485 MDXX, DICEMBRE. 486 mali per ricovro de li feriti, et se ne sono andati via. Li mori, per tutto quel di nono et decimo dii presente, steteno serali ne la terra in alegreza et festa per la vitoria conseguita, portando le teste de cristiani in cima di le lanze, applaudendosi con le voce al cielo, et ralegrandosi al modo loro, et poco man- 294 chò che le hotege de nostri merchadanti non furono svalisate et morti quelli che erano serati dentro. El capo de drusi antedicto se oppose a l'insulto el acquietò il rumore, et a dì 11 con gran difflcullà alquanti di nostri se reduseno ne le galìe, perchè mori protestando exclamarono che ’I si dovesse far qualche provision per cargar la roba che haveano fato intertonir per la strada, aziò non fusse svalizata ; et il magnifico Capitanio di le galìe, conoscendo la im-porlanlia di la cosa, con el Consejo di XII prolongò la muda per tulio 12 dii presente, in modo che con 10 ajuto di Dio a dì 13 dille galìe se partirono da Baruto con 100 coli, et hanno pigliato il camino verso la patria, che Dio li conduca a salvamenlo. Questa improvisa venula di armala non è stata senza qualche pensìer, dubitando che la fusse hispa-na et in rnazor quantitade che la non fu, perchè sono nudi di avisi dì le cose di Ponente, et essendoli venuto a le mano uno hispano, qual, avanti che le nave di pelegrini fusseno partite di Venetia, sotto specie di esser venuto in peregrinazo fo trovalo explorar tutta questa cita di Famagosta e far diseguo del porto et dii castelo con le più debil parie di quello, et 11 ha confessato farlo ad ¡stantia dii Viceré di Napoli, qual cegnava che di brieve si dovea tuor la impresa di questo regno; et vedendo quella terra exposla in molti pericoli, come ha scrito più volte, e ritrovandosi senza novo deposito di biave, pur non mancò di far ogni provision necessaria, sì a questa terra, come a tulti li casleli dìi regno, havendo posto in quelli vituarie conveniente al loro poter, et tal presidio che niente si dubitava. Et hora ha replicato al rezimento di Nicosia voglino far mandar le biave de lì, et non manchino di dar il modo a quel magnifico Capitanio di proseguir le cortine di le mure che restano da esser compide, e dar il modo di fortificar il castelo constituto in manifesto pericolo; et cussi si hanno oferto volerlo far. Sichè lui Proveda-dor ha principiato a far ruinar la parte di esso castelo per farla redificbar, et ha facto preparar calcine assai, e le piere sono promple e li maistri et operai pur che i danari contano, et non mancherà con ogni diligentia, studio et parsimonia a securar quelle cosse, e far sì che a tempo novo si sia in rni- 294* glior termene di quello sono al presente de lì. Scri- ve a li Cai, come bavia quel spagnol explorator falò strangolar secretamente fuori di la terra da uno suo nominalo Zorzi, et lo ha sepullo in sagrato. Questa è la poli za dii nome de li Capi sopra la ditta armada francese. Sopra una galeaza era patron Raphael Tristan et capitanio di le zente el signor Beligorgno. Sopra la barza maislressa era capitano monsignor di Pontevìs, et capitano di le fantarie Janolo Guascon. Sopra la nave Bonaventura, era capitano Zanolo de Marseja, e capitano di le fantarie monsignor di San Privar. Sopra una caravela era capitanio di quella e ancora di le genie monsignor de Olombre. Sopra la nave normanda era capitanio di quella Chiapiron e simìliter di le gente era in quella. Sopra li due gaiioni era capitanio monsignor de Chiovin il grande armirantc, et però portava dove era la sua persona uno grande phajiò. Sopra la nave zenoesa era capitanio di quella et de le zente monsignor di Villabon. Sopra le qualro galìe solil era capitanio el baron Blancardo, el qual stava con la galla chiamata de Santa Maria et aveva in liberlà 100 fanti. Sopra la galìa chiamata Calharinela, era suo fra-delo con altri 100 fanti. Sopra la galìa terza era el fradelo di monsignor de San Privar, simìliter con fanti 100. Sopra la galìa quarta era Christoforo schiavon, ancora lui con homeni 100. Di le qual galìe a Baruto non smonlorono in terra 30 homeni. Nota che sono stà morti li due fradeli di San Privar, e il capitano con tulti i mazorenti di l’armata. Dì sier Bortolo da Mosto capitanio di Fa- 295 magosta, di 17 Octubrio, con assa’ avisi, la copia etìam sarà qui avanti posta. Di Damasco, di sier Carlo di Prioli conso- lo nostro, di 9 Octubrio. Come zonse de lì a dì 21 Septembre, e li fo consegnà il consolato per sier Hironimo Malipiero di sier Alvise più vechio mercante. Fo dal signor Gazeli. Li apresentò le lelere di la Signoria, e le feno il presente di 200 saraffi e veste. Li fece bona et optima ciera offrendosi, e lo lauda assai, è molto temuto, ha grande ubedienlìa. Scrive ha trovato quelle cosse molto intrigate. Era mexi 6