LIBRO SECONDO. 81 manco nemico, e manco implacabile Mafllmiliano. Richiamarono à Venetia dal Viaggio,e dall’ Ambafceria il Giulliniani,ed egli fubito obbedendo, ritornofsene alla Patria ; ritorno fegnala-to il iiio,da;cui ben chiaro fi com prelè,e fi cóprende,quanto anche ^ F in ciò s’habbia fatto conofcere ripieno d’vn maligno affetto quel- St l’iiteifo Autore , che ardì inuentatamente di fcriuere?e rapprefen- ^Snt9 tare al Mondo; che no folo andaife f Anibafciatore à Maffimilia-no;ma che gli parlaife con oratione cotanto abietta,proftraita,e vile,da non figurarli vera,nè potàbile,quali in vn Priuato,non che x invn Prencipe grande, com’era Venetia, fempre Hata fra tanti altri dibattimenti, &auuerfitàdi fortuna, collante,ìnfleiTibile,e magnanima • Erale accaduto, è vero, di eifere in vn graue conflitto depreifa, ed haueua più Città perdute; Manongiàtroua-wafi cotanto disfatta, chefolfecollretta à fpogliarfi neceifaria-mente del Prencipato, & ad efprimerfi con le forme infelici,e mi-ferabili da colui introdotte. Se il Rè di Francia haueale rotta portiere deIPefercito,ciò non già l’era fucceduto,perche foífe flato il iuo, nel fuo corpo intero, inferiore à quello del nemico, nè di mimerò , nè di qualità. Non fù per altro,che per gli accidenti, che fempre foprailano à tutti in guerra,e per la difunione principalmente de’Capi. Non haueua la República, con le genti perdute, perduti gli erari;, per non poterne ammaliar dell’altre. Quando anche le folfe toccato di perdere tutto l’imperio di Terra fer- ^ ma, le rimaneano le Armate Nauali, torti >e poderofe, comandate da fuoi fedeli, & efperimentati Patriti;, ì quali nulla tememmo, né la Francefe , nè la Spagnuola , benche foifero già vfeite in mare potenti, e numerofe anch’elle . Tante Città, tanto Dominio marittimo da quello fuo primo feno dell’Adria fino quali agli vltimi confini del Mediterraneo ; Che volgeuafi nell’Arcipelago, e nelPEgeo j Che fi coronaua di due gran Regni, e di più Prouincie; Che cuftodiua Vitalia, da Barbari ; Che piantaua fertili radici in gran parte dell’Europa ; E come fi potè mai credere, che vna tanta, & ampia República, deformatafi in vn punto da quella reale grandezza, che trionfante in fe fteífa , non potea per niuno fuenturato accidente mancarle , eleggelfe di proilrarfi conllernatamente a’ piedi diva folo nemico tra tanti, edivnnemico, che, quando anche vi lì folle índulgeníémentecommoífo, nonhaurebbe ballata lafua pietà, perfaluarla, e per redimerla dal rigore, e dalla crudeltà degli altri? I foliviliffimi, e turpi concetti, che nella figurata oratione PAutore huidamente inferifee, fanno conofcere l’im-poffibìlìtà, e Ioconuincono di contaminato, e mendace. Vantando di recitarla precifamente > come fù detta, à parola per pa- L rola