GG3 MDXXI, FEBBRAIO. 664 adesso sono venuti su quel di la Chiesia, el a una (erra dila Rochatrasumpta di qua dal Tronto hanno dato la bataglia, dove è zà morti 200 di loro, et sono sta reb;itudi. Et havemo scrito a li nostri non lazino più questo, ma li dagino pan e vino; e li voi dar danari per uno mese. Poi disse sguizari è in camino; siche voi mandar soldo a diti spagnoli aziò vadino di longo. Disse l’Orator, saria meglio farli ritornar in driedo. Disse il Papa, questi non voleno andar per mar, et non volemo etiam nui i ritornino poi auti li danari perchè poriano tornar poi, ma vadino di longo a li confini di Milan dove li sguizari li verano a l’impeto e da driedo harano le nostre zente, poi le 500 lanze ne dà il Cristianissimo re, si-chè sarano sv;dizali. L’Oralor disse, è mal falò per opinion sua farli venir di longo, per non esser da fidarsi in loro fanti, nè il Papa li lasseria venir di longo senza aver intelligentia con loro ; sichè la Signoria nostra dia ben considerar queste cosse, et aver scrito a li soi li lassi passar avanti e dagi vituarie. Sichè de li non si poi saper questa cossa. Da un canto il Papa non provede contra di loro, da P altro non monstra aver paura. Scrive, è stà ozi col Papa el signor Renzo, il signor Alberto da Carpi più di do bore; sichè monsignor di Piti l’altro orator francese non potè aver audienlia, et stando con lui Orator aspetando de intrar dal Papa, li disse di ditti fanti. Rispose è passati di qua dii Tronto. Et ditoli per esso Orator nostro maravegliarsi il Papa non fazi provision, rispose, poiria esser adesso il Papa parlasse di questo col signor Renzo el il signor Alberto; bisogna questo fior venga fuora. Et perchè era uno francese, li domandò chi l’era. Li disse è uno dii numero di 200 dii Re, chiamato il capitano Lunardo, qual è tutto di monsignor di Lutrech, et è venuto qui in posla per questi moti a dir al Papa le zente dii re Christianissimo è preparate; sichè esso 395 * monsignor di Pii) si parti aziò esso nontio havesse audienlia dal Papa. È stalo col Papa uno fiol dii duca di Trajelo venuto per stafeta di reame, qual parlò pian al Papa come esso Orator vele. Hor partito lui Orator dal Papa, andò dal reverendissimo Cornelio qual disse non saper queste cosse, e che eri fo dal Papa e li disse quello li pareva di fanti passali e come erano stà morti 200 di loro a quella terra, e che Soa Santità voi darli danari et non star a combater contra lui, e che lui reverendissimo li havia dito era ben da considerar perchè, dandoli denari de novo, poi torneriano per averne di altri, e quanto a volerli far venir avanti et farli lajar a pezi, bisogna aver bon consulto. E li disse il Papa, che ’1 signor Renzo li ha- via ditto eli’è con le zente di la Chiesia, e cussi esso Cardinal havia inteso da la bocha di dito signor Renzo, che con le zenle et 4000 fanti li tajeria tutti a pezi, et che ’1 Papa si ha consejà col signor Alberto di Carpi e ditto signor Renzo. Poi disse esso Cardinal, parlando con dillo signor Renzo monstrò non saper nulla, pur li disse li bastava l’animo tajarli a pezi, e dimandalo dove Pavia le lanze, disse 70 lanze è a.....e li cavali lizieri è alozati in Roma e qui intorno eie. Dii ditto, di 19. Come parlando col reverendissimo Corner, disse vederia saper di questi moti, e perchè il Papa ozi è andato a una vigna a piacer, etiam esso Cardinal andò a Marziliano loco suo; sichè non ha potuto parlar al Pontefice. Dii dito, di 21. Come ozi a nona, ricevute nostre con li sumarii di Conslantinopoli, fo dal Papa, li comunichò dille nove. Disse, bisogna vediamo il fine. Poi li disse questi fanli spagnoli andò a Ripa tramsupla, qual sì poi combater solo da una banda e atorno a uno dirupo, unde a quel dirupo parie di essi fanli con zape si fece scale e da 60 montono su le mure e introno in la terra, onde le donne an-dono a la piaza a far venir le zente erano a la custodia di la parte più debile; qual venule, parie lajo-no a pezi diti fanli, poi con bote piene di saxi butono zoso di dirupi, sichè fe’ gran danno. Unde essi spagnoli si levono e son tornati di là dii Tronic a Ci-vitella, terra dii reame, et questo è stalo perchè li à fato tornar in driedo, che è slà uno comandamento dii Viceré, che in pena di la gracia di la Cesarea Maestà si debano ritornar, et è ritornati, dicendo: « e nui vosamo i andasseno di longo ». Et lui Orator disse « Fater sancte è meglio siano tornati in drie- 396 do ». Il Papa disse voria fosse slà svalizati, dicendo havia scrilo al prior di Capua non li dia danari, qual havia dà ducati 12 milia per darli. E l’Orator disse, poi che i tornano, non bisogna più sguizari. El Papa disse : « Lassateli pur venir ». Et partito da Soa Santità, scrive, Marco Antonio Colona et il capitano Lunardo francese sopranominato erano a la porta di concistorio per andar dal Papa, come andono, et vi fu etiam il signor Alberto da Carpi, e vi fu concistorio. Non fo fatto nulla da conto. Fo dal reverendissimo Cornelio. Li disse le nove soprascrite dii Papa ge havia dite, dicendo, adesso mi par siamo chiari: il Papa non se intende con dilli fanli. Poi li disse, avea dal Papa l’indulto dii don di benefici e canonicali, et havendo dato il canonicà di Padoa al reverendo domino Andrea Marcadelli, pregava la Signoria li volesse dar il possesso.