144 DE’ FATTI VENETI gìera Catialleria il Gradenigo,fcorfe, depredò,confufèiI tutto d‘ intorno. Così procedeano fino à queito légno farmi Venete con-ÌSeiIdT tra il Duca di Ferrara, e parea quafi, che vi arridelfe la Sorte, e wohpap quali che non vi foife più occafione di temere de’eia principiati fatnfejian. • 1- A X r ' r ■ do u Fer~ pencoli. Ma tanto li può prometter iicurezza in guerra, quan-Van’fe' to calma in vn mar tranquillo. Già per quelle moiTe, e per li danni maggiori ioprallanti al Duca, cominciarono à fufcitarli gli fpiriti de*confederati di Alfonfo.Fece il Pontefice,che andaffe incontanente à Ferrara, con molte Compagnie di Caualli, il li'li°pedfu Conte Lodouico dalla Mirandola. Da Verona, e da Brefcia > le militiem rnilitie Imperiali, Francefi, e Italiane in graffo numero vi E tra-Tuh. 0 sferirono ancor effe, cofi che fchieratefì tutte quelle genti, fi tro-nlplffano uarono afcendere à dodeci mila trà Caualli, e Fanti. Con daverona ]e quali, il Cardinal’Hippolito , & il Mirandolefe , partiti * ’ '' ! da Ferrara, fi conduifero all’argine del Pò, doue fe ne liaua la Veneta Armata vicina ; Attaccaronui dinuouo l’eretto Forte* eMoHEw mafuron effi parimente, cornei primi, valorofamente rifpinti, te, e ^ifen reilandoui ferito da gran palla di ferro il Mirandolefe. Ora il Duca Alfonfo, vedendo , che gli efperimenti con-tra il Forte vanamente , econfuogran danno riufciuano,e chef Armata noflra fotto quel calore tratteneuafiillefa, econ-tinuauainfeftairìfolfècon la peritia dell’arte, e con Io flato delle r cofe, di girare le tauole del giuoco altroue . Fece incomin-frincipia■ ciare la fabbrica anch’egli di vn gran Baftionefopra l’argine, due lfdAtfen- miglia di fotto alla Polefella, & afpirò con elfo à chiuderui > & à f°- rinferraruil’Armata di fopra, onde ritirandofi all’ingiù, conue-niffe neceffariaméte paifar fotto le Cannonate del Baftione iftef-fo, e reftalfe in vn crudele berfaglio ineuitabilmente fommerfà, e prefa. Peruenuto l’auuifo à Venetia di quella principiata nemica co-flruttione,netemètrauagliofamenteiI Senato. Non li poteua impedirla, poiché il Gradenigo, con le fole militie, c’hauea fe-ver curii co>non ^ trouaua ballante di farlo contra l’efercito auuerfario y Senato fe che afsilleua, e che porgeua vna forte mano alla fabbrica. Rin-forzare u Qradenigo con le genti deirArmata,meno conueniua-fì, e per non isfornirla, & indebolirla, e perche nè meno con eife fi potea comporre vn numero proportionato, per affrontarli ai nemici. Stare anco ella fpettatrice quiui della conflruttion del Forte, attendendo vilmente d efferui rinchiufa,come in vna Carcere, nè anche ciò pareua, che tollerare fi doueffe perneifun rifpetto; efe pure fi hauelfe potuto fperare , non tanto difficile, nè difaffrofo, per la validità de’ legni, e per la correntia veloce del fiume, Io trapaliate, occorrendo, in ogni modoall’in- giù