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1IDXX, LUGLIO.
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     lavano poi 8 corseri rie li belli che fusseno mai, Tornili (ulti a varie foze, ma riche et superbe, sopra li qual erano arzieri vestiti de brochalo con velulo cre-mexin. Et cavalchato che ebe Sua Maestà con questo ordine, se atrovò in una campagna una ordinanza di ;Ì000 in 4000 fanti, li qual si messeno al suo ordine et seguivano Sua Majeslà. Questi fanti non haveva salvo le sue spade, vestiti a varie livree, et quelli precedevano altri che portavano alabarde, vestiti lutti ad una foza de veludo et pano, età questo modo se redusseno cum le gente angle a la collina so-pradila, et se poseno al longo de la sommità sicome erano le zente l'ranzese, rimpeto de l’altra colina. Et al basso, ad una valleta fata de queste due coline, descese el re Ghristianissimo cum tre soli in compagnia, che forno monsignor di Barbon gran conlesta-bele de Franza, monsignor Armirajo et il Gran scu-dier. El Serenissimo re d’Ingaltera descese anchor lui con altri tre, che forno cl reverendissimo carde-nal Eboracense, il suo Gran contestabile, et il suo Gran scudier, dove tutti duo i Ite se andono ad incontrare a cavalo e se abrazorno et basorno, disseno poi l’un l’altro algune parole, ambi cum le berette in mano, poi in uno Irato tutti do smonlorno da cavalo, el iterimi se abrazorno Ire fiate, una drieto a l’altra, facendosi reverentia insieme con segno di t grandissimo amore, et slreti abrazati se tirorono ambidue sotto uno padiglione d’oro che era in ditta valelta del re de Ingaltera, el sotto dillo padiglione steteno lor do soli per spacio de una fiorii circa. Dove qualche fiala mirava et usciva el cardenal Eboracense et lo Armirajo di Franza. Nel tempo che li Re slevano nel paviglione, forno portali molti poti d’ar-zento dorati, alti quasi do braza, pieni di optimo vino, et altri tazoni grandi e dorati con piedi che a pena se poteva tegnir in mano, cum fugazele un pocho forte, el fu dato a bere a cui ne volse; clic fu bevuto assai, sì perchè era caldo, sì perchè era gran numero de brigala. Ussili che forno li dui Re del padiglione, io portata lì in piedi la colatione, et molti zenlilhomeni el signori de una parte et l’altra a piedi disceseno etiam loro dove erano li Re, et quel di Franza feze gran chareze cum abrazar li anglesi, el el siinel faceva il re d’Anglia a li francesi, et in quelli abrazamenli steteno un bon spalio, bevendo et facendosi chareze l'un a l’altro. Poi li Re si abrazorno iterum et montorno a cavalo, et cussi a cavalo Sue Maestà se feceno reverentia l’un a l’altro, et torno-no a li lor alozamenti, che era zà nocte.
El zorno seguente, che fo a dì 8, li ambi Serenissimi re, cum pocha compagnia, fallo el segno de / Diarii di il. Sanuto, — Tom. XXIX.
 la arlegliaria, che ni partir de cadauno dal locho suo era ordenato che se sbarasse Ire colpi, per zonzer ad un tempo al locho destinalo, se trovorno insieme dove el zorno precedente se haveano abochalì, per meter ordine a le zostre de communi consensit, et vi steteno insieme per spatio di bore i, e fecero co-lalion più dimeslichamenle ch’ai zorno avanti. La Domenega seguente, che fu a dì 20, cl re Christia- • nissimo andò a Guiñes, et quello de Ingaltera vene ad Arder, et disnorno, questo cum la rczina de Franza, et quello con la rezina de Ingaltera. Immediate fuor di la terra de Guiñes, apresso el fosso dove se conduse per uno ponte che traversa il fosso, nel primo ingresso del castello e se trova una corte quadra grande da circa 50 passa per quadro, el il pa- 51 ' lazo è fabrícalo di muro da circa passa 3 sopra la terra, e tanto è allo el solaro pavimentalo de tavole sopra le quale per tutte erano zonchi, che cussi si costumano coprir tutti li pavimenti in Angaltera. Da questo solaro in suso, parie è di tavole el parte de pietre de fuoravia in modo de quadreli, che a vederlo pareva facto de vero muro. Questo palazo, come ò diclo in quadro è distinto in sale, saloli et camere, che de una se intra ne l’altra, per lutto cl palazo adornalo con roxe rosse et insegne del re de Anglia, et questo era l’ornamento di palchi. Ma sopra tutto forno maravegliose le tapezarie, de le qual tutto el palazo era adornalo, le qual (ulte sono d’oro et de seda, alcune a figure el altre a verdure, che più belle non se potriano depinzer, veramente le figure pareano vive. Fora di questo palazo si trova una capela, la qual era coperta tutta de restagno d’oro el d’arzenlo soprarizo. Da l’una et l’altra banda de dilla capela, è uno aitar a nome de la Maestà del Re, et un altro de la Regina, richis-simamente adornati sì di pale de pidure excelen-lissime, come de ornamenti necessari a l’altare tulli de oro mazìsso, come le croce, calici, patene, paxe, bacii, ampoline, turiboli, el similia. Li panni avanti li altari richamali a perle et pietre precióse di inex-timabil precio; do schabeli, die sono dove lo Re el la Regina sedeño a la mensa, tutti circundati et coperti di panno d’oro insieme con li soi cussini.
 Da questi duo gran schabeli, per duo gran fenestre se guarda in una altra capela inferiore, pur mara-vegliosamente ornata de tapezaria cum uno altare ornatissimo, dove sono le sedie de li capelani, li qual cantano la messa, et altri divini oflìtii a canto figurato etc. El in questo palazo disnò el durissimo Re cum la regina de Anglia, sentando tutti do a mezo la mensa l’uno a l’incontro de l’altro, solo un
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