318 DE FATTI VENETI fmarrito i Veneti il loro naturala rdore, non più potè l’Aluiano •Recane riaccenderli. Sidieronotuttiad vnavergognofafuga,prenden-do per varie ftradeà correre precipitofamente verfo Vicenza, e vi fi farebbero anche ricouerati, e faluati à tempo, fe non fuc-cedea vn fecondo graue inconueniente. Theodoro Triultio, che trouauafinei Borghi,dubitando,cheinfieme co’ Venetian-cbiufoUi coi nemici vi entraifero, ferrò al fentito calpeftio le Porte, e fer-l-ThcoLdo ròqticimiferi al di fuori; nè fù vanno il di lui timore , men-'iwiiuol tre fe teneale aperte, già effendo loro alle fpalle il Vice Rè, po-teaui entrare mefcolatamente anch’egli. Simile peròfù queltoà quei medicamenti, che fe guarifcono vn male, altri peggiori ne promuouono. Arriuati,ed affalitidalloSpagnuolo in viftadelle muraifuggitiui »sforzollià combattere, e combatteron’anco •£ ta!!uJtc difperatamente fino che furono tutti, ò fatti prigioni, ò diftefi fo-*p'W- pra il Campo. Diuerfa il rada, ma non diuerfa fortuna, frollarono altri pochi d’efÌì, ch’eleffero di fuggire verfo il fiume Roro-neper paffarlo. Giunti alla ripa,nè trouatoui modo per l’imbarco, fi arriichiarono di tragittaruifi à nuoto, e in quelPacque rapide fi affogarono . Vn'altro infortunio occorfe pure al Ba-4/ÈS2'i-gii°ne, ifquale nel primo attacco della generai battaglia, s’e-ndfiume. ra tratto di ordine delI’AIuiano lungi , e più auanti in largo fentiero col fuo Corno * ad inueftire per fianco i nemici. Inopinatamente gli auuenne di piantarti dentro ad vnapaludofa Valle; Quiui immobile fù coftretto à ftar, prima spettatore dell-infelice contlitto, e dopo terminato, à lafciarfi fare con tutti li ffiT^-fuoi miferamente prigione. Si fottraife airvniuerfd’eccidio l’Aluiano, correndo in Padoua. Fece lo fteifo ageuolmente in J'Muiano Vicenza il Gritti, da doue già vfeito, per andare al Campo, fifaiuain -ed intefa in viaggio fucceduta l’infaufta rotta , potè à tempo den-TnrJn'i* tro ritornami . Furono circa quattro mila i Fanti tra vccifi , e numlro Prigioni, etrecento cinquanta gli huominid’arme . Reftarono di morti, e di conto negli eilinti , Sagramofo Vifconte , Hermens Bentiuo-trfrom- ^jio ^ c0ftanzo pi0 > Francefco Saifatelo, Alfonfo da Parma, e Meleagro da Forlì; enei prigioni , il Baglione , MalateftaMala-tefta, Ottone Vifconte,BattiifaSauelIo,PanfìIoBentiuogIio , & Aleffandro Fregolo; Ma fù al Proueditore Loredano la cattiuità lo, fdlno peggiore della morte. Soprauiuutoà molte ferite, rileuatecom-■»c,f°• battendo, toccogli morire per la mano vile d Vn Fante Alemanno, che venuto cò vn altro àcontefa di chi doueiTe efTere prigione , la decife , con barbara empietà vccidendolo ; e figillòfinalmente la feiagura la perdita di tutte I artiglierie, edi tutti li Carriaggi. Se fono mortaliiìlme ad vn corpo fmunto, refpirato appena , le replicate effufioni del fangue, così fù appunto alla Re- pu-