361 UDXX. NOVEMBRE. 36'2 Capitolo over deposition di quel patron di nave vien di Syo, nominato Tomaso di Zuane. Dice partì è zorni 11 di Syo, et referisse la morte del Signor turco e il sentar dii fiol pacifico in Constantinopoli a dì 28 Seplembrio, et aver donalo aspri 3000 per uno a li janizari. Item, dice di uno corsaro turco con 2 galìe, una galiota et fusle, e che ’1 Signor mandava a Salonichi per orzi, et che a Metelin era uno rais con Ire fuste, e che a Constantinopoli era poco morbo. Dimandato di l’ar-mada di Franza si nulla havia inteso, disse di no, ma che dito corsaro era andato a la Finicha a vender le robe. Di sier Zuan Moro capitano di le galie bastarde e viceprovedador di l’armata, data a Liesna a dì ultimo Octubrio. Scrive, come a dì 16 con 5 galìe partì di Cipro, justa i mandati di la Signoria nostra, et trovò l’armada francese di vele 15 che andava verso Rodi, zoè galìe 4, fuste 2, ga- * lioni et barze n. 9, undc mandò il suo Secretano a quella per salutar il capilano per la bona amicilia è con il re Christianissimo e la Signoria nostra, offerendosi etc. Quello ringratiò offerendosi etiam lui, dicendo l’andava a Rodi, inteso dover ussir l’armada dii Turco di Strelo. Et par il capilano di l’armata è uno nominalo monsignor di Bonivet, el qual non era lì, ma sopra uno galìon ; sichè il prefato capitano non parloe a esso governator. Poi zonto in Candia, a dì 9 parli fo a Millo, dove intese uno corsaro turco con galìe 2, fuste 6 havia preso alcuni navilii con vini e limoni di Candia, andavano a Constantinopoli per numero 11, poi a dì 16 zonze al Zanle. El Provedadordi Parmada voleva restasse ; non li parse per venir a disarmar justa la licentia datali, et zonto qui a Liesna, le zurme havia venduto li drapi per comprar vini e formagi per portar a caxa. Ave le letere di la Signoria nostra dovesse ritornar al governo di l’armada, perchè el Provedador veniva a Venetia, et licet con gran faticha, perchè le zurme aria voluto venir a disarmar, ma lui dicendo si starà poco fuora, le’ rneter i vini e ibrmazi in uno maga-zen, et cussi va verso Corfù per ubidir i mandati di la Signoria nostra. Scrive di la galìa Tajapiera e Sanuda, galìe vechie, saria bon venisseno a disarmar, e la Barbariga è mexi 18 è fuora, e sparagnar la spexa eie. Dimanda danari. Di Candia, di sicr Antonio Morexini duca, sier Marco Landò capitano, sier Sebastian Ju-stìnian el cavalier provedador generai, c Con- sieri, di 23 Septembrio. Come, per fusle di turchi vien fallo gran danni in l’Arzipielago continuamente, el li habitanti vanno ad liabitar in Puja per fuzer di esser falò schiavi. El cussi si disfa el paese. Le galie di Rodi prese Ire fuste, et le nostre non fanno nulla. Li gaiioni dii Papa siati a Rodi passò di lì, su li qual era Alvise Fantini venetiano: dice Rodi è fortissimo non ha alcuna lemanza. Scrivono, zercha le lubriche di Candia voriano far li do lorioni etc. El scrive esso Provedador voria andar a veder il porto di la Suda per poter far provision, e su quel di la Cania sono alcuni scelesli chiamati.. . .'quali fanno danni nè stimano rectori, però saria bon castigarli, perchè zà villani apresso Candia vanno imitando le loro ve-sligie, et venendo armada turchescha a l’isola, quelli tristi li dariano recapito. Opinion sua saria andar a 221 castigarli, ma voi autorità di la Signoria nostra, aziò non li intravengi quello li inlravene alias. Scriveno. zercha le fabriche saria bon ruinar San Dimilri, è sul monte, perchè domina la terra ; ma el signor Janus voleva farli uno lurion apresso con do ale di muro venisseno a conzonzersi con la terra, la qual è gran spesa, e non si poria bassar il monte qual danna la terra. Scrive, voria la Signoria mandasse do galìe a star lì, perchè bora mai li villani non potranno più lavorar, converano andar a semenar et quelle zurme polriano lavorar a le fabriche con darli pizoli 4 al /orno, demun potrano andar atorno l’isola contra corsari. Di sier Marco Landò capitanio di Candia, di 9 Octubrio. Come ha fato le moslre justa la sua commission a li feudali di l’ixola. Li laudano mollo averli trovali in bona guarnison, sì de homeni conio di cavalli e arme et meritano la gralia. Di Cipri, di sier Alvise d’Armer luogotenente e Consieri, date in Famagosta, a dì 15 Septembrio. Come hanno preparalo il tribulo per mandarlo in Aleppo, in tanti saraffi, per Francesco Zacaria qual è amalato e pratico, ne voleno mandar altri, e di sarafi tarano meglio, comprerano oji de lì e farano il pagamento. E sier Andrea Morexini scrive esser venuti comandamenti dii Signor turco e de li defterdari zercha dili tributi, et che tulle le terre damaschine è in la Soria siano mandate in Constantinopoli, et ha mandalo lì in Cipro per navilii per eargarle suso. Item, voleno se li mandi orzi. Li hanno risposto non è navilii si non nave cargano sali, e di orzi per esser quel Chadì di Aleppo amico nostro è stà conienti servirlo ; però si scusa se non mande-rano a Venetia, perchè non ne potranno aver di mandarli.