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MDXX, SETTEMBRE.
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      tulli d’oro, dico di lame d’oro o d’alira materia indorala, ma si diceva che eran d’oro, annodali el legali che non potevano cadere, el facevau una mirabile veduta el ridia.
157 ‘ A l’incontro, si »presentarono il resto di le compagnie eombatendo come il di inanzi fecero, et ne li ultimi ordini furono monsignor di San Dio el la soa banda, lutti adobali di voluto nero taglialo et da lagli usciva veli bianchi ; poi la banda de monsignor de Barbon mezo di voluto bianco e mezo di voluto az-zuro adobali con fregi di brocalo. Et queste do compagnie si portono valorosamente con non minor prodeza de li guardiani et defensori dii campo, et moslraro chi veramente di valore e di coraggio era magiore de li altri, mandando piastre, maglie, usberghi et brandi equalmente a terra et al cielo, sforzando li affinali arnesi conira li fieri colpi gil-tar faville di fuoco a mezo l’aria; degna cosa di farne eterna memoria. Et havendo tutti questi fatte le sue prove, non essendo stati meno de li primi, fecero tempo di andare a casa, et cosi finì queslo zor-no la segonda maniera di combattimenti, et domani si farà la terza, eh’ è a piedi, et poi si tien finirano li strepiti di le trombe et de le armi et tamburi.
         Venere, che fu a di 22, si andò al campo, dove incontro a le Baine era sta latto uno stecliato quadro, nel mezo del quale era una sbara lunga quanto siariano dieci homeni in paro, alla quanto ad un justo homo a meza coscia, con due ale da ogni lato. Dentro a quesla sbara si apresentaro li predilli difensori dii campo a piedi, exceplo li Ile, li quali questo zor-no hanno voltilo essere spetalori de la virtù et prudenza de li suoi cavalieri. La banda dii Re francese havia sajoni di tela d’argento et di veluto paonazo et de altro veluto scachalo mordo el gialo, et era una falda de un colore el l’altra de un altro, li pe-naclii bianchi et mordi. Quella dii Re anglese aveva la mità di brocalo d’oro rizo, l’altra di veluto bere-tino ricamalo. Di fuori a la sbara si apresentono le compagnie a li altri giochi et combatimenti comparse, et prima a dui per parie si apresentorono con le lanze in mano, li quali haveano groppelete in capo, et spingendo davano tanto l’uno conlra l’altro che rornpeano le lanze, poi con i tronconi a due mani si menavano sul capo et su le spale di gran bastonale, et in l’ultimo, quando erano parlili, da una antena che pendeva da la sbara, da ogni canto mossa da quatro homeni, dui per lato, si latravano que.llo che
 158	in mano li era rimasto, et con tanto animo menava un contra l’altro, che alcuna volta, perduta la lanza
     o	rollali in mano che nulla li avanzasse, stavano
fermi et non meno menavano le braza come se l’arma havesseno anta. Da poi le lanze, adoperaron il brando medemamenle, adoperandoli con colpi fieri et smisurati, et cosi fecero tulli a dui a dui, tanto che vene bora de andare a casa.
     Sabato, che fu a li 23, fu aparechiato una capela a P incontro dii palco ove si stava a vedere, el a lui per testa conzonta, la quale, ancor che fusse falla in una note, non era però che non fusse tutta lucente el ridia di aparechi d’oro. Ne la quale celebrò la messa il reverendissimo cardenal Eboracense con il servitio di l’arzivescovo Armacano et del vescovo di Durati et de più altri vescovi dii Regno, essendo quatro altri reverendissimi cardinali francesi et altri vescovi, due noncii apostolici, uno orator cesareo pur episcopo ; tre oratori Veneti, uno apresso la Maestà di Anglia et dui apresso lo Cristianissimo re, uno del duca di Lorena, uno dii duca di Ferara, uno del marchese di Mantoa, li quali tutti sedevano in li suoi lochi sul palco ove era fato Pattar; et li cardinali
fono questi.....Al’ incontro di lo altare, sul palco
onde si videro le jostre, stavano le Regine in luogi partili e regalmente adobali. Poi da ogni lato, per longeza dii palco, erano signori et madame disposti a li luogi suoi. Le due Maestà erano a i lochi deputati honoratamente posti. 11 servitio di la messa fu molto magnifico, et prima, ne lo apparare il Cardinale che disse la messa fu vestito da episcopi, et luli messo uno paro di sandali de gran valor per le zoje che haveano ; l’aqua li fu data a le mani da questi primi baroni dii Re anglese; la capela ebbe li cantori francesi et anglesi insieme, et tromboni, corneti et organi meschiali a le volle con loro. Da poi la elevazinne di la Eucarestia, fo veduto per Paria sopra il campo .. ... che andava, nè si vedeva onde uscisse, nè chi ’1 movesse in alleza d’una gran torre et più, che andò un mezo miglio, con maraveglia de chi non sapeva in che modo andasse.
    Finita la messa, il Paceo secretano primo dii Re anglese publicò la indulgenza che havea auto chi era stato a questa messa, et disse che era slà celebralo tale officio divino a gloria di Idio et di questo nobile convento, pregando la soa infinita bontà che li piacesse fare che questa amicitia fra questi do serenissimi Re fosse perpetua.
    Da poi queslo, li serenissimi Re andorono a man-zare insieme, et le Regine insieme, et li cardinali luli cinque con alcuni prelati insieme, el tutti in diverse partite dii palco che a questo officio si erano slà ado-bate et aparechiale, et fu maraveglia che a la foresta si provedesse cosi comodamente et in così poco