ii DE FATTI VENETI dria alcune di quefte Galee medefime di negotio, infierne cò vn Confole Veneto,per dimorami.E perche tra le glorie deìla República ancofpiccaife l’alto grado, ammiratofi dal Mòdo, negli ordini fapientiffimi del fuoGouerno, rapiti da gran defìderioi Le^fug. Popoli di Norimberga,Terre Franche della Germania,di haue-nònm 4 re* documenti, e l’indirizzo di quefte leggi, per efemplare per-ber ¡a. fetto d’imitatione, qui mandarono vn loro Agente, che ne pregò la gratia, di cui anco ne fu egli con prontezza fodisfatto. i Ma principiatofi l’anno nuouo3e quafl cangiatofi anche il Cie- X50,' Io in quefta mutatione , cominciò ad intorbidarli laferenità, compiacendofi al folito Papa Giulio di efferne iftrumento. Fece inafpettatamente prefentare nel Collegio dalI’Ambafciator Francefe vn fuo Brieue, in cui conteneuafì, VapTcíll Che defìderando la Santità Sua di adheriré alle fodisfattioni dcL trauemen. la República in tutto ciò, che l'era per me [so, e poteua da lei dipen-ceni, dere, condefeendeua à rilafciarle, & à concederle il pofsefso delle due \Terre di Arimini, e Faenza, non per più però, che pe’l folo tempo della fua vita. Infinitamente alteroffi ad vna tanta nouitàil Gouerno. Con-trauueniua in tal guifa Giulio all’accordo,di già folennemente fermato, ed efeguitofi dalla República, con la rilaffationeeffet-tiuamente fatta de’Luoghi concertati in cambio, econtamina-ual’incontaminato procedere di vn Sommo Pontefice. Si deli- dal Semata berò, fenza variatione, né di confulte, nè di opinioni, di non af-fentirui per modo alcuno ; e fi pafsò allAmbafciatore Francefe vnograue, erilentito officio. con offìcto, C he dopo hauer la Beatitudine Sua richiedo » ed ottenuto da que-[la Patria tutto lopotutofirichiedere , ed ottenere, di rifatto, e di dominio \ riceuute le lTerre, ed i Contadi molti in ricambio di Ari-minile Faenza, benche legittimamente da leipofseduti, feonuoghef fe di nuouo ogni cofa \ fi rite nefse in perpetuo i riceuuti luoghi, e riduce fs e la perpetuità accordata delle due Città né* foli pochi giorni della fua vecchiaia. Alttratione, che non potea fofferirfi, eche fi afsicuraua , che non farebbe riufeita di minor noia, e molefliapref-Jò alla Giù fi iti a, e fincerità della Maeflà del Rè di Francia, vedendo oltraggiato, e vilipefo in tal modo vn fuo tanto amico, e confederato Prencipe « Tralafciò Giulio per allora di più parlarne; ma non già fu quefto fuo filentiojperche fi auuedeffe della fua mancanza. Fù, perche teneua in quel tempo maggior premura di sfogarfi altro-ue,edifare vn’acquifto molto più importante, chedi dueTer-re,picciole, e dineffuna effenza alla Chiefa. Vici in Campagna, feguitato da tutto il Collegio de’Cardinali, e da groffo efer-