mdxx, Settembre. 1G4 lui per dirli si dagi li ditti danari, c come haveano scripto a Isprucli li agenti venisseno a tratar li capitoli restava di le trieve, e come li liavia dito venisse ¡1 parlar al Re et è ben fato, e cussi teninio sia stalo. Perù li dicemo li ducati 20 milia è preparali ; ma ben volemo sia ultimato le difierenlie di dilli capitoli, qual nulla a Verona fu concluso, però parli al Re cl a monsignor di Chievers di questo, e vogliamo ultimar sic cosse eie. Fu presa di lutto il Consejo, nè fo parla altramente. Fu posto, per li dilli, una teiera a l’Orator nostro in Pranza, come li mandemo quanto scrivemo in Fiandra ut supra, aziò comunichi con la Cristianissima Maestà, e che inteso per suo quella Maestà mandava orator a la Cesarea Maestà, etiam nui manderemo il nostro electo zà uno anno e mezo in loco dii nostro è lì zà da tanto tempo, nè liavemo mai voluto expedirlo per andar in ogni action uniti con Soa Maestà Cristianissima eie. ut in litteris. Et fu presa senza parlar altramente. Poi fo dato, per li Provedadori sora le aque, sier Antonio Condolmer, sier Gasparo Malipiero, sier Marin Morexiiii, un disegno per uno di quelli erano in Pregadi, falò a stampa, ne hanno fato far 250, li costa ducali 11, aziò tutti vedano dove veleno mandar le acque dolze per una allra via, e romper il cavo di Margera, e si possi andar con barella fino a Mestre. Et sier Antonio Condolmer andò in renga e narò la cossa si ha a far, mostrando col disegno; et rispose a quello l’altro zorno parlò sier Marco Antonio Loredan ; ma fo poco inteso, voxe bassa, si mutò di renga, vene dove si leze le lelere, poi ritornò su la prima. Demum parlò sier Marco Antonio Loredan, fo eapitanio a Padoa, dicendo è maleria di grande importanza, el bisogneria far 15 di primi di la terra, 110 come fu falò dii .... quali andasseno sopraluogo a veder e terminar; etiam da poi fo electi altri 15, sichè sempre i nostri progenitori questa materia de le acque ha voluto far bona consideration. Poi parlò sier Marin Morexini benissimo, con gran voxe et li dete gran hote, et che ’I parlava perchè sier Lorenzo Minio fradelo di so’ zenero havia una hostaria a Margera, et fe’ lezer una le-lera che ’I dillo scrive a sier Jacomo di la f da Meslre di questa materia, videlicet esso sier Lorenzo Minio, che lenisse modo non si levasse il cavo, saria danno di l’hostaria di Margera. Poi parlò su la materia, dicendo le raxon e l’optimo frutto seguirà ; di che si portò benissimo. Andò la parie: 17 di no, 122 di si, et fu presa, 17 non sincere, la copia di la qual deliberation noterò qui avanti. In questo zorno zonse sier Antonio Justinian el dolor, vien oralor di Franza, stalo 3 anni manco 15 zorni in tal legalione. A dì 7. La malina vene in Colegio el predilo sier Antonio Justinian, vestito di scarlalo, con sier Hironimo Justinian procuralo!* et alcuni altri, referì pocho remetendosi referir. Vene l’oralor di Ferara, et monslrò letere dii Ducila, li scrive di la morte dii reverendo suo fradelo Cardenal a dì 2 bore 7 di note. El Principe si dolse, e per Colegio si scrive una letera al Duca. Da poi disnar, fo vesporo, per esser domali la Natività di la MÌidona; et essendo venute lelere fo lele. Di Roma, di l’ Orator nostro, di 2. Come il Papa havia un pocho di terzanella, ma non da conto, et zercha far cardinali ne farà li do certi per Franza et Angìia, el come scrisse non vorìa far lo episcopo di Liege, ma farne più presto do a requi-silion di la Cesarea Maestà che costui ; et si ’1 Cardinal Medici vera a Roma, ne farà a la summa di 10. Scrive, il Papa ha auto tre parossismi di febre ma il zorno bon beva di leto. Avisa che a Fiorenza il reverendissimo Medici havia fato lajar la testa a Renier di la Saxeta, el cussi li primi capi de Italia a un a un vien exradichadi. Iter», che Ramazolo non è in mollo gratiaTlil Papa. Scrive, il Papa aver dito a domino Zuan Hemauuel oralor di la Cesarea Maestà, che ’1 farà uno suo Gol et uno altro qual vorà il Re, avanti che far lo episcopo di Leze Cardinal. Et per letere particular, di sier Hironimo Lippomano, di primo. Scrive Luni di note vene un poco di terzana al Pupa e li durò tra fredo e caldo bore 4, poi rimase lieto. Ogni malina beva suso, va in la soa capella a messa. Iter», scrive de la morie di l’abate di San Gregorio di Roma domino Federico di Conti, vai de inlrada ducati 4000, et ditta abatia prima zà uno anno la renoncioe a uno suo nepole. Di Napoli, di Hironimo Dedo secretano HO' nostro, do letere di 19 et 2é. Come era zonlo uno comandamento di la Cesarea e Catholica Ma-jestà al Viceré, che suspendeva tutte le gratie et offi-cii concessi, si quelle hanno auto effecto, come expe-tative, et questo perchè voi dar dite infracle a fora-ussiti. Scrive lì si trova il conte Hironimo Noga-ruola vicentino, al qual li è sta deputato provision di ducali 400 a l’anno, e fato dii Consejo, ed Adii-