6G7 MDXXI, FEBBRAIO. 668 Dii dito, di 9. Coma la posta se parli nè lolse lelere se non dii Re a Roma, nè pur dii nontio dii Papa. Scrive, l’oralor di Pranza fo da monsignor di Chievers : per il die li disse per avanti scrivesse al re Chrislianissimo si voriano più strenzer insieme, perchè lui non havia commission scrivesse, unde auta risposta fin 2 zorni li daria la risposta. Scrive, tutta via vien signori et altri a la dieta, e cussi si hanno reduto una altra volta; ma nulla hanno latto. Il reverendissimo Cardinal Salzpurch olim Curzenze se interpone. Voria lé diferentie si melesseno nel Re. Scrive, è avisi di Spagna, la città di Burgos esser aquietala, dove parte erano per il Re parte per la comunità; ma il Conteslabele ha aulo modo mediante li soi partesani di aver lo castello, qual si leniva per il popolo ; et come haviano inteso la morte del Cardinal di Croy per uno a bocha portava la nova al duca di PInfantado, qual la vorà tuor per suo iìol l’arzi-veseoado di Toledo; sichè sarà garbugii, al solito. Scrive, il conte Cristoforo Frangipani è partilo di qui per venir in Friuli ài governo di so’ lochi. Scrive, esso Orator aver tenuto la teiera fino a dì 11. L’oralor di Franza ha auto lelere dal Re in risposta di quello li scrisse, e scrive voi mantenir li capitoli, qual non li observa dal canlo suo, perchè non paga quello dia dar per il regno di Napoli, che è debi-tor di 150 milia ducali, solicitando esso oralor ad averli, e che zercha la Signoria nostra non li parli perchè da Soa Maestà non sarà aldilo; et dito oralor li ha ditto aver parlato a monsignor di Chievers de lai risposla, qual si ha meravegliato dii re Christia-oissimo non voy indusiar sapendo il bisogno di questo Re e in li travaglii el si trova per le cosse di Spagna, dicendo farà risposta a le lelere dii re Cristianissimo; e si ha dolesto che madama Margarita sia stà citada dal parlamento di Paris che slà con pocho honor suo, representando in la Fiandra questa Maestà. Esso orator li ha risposto, è slà citada come conle di Fiandra, qual è subdilo dii re Cliristianissi-mo, e non per altro nome. El scrive ditto Chievers ha mandalo a donar do scuffie da esser date a monsignor l’Armirajo, e scriloli una fazi provar al re Cristianissimo, perchè se li piacerà ne farà far meza dozina etc. Noto, in ditte lelere scrive come de lì è stà fato per il Re uno jocho di cana a la spagnola, che è slà bel veder, e il Re e altri signori hanno jochato. Di Franza, dii lìadoer orator nostro, date a Cales a dì 8. Come havia ricevuto nostre di 23, fo dal Re e li dete la letera per la qual la Signoria si doleva dii mal e infortunio, pregando Soa Maeslà si var- dasse. Soa Maeslà ringratiò la Signoria, dicendo è cor-dial amico e confederato di la Signoria nostra, e laudò a vardarsi. Poi disse dii Governador e claris-simo Grili, zercha andar a Milan è bon non vadino, ma ben a li confini; però si scrivi a Lutreeh e avisi il voler suo prima al Chrislianissimo re che si vadi dicendo, meglio saria si parlasseno a Verona. Poi disse aver di Spagna le cosse è in garbujo, e quel don Piero Garon havia lassà il capitanalo di Pexercito de le comunità per sospeto quelle havevano di lui, però si era separato, e questo perchè non dete socorso a la Torre di Sigles el havia fato rilrar l’exercito, e si non era lo episcopo de Zimara saria stà eie. Sichè 398 li campi è mal contenti per non aver danari, e disse ha uno capitano è con essi, qual è capitano di 3000 fanti. Li ha scrilo vengi da lui, li ha risposto veria quando li desse danari a li fanti; sichè chi volesse con danari dariano quelle zente, e altri coloquii, ut in litteris. Scrive, a dì 7 zonse de lì Ruberto di la Marcba mollo honorato et è li con doi fi oli. Stiam è zonlo uno nontio oralor dii re d’Ingallera, qual si aspetava, come scrisse. Monsignor di San Marzeo zonse di Roma, e con lui è venuto uno fiolo dii Cardinal Ursino, qual è restato a Lion a melarsi in ordine di panni di seda. Da Milan, dii Secretano, di 19. Come havia ricevuto nostre lelere di 14 con lelere a monsignor di Lulrech congratulatoria dii lìol nato da Soa Ex-celentia; al qual li dete la letera e li comunicò le nove di fanti spagnoli. Disse ringraliava la Signoria, e che questo lìol farà per la Signoria a qualche tempo come ha fato il padre; et di fanti ringralioe di le nove. Le 400 lanze non è ancora partide, ni sguizari non è mossi eie. Di Spalato, di sier Marco Antonio da Canal conte, di 10. Come havia ricevuto nostre letere con li 300 lanzoni. Scrive, per più vie ha inteso il sanzacho del ducato di Carzego aver fato comandamento a tutti del ducato mandi uno homo per caxa a la corte per mandarli a la Porta a Constantinopoli, e quello per ordine auto; sichè risona la gran adunanza si fa a Constantinopoli di zelile. Fo poi posto, per sier Domenago Trivixan elca-valier procuralor, sier Andrea Grili procurator, provedilori sopra il Montevecbio, nuovo et novissimo, una parte mollo longa e di assa’ capi: il sum-mano et forsi la copia noterò qui avanti. Poi a P incontro fo leta una opinion di sier Piero Capello savio dii Consejo, in quesla materia; il sumario dirò di soto. El primo parloe sier Domenego predito, et fe’