321 MDXX, OTTOBRE. 322 12, qual manda letere di Constantinopoli dii Baylo di 18 et 20 Septembrio, nulla dice di la morie dii Signor turco, adeo si siete il Colegio molto sopra di si; ma poi si ha ch’el Baylo non poi haver saputo la nova, perchè li bassa hanno tenuta scosa 15 zorni. Iter», per teiere particular in merchadanti, di 20, si ha che dubitavano di la morte dii Signor et di non esser messi a sacho. Item, che una nave forestiera carga di [tanni e altro, venendo da Constantinopoli a Metelin, lo asallà da Ire galìe e fusle di Turchi; quelli di la nave si difeseno, unde non potendola aver, turchi brusono ditta nave. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla, e scrisseno a Roma. Item, feno sulevar cerla angaria di le specie venendo su le galìe di Barbaria che an-derà a Lisbona di p.. . . per collo, et non fu presa. A dì 27. La matina, vene in Colegio l’orator di Franza, dolendosi che eri sera a hore 4, tre de li soi fo feriti etc. per alcuni, nominando chi eran ; unde per la Signoria fu ordinalo di retenirli etc. Da Corfù, fo letere dii Provedador di l’armata, di primo et 4. Come l’armada francese, vele 15, era passala per Cao Malio, leniva la volta di Rodi per andar poi in Alexandria. Il sumario dirò poi. Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consulen-dum, di scriver a l’Orator nostro apresso la Cesarea Maestà, zereha la proposta fata per il Gran canzelier di darli li 20 milia scudi per la trieva. Nolo. Eri, per Colegio, fo scrito a li reclori di Zara, che atenlo li capi di stralioli alozino in Zara, contra quello consuelavano, però li mandino ad aio-zar con le loro compagnie a Laurana, Nadin e No-vegradi. Et ozi, per Colegio. fo scrito a li reclori di Pa-doa, come per letere dii Senato di Milano si ha, si doleno i magnifici conli Boromei, che per Francesco Pompano li sia slà ruinata la capela dove erano le ossa de li antiqui suoi Vitaliani. Perhò volemo sia subito fata ritornar come era prima dila capela; verum, si ditto domino Francesco si senle aggravalo, vengi a la presenta di la Signoria nostra. A dì 23, Domcnega. Fo San Simion. La matina non fo letera da conto. Da poi disnar, fo Gran Consejo. Fu posto, per li Consieri, una parie presa a dì 16 Mazo in Pre-gadi, la qual se dia prender a Gran Consejo, zer-cha il dar licentia a li reclori vengi in questa (erra, che più de estero non si possi dar ; la qual senza esser contradita non fu presa. Ave 14 non sincere, 603 di si, 640 di no. Fu posto, per li Consieri et Auditori et Pro- 1 Diarii di M. Sanuto, — Tom, XXIX, vedadori di comun et Avogadori, infralì in la ban-clia in loco di cazadi Cai di XL, aleuto sia slà messo una sententia fata al Zudegà di procurator, in favor di sier Zuan et sier Piero da Canal qu. sicr Nicolò dotor et sier Borlolamio so nepole, conira sier Nicolò Valier e sier Andrea Valier e parenti, intromessa per sier Vincinvera Querini et sier Bernardo Zorzi Auditori novi in loco di vechi, aleuto il numero di cazadi, li sia dato le do Quarantie civil per la expedition di quella. Fo balolà do volte per non aver il numero voluto di le balole. Ave 1034; 118, 11, iterimi 1 170, 174, 5, fu presa. Fu fato elelion di Capitano a Brexa, Conte a Zara, Conle a Sibìnico, Relor a la Cania, et Proveda-dor ad Asola, et niun passoe; ma il reslo, che fo 4 voxe passoe. Nolo. È zonlo falconi 63 di Gerigo di raxon di Venieri, i quali fono in Colegio a dir, si la Signoria li voi per mandarli in Franza ge li venderà, aliter li debano dar licenlia di poterli loro vender. Et cussi per la Signoria, fo commesso a li Savii di Terra ferma ne fazi cerner. A dì 19. La malina fo letere di Milan, di 199* 24, e di V Orator nostro apresso la Cesarea Maestà, di 17. Il sumario dirò di solo.- Le qual letere vene per le poste dii Re predillo sì lien a Verona. Da poi disnar, fo Pregadi per scriver in Spagna et meter le galìe di Barbaria, zoè riconzar l’incanto, e fo lelo ste letere : Dii Baylo di Constantinopoli, date in Fera, a dì 17 Septembrio. Come a dì primo scrisse, poi a di 10 ricevete nostre di 6 Avosto, in risposta di tre richiami fo fati a li bassà, videlicet di quel di Santa Maura, di quel a la Parga e di Duì-zigno, e inteso le juslification, le dirà a li bassà, con dolersi di subassi menò via do putì di Dul-zigno. Per il che si dolse a li bassà, li qual mandò comandamento fosseno restii nidi, et se havesseno auto fede dii chadì, barin ordinalo fusseno tajadi queii li hanno tolti; ma hanno scrito debi far inquisitoli eie. Et li bassà sono in Andernopoli, et lui Baylo convien andar de lì, licet l’aere non li comporta. Ha ricevulo li braza 421 di panni di seda; li venderà eie. Et perchè si scrive, li danari si spendi per bisogni dii Stado e non per suo salario, sopra questo scrive longo: è andato per servir e non per pagarsi di 40 ducali al mexe si paga de lì dii suo salario; et per sier Zuan Donado mandò i confi; et come el presente dato a Feraga bassà; el pagar le 21