LIBRO VNDECIMO, ^ inuouereda Papa Leone alla facra porpora , fù il concetto folo della fua bontà, che perfuafe tutti i cuori de’Cardinali ad eleggerlo . Aifunto in Sede vn Pontefice, perla nto tratto lontano, non perciò fi alterarono punto, negli animi nè gli eferciti dalle già preparate difpofitioni alla guerra. Deputò il facro Collegio tré Cardinali in Priori, òPrefidenti alla direttione di tutte le occorrenze; ma non potendo efiiiaper* ancora fintentìoni del nuouo rrHardu eletto Pallore, fi trouauano infinitamente confufi. Lautrech al-rincontro era ben egli perfèttamente inllrutto de’defideri; del Jjjgy* fuoRè, e niente meno Profpero Colonna di quelli dcH'Impe-fiu. ratore. Hauea già quelli con grotto numero di Tedefchi, venutigli da Trento, e con altri vari; rinforzi;rimeflo,ed aumentato Iefercito al numero di quattrocento Caualli, e dì dodecimila Pedoni,non ad altro allora ineento, che à difènderli dentro à Mi- Profpero. v lano,&àprelìdiare tutte l’altre poifedute Città di quel DomU^/S?.1* nio; e Lautrech anfiofo altresì di combattere, ragunaua anch’egli da tutte le parti militie.Gli arriuarono finalmente dal Cantone di Lucerna, fotto la condotta delBailardodiSauoia, e di Galeazzo di San Seuerino, dieci mila Su izze ri, Waltro buon numero di Soldati Veneti gii (òpraggiunie, onde con l’opinione di tutti deliberò di entrare nei Milaneie. Paifato dunque l’Adda il primo di Marzo quelli eferciti in due corpi ; comandato il Francefe dal fuo Capitano, e’I Veneto dal Proueditore Andrea Gritti ,e da Teodoro Triultio, già liberatoli con denari di prigione,anda- y™”cefi * rono à fermarli vicini à MiIanoduemiglia,trà le due itrade,lVna, S1 ^ ' ches’indirizzaverfo Como, l’altra per Vercelli. Quiui, nontro-uò Lautrech facile il modo ,comefe l’hauea fuppofto». per prendere quella Città con l’affalto. E^a troppo ben munita di Fortezze^ diMilitie, edalla parte del Caltellohaueaui Profpero fatto alzar’vnargine per lungo tratto, fiancheggiato dadueCa-ualieri, e conftruite altre opere di grand’induilrla nell’arte. Deliberò pertanto Lautrech di tentar l'attedio, confidando di r ì-trifoiu.** durre tantolìoidifenforiaH’vltimo del loro potere, e del loro w' viuere. Teneua fecogran numero di Caualli» e Fuorufciti,che fcor-rendoper tutto d’intorno, rapiuano giornalmente alla Città le vittuaglieincaminateleinfoccorfo. Hauealetolte parimente in gran parte Tacque, ed infranti liMoIini, fa pendo, che vera dentro vna gran fcarfezza di contante,per far le paghe a’ Soldati,fpe-raua difentirben prefto alcuna difperata tnmultuatione. Mà75^»/» s erano vere languftie di Milano’ >ben’anco era vera dentroui vna i"? vTZ grancoftanza. cefco $f°r- Ab- *