121 MDXX, AGOSTO, 122 questo uovo Imperator electo ; ma voleva certa sua opinion di scriver prima in Franza che volemo risponder cussi. Et poi parlò sier Nicolò Michiel, el dolor, l'o avo-gador, in ponto juris, si haveudo le investiture, venendo in Italia contra il Stado di Milan, polevemo ajutar il nostro confederalo re di Franza etc. con-concludendo de si. Et laudava, potendo, si havesse dille investiture. Poi parlò sier Francesco Bragadin savio dii Consejo, rispondendo a l’opinion di sier Zorzi Emo di scriver prima in Franza. Poi parlò sier Alvise di Prioli, fo savio dii Consejo, qual voleva .... Poi parlò sier Alvise Mocenigo el cavalier, consier, el qual volse iulrar in la parie di sier Francesco Contarmi, e poi si tolse zoso. Andò le parte : !) non sincere, 2 di no, 60 dii Contarmi, 143 di sa- vii e questa fu presa. 79 Stimano di una letera di sier Lorenzo Orio el dotor, orator nostro, in Hongaria, date a Buda a dì 16 Lujo 1520, ricevute a dì 16 Avosto. Ileri ritornò il magnifico conte Piero di Corba-via, corvato, da li confini di questo regno et Austria verso Polonia, dove era sia mandalo da questa Maestà per resecare la contraversia et finir la guerra era fra li Pamphy et Zeclii ... baroni di questo He, et quelli di Austria, Slyria et Carinthia come scrisse per avanti ; il qual ha riportato haver exequito li mandati regii el haver concluso bona pace fra loro; et tratandosi per quelli dii castello Rocha Spruch de Austria esser refacti de li danni infertoli per questi signori ungari soprascritti, sono devenuti a questo coucordio, che questo refar di danni il lutto sia co-messo al judicio di questo Re, et l’una et l’altra parte hanno solennemente promesso di star a quanto sarà judicato per ditto Re. E Soa Maestà ha auto tal acordo molto a grato, perchè era malissimo a questi confini haver guerra, e fra li più intimi e valorosi baroni soi con li subdili di la Cesarea Maestà. Ozi è zonto uno nontio del Vaivoda moldavo a questo Ite. Referisse esser grandissima guerra fra dui gran signori tartari, zoè Mahomelh imperator el qual è potentissimo signor, mosso conira Nogni signor ancor grande di tartari, et sono in campo cadauno de loro con cavalli tresento milia. Nova assai a proposito di questo regno et contermini suoi, che quelli che sono soliti inferirli danno converliscano le arme fra loro proprii. Referisse etiam il prefato nuntio, che ’1 Signor turco zà zorni 36 era in Con- stantinopoli, e si teniva haveria da far con el signor Sophì, ne poiria ateuder a l’impresa contra cristiani per questo anno. Tulle queste nove el Re ge ha comunichate, e lui le scrive. Et ancora non è gionto l’orator polano, (piai se aspetava, et il Re ha expedito a quella Maestà il magnifico cavalier et capitano di le gente sue domino Jacomo Trepcha, qual partì eri in diligenlia con cari lezieri, dieli cocchi, per ritornare subito, aziò quel Re se ritrovi in Polonia con questa Maestà ; la qual è in procinto di partir, a questi giorni, al meglio la potrà, per non esser a ordine come la doveva e seria il voler suo, per non esserli stato at- 79 ‘ leso da questi signori e baroni a quanto aveano promesso a Soa Maestà di danari e altre cosse necessarie al partir suo, con quel regio decoro et honor si conveniva. Et partendo Soa Maestà, lui Orator nostro lo conveniva seguir, essendo stà così admonito da quella, e dii lutto aviserà etc. Sumario di letere di sier Lorenzo Orio el dotor, 80 orator nostro in Hongaria, date a Buda a dì 10 Luio. Ricevute a dì 11 Avosto 1520. L’altro eri, a dì 17, se ritrovò questo serenissimo Re con tulli quelli reverendissimi et illustrissimi signori in Consejo, per ultimar le provision di questo regno, et maxime di crear bano di la Croatia, e non fu lato conclusione alcuna, ni dii partir di questa Maestà per non esserli stà dato li danari da questi signori promessi per la partita ; dii che Soa Maestà si ramaricò, e da quelli fu pregato volesse indusiar al partir suo per pochi zorni, e se li daria li danari, e Soa Maestà disse non voleva più indusiar, et di-monstrò justo el viril sdegno. E parliti dii Consejo, in quella ¡stessa bora circha mezo giorno se apre-sentò sopra la piaza del castello lo illustrissimo marchese di Brandimburg armalo a tulle arme discoperte e con lo elmo in capo, con tutta la sua compagnia di homeni d’arme 300 e cavali lizieri 150, e il Re subito discese dii palazo e montò a cavallo insieme col magnifico Bornamissa, qual era con le genie sue homeni d’arme 100 et cavalli lizieri 100. Dato le trombete, Soa Maestà si pose a camino, cosa nè saputa nè creduta da quelli signori, e maxime che era senza haver pranzà Soa Maestà; li quali lutti con gran furia e confusici! montò a cavallo con quelli de li sui che poteno e segui Soa Maestà fino a san Paulo, dove tolto licenlia se partirono, et ritornò, e cussi feceno quelli cortesani, quali erano ben pochi, che erano con Soa Maestà, e questo per non haver auto