371 MDXX, NOVEMBRE. 372 porche lei non parla anchora mollo promplamenle 10 idioma aleman. El siali li per bon spalio, sì per dar tempo al aviarse de le gente che dovevano in-Irar in la terra, come ad concertar li lochi de alcuni signori alemani che erano in dilerentie dii preceder, et precipue dii ducha de Juliaco figliuolo dii ducila di Clevcs, che è grandissimo signor, che cum cl prefato subslituto dii duca di Saxonia a cui diceva dover preceder per esser qui nel Stato suo ; 11 che tandem fu composito che lui cedesse fin ad intrar la porta di la terra, el lì poi li precederla. Se aviò poi Sua Maestà con l’ordine infrascritto : che premesse prima tulle le fanlarìe sue, quale sono da 3000, ma senza le artellarie che già fu ditto conducevano, seguivano tutte le gente d’arme de li prefali Eleclori et allri signori; poi le 300 lanze et 600 in 700 arzieri de ordinanza de Sua Maestà ; poi una be-lissima el richissima banda de 200 altre lanze tutle de li genlilhomeni et altri de la casa di dilla Maestà, si de li Siali soi de Borgogna come alemani, ispani et italiani, ac etiam tutti li signori che la seguitava- * no, tra li quali era lo illustrissimo monsignor de Chievers, duca de Alba et altri. Venivano poi li allri cum le insegne imperiale, poi circa 12 signori ale-mani, de inde uno cerio Conte pur alemano che porlava la spada nuda de questa Maestà, et sub inde 10 episcopo Treverense, poi il Conte Palatino e li comessi dii ducha di Saxonia et marchexe di Bran-demburg, poi dilla Maestà armata sopra uno belis-simo corsier sola, et drieto lei el prelato oralor del serenissimo re di Hongaria, posto in mezo de li reverendissimi Maguntino e Coloniense, et da poi loro 11 altri tre prefali reverendissimi cardinali, e il magnifico oralor polono dietro quelli . . ., poi alcuni episcopi et genlilhomeni, e demun circha 300 allri arzieri de Sua Maestà. La quale, pervenuta con tal bordine a la porla di la lerra, dove era tutto il clero, li fu presentata la tesla de Carlo Magno, el corpo del quale è sepulto qui, el dicesi esser canonizato, per riverenlia di la quale e basarla smontò Sua Maestà. Et ritornata al cavalchar sopra uno altro corsiero, che ’1 primo li fu tolto da certi a cui speda de more simile regalia, junse alla chiesa principale nominala Nostra Donna, che era ben più de una grossa bora de nocte, el ivi discese et intrò in quella, dove can-tandose da molti prelati alcune oralione, se ingino-chiò prima Sua Maestà sopra uno pallio de veluto cremesin posto in mezo la chiesa, avanti la capella de Nostra Dona, el poi si stese lì tutta prostrata in lerra, cum le braze aperte; nel qual modo siala per pocho spacio se levò, et processe a lo aitar major dove fece lo inslesso aclo, solilo farse in similibus in sicjmnn humilitatis, poi andò in la sacrestia in la quale ge furono monslrale assai reliquie con le quale signosse, et lui rimase solo con li Eleclori in uno breve consulto, poi partì et fo acompagnulo al suo alogiamenlo. El questa matina, mollo per tempo, ritornò in la chiesia soprascrita, vestilo de una zimarra de brocato et de sopra uno manto cum ba-varo de soprarizo mollo riebo, fodrato tulio di armelini, posto in mezo di l’oralor hungarico, Conle palatino et nuncii dii ducha di Saxonia et marchese di Brandemburg, et tutti li altri 3 electori et reverendissimi cardinali erano già in chiesia che aspecla-vano lì Sua Maestà, poi dietro eravi il magnifico ora-tor polono ac etiam il reverendo episcopo di Liege che porlava la coda del manto de essa Maestà, insieme cum el fratello secundo dii Conte palatino preditlo et il ducha di Juliaco. Nel qual modo junta alla porla de la chiesia, ritrovò lì tutti tre li prefati Electori ecclesiastici vestiti pontificalmente, de li quali il Coloniense offerse ad basar a Sua Maestà Cesarea una croze, dicendo a alla voze alcune oratio-ne. Da poi le quale si aviorno cum lei a lo aitar de Nostra Dona, dove falla da la preditta Maestà ora- 228 lione, sedete sopra una sedia, e li fu posto sopra il capo una barella solita a portarse da li archiduca de Austrie; che quantunque le insegne regie de lspa-nia fusseno più nobele, havevano tarnen voluto portasse potius la soprascrita, parendoli che alla ele-ctione feceno di Sua Maestà a simile grado se erano mossi sohm per elezer persona che fusse de li soi e non estranea ; il che fatto ge levorono el manto et dilla barela, et iterum inginochiosse et se stese prostrata nel modo che la fece eri sera. Nel qual acto tardò quanto durò el cantarse de litanie, poi ritornò ad seder (ino che fu finito el cantar de altre varie oralione, et poi se transferile al prefalo aitar de Nostra Donna, dove jurò de more la defension di la chiesia, la recuperation de li beni imperiali et defension de queli se possede, ac etiam molle altre cosse in beneficio dii ditto Imperio. Poi si lavò Sua Maestà le man, e il prefato reverendissimo Coloniense gè lavò el pedo el spalle, dove lo unse de olio benediclo, poi lo vestite di liabiti da canonico de quella chiesia, mettendoli di sopra uno piviale che fu di l’Imperador Carlo Magno, el cingendoli etiam la propria spada che fu pur del dicto Imperator, et in la man destra li deleno uno sceplro d’oro e in la sinistra uno mundo cum la croce in cima, et sopra il capo la corona imperiai d’oro, che fu del ditto imperador Carlo Magno; le quali inse-