G51 MDXX1, FEBBRAIO. 652 simo Ancona, trata di le cosse di ira Marlin Luther. E il Papa lexè più di 3 hore, qual li dete grande affanno, poi volse lezer il suo officio et mandò a scusarsi per uno suo secretano l’hora era tarda a darli audientia; et che l’era vachante uno canonicha’di Padoa qual l’havia dato a Andrea Marchadello et scrivea di questo uno breve a la Signoria, pregando li volesse dar il possesso. Scrive aver visto letere di Napoli, come il marchexe di Peschara havia sento al Papa acomoderà le......Eri esso Orator fo dal reverendissimo Corner, e parlando di questi fanti, 389 soa signoria disse non saper quello babbi ad esser, et disse il Papa aver dillo sono 3000 et mal in bordine. Era lì domino Eneas da Carpi oralor dii duca di Ferara, e dimandando esso Oralor etc. disse il Duca si prepara a slar riguardoso, licet il Papa dize non ha da dubitar. Et li ha dito che ’1 Duca dagi il passo a li sguizari, i quali non farano danno e si vuol li darà sigurtà, l’oralor disse non sapeva alcuna cossa. Scrive, volendo il Papa far venir questi 6000 sguizari, verano 60 milia, perchè voleuo 3 page a raìnes 4 per uno e li capi molto più. 11 Papa fa pranzo al duca di Sexa e si fa una caza di tori e la sera una comedia ; sichè fanno il carlevar a la milanese. Scrive, zà tre corieri ha spazalo di soi danari, e si provedi etiam per sue spese. IH Napoli, dii Secretano, di 7. Come partì il marchese di Pescara e il fiol di domino Zuan Ile-manuel per andar da li fanti spagnoli verso il Tronto; i qual fanti par non voglino tornar sì non hanno la paga li avanza con la Catholicha Maestà. Eri sera partì di qui el Prior di Capua domino Juliano Redolii cavalier hierosolimilano per andar da ditti fanti. Di lì si parla variamente, anzuini a un modo el aragonesi a l’altro, secondo le loro passion. Avisa, li 30 carlini fo dati a li fanti, fo certo di danari dii Papa. Scrive la cossa di fuoraussiti di l’Aquila, havendo contratà contra il conte di Monlorio, e la cosa scoperta da un medico, dito Conte scrisse al Viceré di questo e la teiera fu inlercepla da loro, quali andono a Roma da l’orator di la Cesarea Maestà dolendosi di esso Conte, el qual si feva assa’ inconvenienti; per il che dito oralor scrisse al viceré lo facesse partir di l’Aquila acciò si potesse far le inquisitimi eie., et cussi sequite et vene di qui. Scrive, dila lelera la porta a Roma Francesco Salvador fo fiol di Ulixes. Di dito, di 8. Come ricevete nostre di 26 dii passato, debbi inquerir li andamenti di ditti fanti e il discorso di quelli grandi de lì. Scrive, si lieti ditti fanti vadi al servicio dii Papa. Alcuni altri tien vadi di ordine di l’Imperador contra il Papa per ridurlo a le soe voje, et scrive quelle relenlion fo fate a re-quisitione del Papa in Civitaducale di quel Grifo-nello Ursino, fa pensar assai, e si ditti fanti venisseno contra il Papa, il Papa haria mandà le zenle a l’incontro e non che slesseno a Fermo e Ascoli come stanno, e il Papa haria mandato monitorii et brevi di qui; ma si tien il Papa voy luor qualche impresa con ditte zente, et uno nonlio dii duca di Ferara é qui a Napoli col marchexe di Quarate per certa di-ferentia di un slado di la Duchessa, dice che l’Impe-rator à promesso al Papa vadi a luor Ferara, et par il conle di Cariati, qual è in corte di dito Imperatlor, à scrito che questo estate vcrà con la Cesarea Maestà, qual vegnirà in Italia. E si dice, per la discordia dii Viceré con don Hugo di Monchada, fe’ scriver esso Viceré a l’Itnperador scrivesse a dito don Hugo mandasse di quelli fanti di l’armada 1000 di qui, et cussi scrisse, e lui li mandò, unde il resto di fanti volseno etiam loro per forza venir et montono su navilii et smontono a Cosenza. Dii ditto, di 10. Come è aviso, li fanti aver dato mezo sacho a la cilà di Ortona e tolto do falconeti, e di Lanzano aulo certi pezi di artellarie. Di qui é slà repliebuti li ordini a le zente d’arme si reduchino a le loro compagnie per eavalchar. Scrive, don Hugo di Monchada è partito de lì et va da l’Imperador, e il Viceré à mandato uno suo nominalo Ops di Soria. Scrive, il prior di Capua e pur ancora lì a Napoli, et li fanti si dice sono al numero 5500, siché si vanno ingrossando a la zornala. Di Verona, di rectori, di 18. Come quel zor-no a hore 18 partilo illustrissimo Governador di Milan, loro lo accompagnono. Scriveno eoloquii auti insieme zercha quelli fanti e sguizari voi il Papa, dicendo, o il re Christianissimo ha intelligenlia con il Papa di questo over con Plmperador, vedendo queste motion, e che zuoba a dì 21 sarà a Milan e ve-derà intender qual cossa da monsignor di Lutrech e li aviserano. Poi si dolse li vasladori di Lignago non erano tornati per cavar le fosse di la terra e saria ben fornir i castelli di vituarie et compir quelle fabriehe, e che adesso con uno ducato si faria quello che con assa’ poi non si poria far. Scriveno aver mandato le letere a l’orator in Germania a le poste regie a Gusolengo. Di Sibinico, di sier Alvise Pizamano conte e capitano, di 16. Come quella malina era venuto lì un nonlio di Clissa a dirli come haveano do san-zachi con boste et barche di cuoro esser partiti per andar a l’assedio di Scardona, et prima farano co-rer 300 cavalli sul territorio di Zara per fornirsé di