10 MDXX, LUGLIO. 50 Ozi che fo fulo Io primo abochamento, son andato a Guagni per vedere l’ordine dii re d’Ingallera, f) ' qual era ut infra. Prima li erano 2000 in uno baiagliene con li sajoni indosso, bella gente et bene in ordine solum con le spade et li brachetti, quali andavano armali con li 200 arzieri dii Ite, parte cingevano tutto il baiagliene con le alabarde. Apresso li erano circha 400 zentilhomeni lutti vestili di velulo Ira negro et cremesin, tutti con le colane grosse al collo, poi li erano li signori de Ingallera vestili di brochato d’oro solo, poleano esser sei o olto in tulli quelli haveano brochato, poi li erano 12 ma-zieri, apresso li quali erano 12 trombeti vestiti di damasco verde et bianco, poi 12 araldi lutti con le insegne di Anglia, poi li era il Contestabile de Ingalte-ra con la spada nuda, apresso lui era il Re sopra uno corsiero bajo chiaro con uno sajon d’arzenlo bellissimo, uno scofiolo d’oro a la testa, et una ba-reta di velulo negro con una penna negra che li veniva (ulta davanti intorno di la barda, aveva 12 staferi vestili di broealo et di velulo cremesino. Apresso lui li era il Cardenale, et poi il Cardenale 7 pagi con li sajoni la mila d’oro e la mila di ererne-sino sopra 7 corsieri che mai si videno li più belli, forniti tutti a uno modo di oro et arzento ballilo, et cussi era fornito il cavalo dii Re; et cussi ordinarie se ne andorono passo passo. E visto questo ordine, tornai a veder quello del Re nostro, qual era in questo modo. Non li era fante alcuno, ma zercha cavali 400 lutti zentilhomeni ben in ordine, e di sajoni il’oro no erano per uno 20, poi li sguizari con le pene ne le barde che inumavano il cielo, poi li Irombdi, videi tee t 12 mischiateli con 12 araldi, e li tromboni quali sempre sonavano, apresso loro li erano lo duca di Lorena, Lanson, Yandome, la Tramo-glia, l’armirajo monsignor .ili San Polo, li Maniscalchi et parecchi altri signori, lutti coperti di brochato d’oro rizio, poi monsignor di Lautrech d li do soi fradeli monsignor de Spero et il Cliiatobrian con li sajoni d’oro rizio, et sopra li sajoni una zimara di brodiadelo, lutti quatro ad una fogia, poi monsignor lo Conteslabele con lo sajon ili brochato rizio con la spada nuda avanti il Re, e inanli dii Con-lestabele era il Gran scudier ben in ordene lui et lo 10 cavalo a gran recitami, poi li era il re Christianissi-mo sopra uno corsiero fornito di una sopravesla tutta carica di oro, cossa mollo superba, con uno sa-jon di broealo rizo soprarizo, con una zimara come quella di Monsignor illustrissimo, ma era di brocato in negro tutta coperta di piere pretiose, con 12 sla-ficri vestiti di brochadelo a la divisa, poi gran turba di zentilhomeni tutti coperti a oro, poi li arzieri et li capitani havevano sajoni con sopravesle tutte coperte a oro, e cosi li capelli in testa, cossa molto superba, e così ordinarie giungevano l’uno et l’altro Re fino al loco di parlarsi. Il loco è una valle sopra il terreno d’Ingallera antìqtiitus apelìcita Val di oro, in mezo di la qual li era una paviglione d’oro in cremexin dii predito Re dove doveano jo-strare, ma prima si doveano incontrare longe dal paviglione per uno Iraeto de mano a una lanlia impiantala. Da l’uno a l’altro canto di la vate li sono due coline tanto alle l’una come l’altra e da l’uno canto è di l'ranza, da l’altro Anglia con le loro gente. Poi comenzarono a discendere lutti do ad uno tempo ne la vale, e con loro non vi era salvo li do Contestabili con le spade nude in mano et do stafieri per uno, e quando forono 12 passa in zercha, il Re anglesc si cavò la bareta e spinse il cavalo e il Re Christianissimo fece il simde, si abrazarono e ragionalo uno pocheto descendetero, et smontali in terra, si abraziarono una altra vòlta, et steteno uno pocho abraziali, poi si aviorono verso il paviglione, il Re nostro sempre a man drila, ragionando et ridendo introrno dentro il paviglione. Lì entrò il Cardenal anglese e l’Armirajo, dove steteno per spazio di una bora, poi lo Conteslabele di Anglia menò lo nostro Conteslabele dentro, e poco siete il Re a ussire, poi li principi di l’uno e l’altro feno reverentia al Re con grande careze, poi steteno (ulti insieme a divisare, et lì andò el Tresconiino vestito a l’albanese, quale li dele gran piacer, e si stele che il sole era già tramontato, e si tornorono ad abraziare e mon-torno a cavalo e di novo se abrazorno e pareva non si sapcsscno partire l’uno di l’altro. Doman si dice il Re anglese verà el anderà a visitar la Regina madre. Letera dii dito, di 14 Zugno a Frenes. jo* Domenega, che fo a dì 10, se feeeno i bancheti. Il re Christianissimo andò a disnare a Guagni con la Regina d’Ingallera, e il re d’Ingallera ad Arda con la Regina nostra. Col re Christianissimo andorono il duca di Lorena, il duca di Barbon, il duca di Van-domo, monsignor l’Armirajo, monsignor di la Tre-moglia, monsignor di Laulrech, con assai signori, quali non so nominare, tutti vestili di broealo d’oro. A uno medesimo segno si partirono da li alozamenli, dati li segni de uno o do colpi de artelaria, e il Re anglese si vene a incontrare ne te lize, el abraziatosì steteno alquanto a ragionare, poi cadaun andò al