto vltimo accennato punto> ò rimprouero , che foiTe, e volendo fchermirfene alla meglio, replicò in fuccinto. Che ßando nella conchiufa Alleanza trà la Maefià Sua, e quella ai Mafsimiliano, vn tempo prefcrittoß di quattro me fi, per entrami °^nt altro Prencipe, che fofse ßatoin piacere della Francia, perciò la República non poteva ) che accertarß, e confolarß di vn ottima , e ßncera volontà - Rimafe così il negotio fofpefo, e così rimafero gli animi de’ Senatori fra flrignenti, e contaminati dubbi;. Ma il Pontefice , che per le già tirate, e già {coperte linee , non più potea nafcondere li fuoi conati difegni j forfè non ancora trouandofi ridotto à quelTintero termine, ch’ei bramaua , per metterli perfettamente in efecutione, pensò di adombrarne di nuouo la chiarezza con altro inuentato artificio. Haueua dianzi ottenuto, che douendo Guido Vbaldo, Du* ca di Vrbino, mancare fenza difcendenza, addottaife Francef-co Maria della Rouere , il quale veniua ad eifere , per fratel- lo , e per forella egualmente Nipote deli’vno , e .dell’altro ; ed hauea fatto , che il facro Collegio de’Cardinali ne confermaife l’addottatione, con motiuo veramente al Mondo di gran mara-uiglia^che,mentre negaua alla República di lafciarle in folo Feudo due fole Terre, da lei attualmente pofTèdute,fàceife folenne-. mente ratificare da’Cardinali la fucceifione nella fuá Cafa della Rouere di vn Ducato intero . Ora il ilio nuouo difegno incamminò intalguifa. S’era già impoffeifato d imoia, Forlì, e Cefena, dache fermò prigione in Caftel Sant’Angelo Cefare Borgia, il quale poi fuggito, & andato in Ifpagna, hauea già in quelle guerre terminati gl’vltimi fuoi giorni infami. Mancauagli d’infignorirfi di que’ Contadi, e di alcuni altri Caftelli, alla República fòggetti ; e venutogli defìderio di eflì ancora, fece dal Duca medefimo di Vrbino, ch’era allora in Roma, proporre al Giuftiniani Am-bafciatqre, che fefifoffeil Senato compiaciuto di rilafciarli alla Chiefa , all’incontro gli haurebbe ceduta ogni pretensone Ec-cleiiafticafopra le duecontefe Terre, per non ^nuouerneinak cun