385 MDXX, NOVEMBRE. 386 236 Da Constantinopoli, di sier Thomà Contarmi baylo nostro, fo letere di 15 Octubrio portate qer questo orator dii Signor turco : di esser andato a basar la man al Signor, e li presenti dati et altre occorentie come dirò poi. Da poi disnar, fo Colegio di Savii. In questo zorno, in la Quarantia civil novissima, fo expedita nel terzo consejo la sententia di Prove-dadori sora le camere contra sier Ferigo di Renier, fo podestà e capitano a Crema. La matina parloe domino Bortolamio Da Fin dolor avochalo dii Renier; li rispose domino Petro de Oxonieha per la Signoria. E tornati poi disnar li Quaranta, parloe sier Zuau Antonio Venier per il Renier; li rispose sier Alvise Badoer per la Signoria. Li rispose sier Ferigo di Renier proprio e parlò ben ; poi parlò domino Petro de Oxonieha dotor una altra volta. Andò la parie: 13 bona, 14 taja ..., non sincere, et cussi fo tajà. Era hore 5 quando se vene zoso. In questo zorno in l’auditorio a San Marco, domino Matteo Bonfin romano lezè publice, zoè fece il principio di una oralione. Vi fu assai patricii ; Io non vi potei esser. Continuerà a lezer l’oration di Tulio. A dì 14. La matina redulo il Colegio in l’audien-tia di sopra, vestito il Doxe con manto di veludo cre-mesin fodrà di armelini con campanoni d’oro, et il Colegio di scarlato e alcuni di seda, fq mandati 24 zentilhomeni a levar l’oralor dii Signor turcho, et condurlo a la Signoria, e li do dotori sopranominati erano vestiti di veludo. E questi cinque veneno di più di queli scripti di sopra che fono eri: Sier Lorenzo Capelo, fo capitanio a Brexa, qu. sier Michiel. Sier Piero Zen è di Pregadi, qu. sier Catarin el ca-valier. Sier Benedeto Gabriel, fo provedador a le biave, qu. sier Alvise. Sier Faustin Barbo, fo avogador di Comun, qu. sier Marco. Sier Lorenzo Falier, è di Pregadi, qu. sier Thomà. Et conduto dito orator a la Signoria, il Principe si levò di la sedia soa, ajutato da li donzeli, li vene contra un podio e li tocliò la man, recevendolo ale-gramente. El qual poi sentalo apresso Soa Serenità, interprete Hironimo Surian da la Canzelaria, disse 236* Da poi disnar, fo Pregadi. Et prima si andò al parentado di la neza di sier Andrea Grilli procura-lor maridada in sier Zuan Pisani di sier Alvise prò- 1 Diarii di M. Sanuto, — Tom. XXIX. curator dal Banco con dota di ducati.... Vi era il Legalo dii Papa episcopo di Puola; e niuno di loro do procuratori veneno in Pregadi, et il Consejo si reduse tardi. Fu posto, per li Consieri una taja a Lignago, vi-dclicet dar libertà a sier Francesco Lippomano provedador di Lignago, atenlo l’homicidio perpetralo in la persona dii qu. Antonio di Marozi e feride date a so mojer per Marco Antonio Francesco doli dii qu. Baptista Marego, e questo per lite havevano a li Auditori novi, videlicet di proclamarli di novo e possa bandirli di Venetia, terre et lochi, si da terra come da mar, di L. 500 vivi et morii 300 per cadauno, e li beni confiscadi, justa la parte. Item, far proclamar chi acuserà li altri habi taja L. 500 e sia asolto dii bando, essendo compagni, ma non de li nominati di sopra ut in parte. Et fu presa, ave 120 de si, 2 di no. Et lo letere scrito per il prefato Provedador di Lignago in questa materia sono di 8 et 29 Octubrio, le qual l’altro Consejo fo lete. Fo leto una letera di sier Donà da Lese podestà et capitano di Cao d’Istria, di 18 Octu-Irrio. Come era stà roba sali nel magazen di domino Cristoforo Zaroto dotor, et par siano stali alcuni calafati eie. ut in litteris. Fu posto, per i Consieri, dar libertà al profato Podestà et capitano di Caodistria, alenlo il furio e contrabandi fati di sai per uno Piero e Aguslin fradeli calafati, et Balista calafado, liabi libertà proclamandoli di novo di ponerlo, dito Piero, in exilio di questa cilà, terre et lochi eie. con taja vivi L. 500, morii 300 per cadauno. Item, meler in exilio Batista calafado et Aguslin sopradito di l’Istria e di la Patria di Friul e di questa cilà nostra e dii dislreto, con taja ut supra sicome esso Podeslà conseja e dice è da far per sue lelere, e i loro beni confiscadi ut in parte: ave 124 di si, 24 di no, el Io non la vulsi. Di Fransa, dii Badoer orator nostro, date a Btes, a dì 29 Octubrio. Come eri al lardo zonse il Cristianissimo re, serenissima Regina el Illustrissima madre lì, e havendo ricevuto nostre letere di 9 zerclia la richiesta di lo illustrissimo Lulrech che el Governador nostro e il clarissimo Griti debano andar a Milan etc. a consultar, andò ozi da Sua Maestà exponendo ditte letere, et la raxon per le quale pareva al Senato non far questa movesla, remetendosi però a Sua Maestà Cristianissima. La qual rispose voleva considerar la cossa. Poi disse era venuto uno ispano dì qui dei zentilhomeni dii duca di Lerma (?), qual 25