134 DE’FATTI VENETI ¿tlemannì fi compiacquero ancora, che cento venti Caualli Pontifici; s’in-■m trcm». diri^zaifero verfo il Ferrarefe. Dato luogo i Tedefchi ¡da Vicenza, vi entrarono iProueditori, e i Capi Veneti, con vna fola E ir'entra- portione però di efercito,affine di nò arrifehiare alFim peto vora- 1 VcM: ce di tutte le militie quella prediletta Città. Fù opinione di qualcheduno , che fe i Veneti,dapo prefa così felicemente, e con tanto nome Vicenza, fi auuiauano à Verona fenza darle maggior tempo di fortificarfi, haurebbero potuto anch’effa facilmente vincere . I Capitani non però fè la Scordarono ; ma trouatala nelle lor coniulte inuolta tra grauifìime difficoltà, deliberarono per allocò •?«>£. ra di fofpenderla, e piegare in tanto iopra la Terra dì Monta-Maiali gnana » che haueua il Cardinal d’Ette in que’ giorni furtiuamen-te occupata. Con l’auuifo lieto, che portarono al Senato della racquittata Vicenza, gli cofiderarono per tanto anche il loro deliberato penfiero. Ma non poterono adattarfì volentieri quettì generofi Padri, dopo prefa Vicenza, à così picciola rifolutione* Superata vn’Imprefa infigne, fempre s’impenna più ad alto fo-pra Tali dVn’innalzata fortuna il defiderio. Rifpofero à Capi, che vna grande opportunità offerita,doueafi corrifponderecon egual configlio r per lo che lafciaffero in difparte tutte laltre, e tommette fi appigliaffero fubito all’lmprefa di Verona, non folamente per timbra le preaccennate ragioni ; ma perche intendeuafi non battameli mona, mente allora prefìdiata,e potette anch’ella,come Vicenza, nodri-re vnafimile auuerfionealPrencipeftraniero,enuouo,edaItret-tanto eiferebramofa di ritornare in grembo alla fuaRepublica. fràvtcen- per allettar’anco quei Popoli con munificente efempio, fi allargò la mano à rimunerare del manifeftato ottequio Vicenza mede firn a . Se le confìrmarono ampiamente gli antichi fuoi priuile-gi. Efentoflì la Città, e’1 Contado da ogni impofitione per anni cinque venturi. Si prorogò à debitori vn lungo tempo à pagamenti . Fra i priuati,fegnaìatamente fi accrebbe al Conte Luigi Portò, di riguardeuole Famiglia, il numero di altrettanti Caualli Leggieri alla di lui Compagnia ; Né contentandofi il Senato di retribuire folamente il merito di chi fe lo haueua rimarcato con le ioftanze»e col fangue, volle confolar’ancoquegli fletti Vaf-falli,c’haueanobruttate le loro mani fotto le nemiche Infegne* Richiamò con indulgente perdono tutti quelli d’etti, che nel termine di giorni quindici, gli fi foffero reftituiti in feno. Tjefemto Con tali bene ordinate difpofitioni partì Pefercito Veneto da *¡¡¡¡51* Vicenza. Giunto alla metà del cammino,doue giace la Terra di Soaue, àpié del Monte, fe ne impadronì, e fermati i Capii loro alloggiamenti, mandarono il Proueditore, Gio: Paolo Grade-nigo con la Leggiera Caualleria alla vitta di Verona, perdami oruo- K9—