13 MDXX, LUGLIO. 14 sià (li far proclamar chi quelli acuserà, sichè per la sua acusa si habbi la verità, taja L. . . e si un compagno accuserà l’altro sia asolto et habbi la taja ; e inteso chi è siati, li possi metter in bando di terre e lochi eie. e di questa cita, con taja vivi L. 500 et morti L. 300, e i loro beni siano confìschati in camera. Ave : 122, 3. Nota. In le letere di Roma, di V Oraior nostro è: come comunichoe al Papa le bone nove di l’arma-da turchesea suspesa etc. qual non le potè comuni-char avanti perchè il dì di san Zuanne il Papa disse messa pontificai, solo quel zorno di 25. Soa Santità ave molto grato intender questo, et vedandolo di buona voglia, l’Orator instò la revòcalion dìi breve fato per li frati di Corizola. Soa Beatitudine disse: « Domine orator, intendemo la cossa non stà cussi; è cosse ecclesiastiche eie. » Lui Orator disse : « Pa-ter Sancie, questa è la pura verità che narai a Vostra Beatitudine; una volta loro frali andono al foro secular el bisogna per quello sia expedita la cossa ». 11 Papa disse: « Non vi mancheremo di juslilia ». Poi introno su queste nove di Zerbi. 11 Papa disse : « È bona nova, ma l’armada torna in Sicilia per aver una paga, non so come Phaverano ». Scrive, è stalo a caxa di domino Zuan Hemanuel e domino Ilironimo di Vich oratori ispani alegrandosi di la vitoriii di Zerbi. Ringrationo etc. Nota. Le condilion di l'aquisto di l’ixola di Zerbi, qual volze mia .... per quello se intese per letere particular di Roma et Napoli, è che ’1 Re lassi un governador de lì, et fazi una forteza, e mori mandano 12 ostasi di primi al Re, et ogni 4 anni li dia mudar. Item, li dà al Re il tributo li dava al re di Tunis, ch’è doble 30 milia a l’anno, et loro mori restano in la sua fede ; e dà certi danari per un bon beverazo a le zenle di l’armada, la qual si dovea levar. Et questo acordo fu fato a dì 12 Zugno. Alcuni non crede sia vero ; ma l’armada non polendo far nulla, ha levà voxe di questo acordo. Di Palermo, fo letere di sier Pelegrin Ve-nier, di 18 Zugno. Come vede la cossa disperala di l’armala predila a Zerbi, et altre parlicularilà, il sumario scriverò di solo. Di Constantinapoli, dii Baylo. Comehoscrito fo do letere di 2 Zugno. In una lamenti et querele late per subditi dii Signor a li Bassa, li qual si poiria conzar con danari ; ma lui non ha il modo, non sa che far, è creditor di ducati 1500 e non si provede, et el manderà li soi conti e si vederà la verità. Per l’altra, avisa el Signor aver licentià li asapi di la Grecia, resta solum 12 milia, sichè è da pen- sar non habbi a ussir grossa armada, el il capitano a le frontiere dii Sophì par habbi sento al Signor non monti su l’armada perchè il Sophì si fa sentir di sopra, e achadendo si possi spenzer a quelle parte con le zenle. Scrive il dillo Bailo, el Signor era per andar fuori di Constantinopoli a certi lochi, a piacer. Sumario di letere dii Baylo nostro da Constan- C tinopoli, date in Pera a dì 2 Zugno. Come per le precedente sue I’ havea significalo el revocar del Irazer l’armala, e dala licenlia a la major parte di galioti, et che quel zorno, di 2 Zugno, erano parlili galioli in bon numero, et ogni zorno andava partendo per esser stà lutti licentiati, ben riservati parte al numero 12 milia, e leniva non habbi a ussir grande armata, ma qualche parie. Come el Signor turco havea auto aviso le cosse dii Sophì inimico suo esser grande ; è opinion di molti, che cessando el sospetto del Sophì, 1’ habbia a far impresa da mar. In le letere di Ragusi, di 24 Zugno. Come, a dì 21 di Zugno, vene a Ragusi uno emin per scuoder danari, con el qual emin se alrovava uno janizaro parlido da Constanlinopoli a dì 2 del ditto, et de veduta ha referito che ’I Signor turco haveva licentiato lutti homeni da remo, et li asapi etc., tutti li limarati, da aspri 5000 in zoso, et li altri stanno apresso de lui in Constantinopoli, et che ’1 Signor slava ogni zorno a darsi a piacer de caze su la Natòlia e su la Romania. Come quel lmbraim bassà, che è a li confini dii Sophì, non stava in pace, ma che ’I si moveva con molta gente. In le ter a di Ragusi di uno fide degno. Come el giorno precedente 22, a bore 15, vene uno fante da Constantinopoli in zorni 19, mandato aposla da li ambassadori ragusei a la Signoria di Ragusi, per farli intender come el Signor turco avea dato universal licenlia a tutte le gente da remo et da falli, per modo che di l’armala non era di ha ver alcun pensier I' habbia ad ussir; et questo ha visto di veduta per cossa certissima. Questo aviso la Signoria di Ragusi mandò a bocha a notificarlo a la Signoria nostra.