633 MDXXI, FEBBRAIO. 634 storio ni longo verso li cardinali, che non era di opinion di voler luor impresa contra Ferara che lì era oposto, afermandoli che era ignaro di (al cossa, me-tendosi la man al pecto e jurando non se l’aver pensato, dicendo aver gran dispiacer di queste voce. E il Papa li disse aver parlato a domino Enea orator dii duca di Ferara, che il suo Ducha voi pagar il terzo di la spesa di questi spagnoli, li farà ogni chia-reza e darà segurtà di Principe non esser contra di lui, dicendo non voler mover arme contra alcun ni esser causa loro fazino questo mover di arme. Poi disse aver auto letere di l’Imperador, che se lui avia mandato a pagar parte di fanti prediti, i qual spa-gnuoli lui pagherà saranno 1500 e non più, dicendo aspetemo il.......di Capua et il fìol di domino Zuan Ilemanuel orator di la Cesarea Maestà, andati dal Viceré, andati per justificarsi etc. Et perchè era fama 300 lanze francese veniva in Romagna, andò da monsignor di Pin orator dii re Cristianissimo, al qual li dimandò si havia nulla di novo, disse di no, e dimandato di ditte 300 lanze disse non saper, e potria esser il Papa l’avesse richieste a monsignor di Lutrech e quello le mandasse. Poi li dimandò di fanti spagnoli. Disse non saper nulla. Conclude esso Orator nostro, non ha potuto aver alcuna cossa da lui e parlando di monsignor di San Marzeo, disse esser partilo ben contenlo dal Papa, e Iratato alcune cosse Ira il Papa et il re Christianissimo. Scrive, il Papa ha dato le coladene a 360 cavalieri fatti, con la insegna di un tondo, da una banda san Piero e san 379* Paulo, da l’altra l’arma dii Papa con le chiave di sopra, et scrive è slà late a spese di diti cavalieri : si divulga nè farà di altri per aver danari. Dii ditto, di 9. Come andò dal Papa, el qual in questi zorni era sta ocupalo in feste, palli et veder rccilar comedie. Et il Papa era con dom. Enea oralor di Ferara, col qual siete assai ; poi intrò il Cardinal Cibo el l’Orator parlò con dillo domino Enea, qual li disse li fanti erano zonli a Lanzano, dicendo, il Papa dice volerli dar danari aziò non fazino danno a li soi subditi e poi licentiarli e baralarli: et per non slar esso Orator più a parlar con lui per non dar sospeto, fonzé parlar col reverendissimo........ che aspetava aver atidienlia, ctiam vi era il reverendissimo di Grassis. E il Papa, inteso era esso Orator, lo fe’ chiamar, el qual si dolse di certa innova-fata a le poste a li corieri nostri, unde il Papa ordinò uno breve a domino Pietro Bembo non fosse innovato alcuna cosa. Poi li dimandò di fanti. Disse el Papa : « Havemo mandà do a posta, speremo con-zerano le cosse ». Il fiol di domino Zuan Ilemanuel é andà a parlar al Viceré, il qual scrive averli parlato, non ha auto ancora risolution da lui, dicendo « inlen-demo dilli fanti è mal in ordine e senza arme il forzo, havemo mandato danari al conte Guido Ran-gon fazi 1000 fanti, mandemo danari a sguizari, si-chè senio su gran spesa » dicendo, si volemo difender, dicendo li daremo danari, pur scusandosi quel so nontio passò la commission. Sichè, scrive non si poi saper come vadino quelli fanti, et è causa di gran importanlia. Disse il Papa « avemo letere di A-lemagna, di 26 over 27, la dieta si dovea principiar il zorno scquenlè» e altro non disse, ma lui Oralor ha inteso che predicò in Germania uno frate di san Domenico conira quel fra’ Marlin Lullier, da-nandolo havia fato brusar il decreto, e che quello perleniva a la Cesarea Maestà ; le qual parole par il Papa 1’ babbi auto a mal. Scrive, si provedi di soi danari per il viver e di corieri, non ha il modo, si non si revoca certa parte, li bisognerà impegnar arzenti e altro, et de lì si trova a 40 et 50 per 100 di usura e l’anno. Di Napoli, di Hironimo Dedo secretano, di 380 primo. Come ¡1 Viceré mandò quel Antonello Grillo maestro di campo con li fanti con il mandato come scrisse, e manda la copia, e di più non lochi i lochi del signor Prospero, e solicili il carni» loro. Scrive, eri sera vene il marchese di Pescara e il prior di Barlela, qual è stali a far la division di alozamenti e il Viceré li darà il governo di fanti al dillo Pescara. Scrive di Alban, è in reame da 2500 che abitano de lì con le soe famiglie, sichè sì polrano poner a cavalo e sarano boni slralioti, e poi dii regno barano zerclia altri 600 cavali, e far capo dì diti stralioli ditto Marchese. Sabato el Viceré con questi dii Con-sejo regio e di santa Chiara e di la.Surnaria si redu-seno in caslelo, perchè il Viceré voi ducati 80 milia dia aver al tempo era col campo in Lombardia, e per danari spesi in li fanti solo Ravena, e questi di la Sumarìa voriano pagarlo con li danari dati, sichè la cosa è posla a la raxon al Consejo. Dii dito, di 3. Come il Viceré manda il conte Lodovico di Monlalto a l’Aquila per far processo contra il colile di Molitorio per quelli di l’Aquila ve-neno qui a dolersi di lui; il qual è qui, dito conte di Molitorio, e siegue parte Orsini e Colonese. Dillo Monlalto va con cavalli 100 et 200 fanti. Scrive, va etiam 400 lanze, et li fanti andono a Cajeta e monte Corvino. Scrive, il ducha di Termini ha scrito ad alcuni soi lmmeni d’arme è qui, cavalchi fin 8 zorni a l’Aquila. Scrive, le zente d’arnie tuttavia cavalcha verso Civita ducale, dove seguite cerio inconve-