403 MDXX, NOVEMBRE. 404 Fracasso dillo da Carpi conira Armonio dillo Spo-k'tin di la compagnia di domino Zuan Sassadello,chc, simulata amicilia, lo amazoe eie. IJnde fu posto, per li Consieri, dar autorità al presente Podestà et capi-tanio di Ruigo di proclamarlo di novo et bandirlo di Venelia e di terre et lochi, con laja vivo L. 500 et morlo L. 300, ut in parte. Ave 175, 0, 0. Di Pranza, dii Badocr orator nostro, date in Ambosa, a dì 6 de V instante. Come scrisse da Bles, la Cristianissima Maestà e serenissima Reina partivano per lì, e questo per il caso dì esser morta da peste una damisela di madama di Lanson, e l’ordine dato per il Re, li oratori andasseno a Turs. Poi eri Soa Maestà mudò l’ordine, mandando a dir se non haveano paura li oratori potevano venir a Bles; et cussi lui Badoer vene licei avesse aviato per Turs. Eri ave noslre di 21, con li avisi di Itagusi di la morie dii Signor turco. Questa malina fo dal Cristianissimo re, era con monsignor l’Armirajo, e li comunicò diti avisi, licei avanti Soa Maestà havia in- 245 leso, ma bora fo certilichati. Eravi il nontio pontificio alquanto discosto, et l’Armirajo disse: « Sire, bora saria il tempo di ca/ar il Turco almeno di la Europa. Disse il Re: « Da tno’ si ’1 Papa mi promele che li altri principi cristiani l'arano etiam loro, io princi-pierò andar contra, e bisognando anderò in persona ». Nè altro fu ragionato, solimi il Re domandò di la qualità dii fiol dii Turco; e cussi esso Orator si parli da Soa Maestà. De Ingaltera, di sier Antonio Surian dotor et cavalier orator nostro, date a Londra, a dì 21 Octubrio. Come era sialo dal reverendissimo Cardinal Eboracense, qual li disse dii bon oililio avia fato il Re per la Signoria nostra, perchè la Cesarea Maestà tralava in Pranza per via dii proposito Phi-liberlo, è orator apresso la Cristianissima Maestà, far novum feedus con exclusion di la Signoria nostra, e inteso questo, il re d’Ingaltera havia scrilo al re Cristianissimo haver inteso questo con molestia e non si dovea tratar tal cossa; etiam scrilo a la Cesarea Maestà, questo non era il modo di voler lenir le pace etc. F.1 qual si havia excusato, domino Phili-berto non haver da lui lai «missione, ma che lui havia ditto al re Cristianissimo. E disse aver scrilo al re Cristianissimo non presti orechie conira la Signoria nostra, la qual li ha manienulo fede, dicendo: «( Domine orator, il Re nostro è per la liga è insieme, e la ama, et che la Cesarea Maestà tien non vegnirà in Italia etc. » De che lui Orator rese a diio Cardinal reverendissimo infinite grafie, e il Cardinal disse : « È bon si legni secrete lai parole ». Dii dito ivi, a dì 23. Come eri zonse di Ari-versa li 60 tapedi si manda a donar al Cardinal, unde mandò il suo Secretano a dito Cardinal a dirli lai nova; qual li manda a dir li piaceva mollo e li fosse porlati. E cussi ozi andò da soa signoria esso Orator con sier Hironimo da Molin consolo, e li apre-senlò dili tapedi per nome di la Signoria nostra, li qual li acelò gratiosamente e li volse veder a uno a uno. Erano belissimi e molto li piaque, dicendo è presente degno a mollo mazor personazo che lui, ringraliando molto la Signoria, offerendosi assai e non sarà Cardinal ingrato, ma homo di la Signoria in tutto e per lutto. Scrive, il nontio dii Cardinal Se-dunense, venuto lì per aver li 2000 scudi il Re li promise di pension a l’anno, è slà expedito senza 245 * altro, con darli la pension fo ad tempus. Scrive, è zonto uno orator dii ducila di Savoja, venuto a no-tiflchar al Re le noze dii fiol ne la tia dii re di Por-logalo. Scrive, il Re era a Granuzi andato in cerio palazo, poi per Ognisanli tornerà a Granuzi. Di Pioma, di l’Orator nostro, di 15. Come, il Papa è a Corneto e quelli lochi circumvicini a solili soi piaceri, et monsignor de Più, orator dii Cristianissimo re, a dì 9 partì de qui per andar da Soa Santità. È restato monsignor di San Marzeo, qual è andà conira el signor Alberto da Carpi vien da Napoli, mia 59, per abocharsi insieme; il qual non saria venuto se questo San Marzeo non l’avesse mandato a chiamar, per haver cussi comission dal re Cristianissimo di non poter far senza la soa presentia. Et domino Zuan Mare, secretano dii reverendissimo Medici, li andò contra fino a Hostia. A di 12 diio signor Alberto zonse lì a Roma. È stato a visitarlo 3 cardinali, Santiqualro, Como et Cibo. Etiam lui Orator nostro l’ha visitato. Dimostra di esser aflìcionalo a la Signoria nostra, dicendo è venuto mal volentieri, ma non ha potuto far di meno per ubedir il Roi. E dimandatoli si ’1 stava qui disse, non lo saper, e havia scrito al Papa e aspelava risposta; il qual non si aita di la man sihistra, et ha mala eiera. Scrive, la duchessa di Bari, olii», di Milano, andava in Polonia, è siala a Santa Maria di Loreto, è ritornata lì a Roma con cavali 200 atozala nel palazo dii Cardinal Cibo, a spexe dii Papa. Si dice non va in Polonia, perchè il Re li ha scrito è inverno, è male strade, poi vi è il morbo, però è meglio vengi in altro tempo. Tamen ha inteso è ritornata, perché l’Impera-dor li ha scrito non andasse per esser quel re di Polena implicito in guerra con il re di Prussia, e non saria seguro il suo andar. Scrive, per la incoronatici] fata in Aquisgrana, a dì 23 di Octubrio, nel Caslelo è