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MDXXVI, NOVEMBRE.
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    che saria gran peccato lassar succeder tanto male posendo oviarlo, perchè sia certissima Vostra Ma-gnificentia che hungari non aceterano nissun forestiero tra loro per signore, nè credo che solo Idio li caverà di core mai el patron mio per la gran fede et amore che hanno posto a sua signoria per le grande fatiche et dimostrazion che sua signoria ha falto per loro a sue proprie spese. Però io non dubito nulla che’l Vaivoda possa far opera alcuna, nè frutto bono in questo regno, per esser lui conossuto horamai in tutto’l regno da li popoli et signori imperito homo a condur exercili, né exercitar la milizia, le qual due cose sono più bisognante a questo reame a questi tempi che adesso coreno, quanto il viver proprio.
        Nili habiamo di novo de Italia de grande guerra, ma non cosa niuna certa sapemo, salvo parole vul-gare, però prego Vostra Magnifìcentia cordialmente quella si degni per sua Immanità et clementia farmi partecipe di qualche nova degna di fede di le cose
155	de Italia, oferendomeli esser sempre servitore et bon amico parciale in tutte le cose possibile. Et come ante dissi, per l’avenir de altre nove che succederanno in queste bande sarà avisata Vostra Ma-gnifìcentia. Nolifìeandome Vostra Magnifìcentia nova alcuna, potrà drizar le lettere qui in provinzia de Semogivar a li locotenenti del signor conte Cri -stophano etc.. Come ho sopra ditto, sarò qui a la conservation de questi contati perfìna la venuta del mio gratioso signor et patron. Nec alia, A Vostra Magnifìcentia de continuo me ricomando et oferisco da cordial amico et quanto servitore. Vogliando scriver cosa alcuna, Vostra Magnifìcentia porà dre-zar le lettere a Bucari in mano del castelano. DatainSemogia, die22 Octubrio 1522 (sic).
        Bon amico et servitor de Vostra Magnifìcentia Hironimo di Zara manti propria.
    A tergo : Magnifico et generoso domino Joanni. Antonio Dandolo patricio veneto, tanquam domino et amico honorando. Veneciis.
Signori morti in lo conflicto.
    La Maestà del Re.
    Arziepiscopo Strigoniensis.
    Arziepiscopo Colocensis.
    Episcopus Baradinensis.
 I	Episcopus Quinqueeclesiae.
 Episcopus Javariensis.
 Episcopus Zomadiensis.
 Georgius Sepessi frater vaivode Transilvaniae.
 Joannes Draffl.
 Antonius Pallozi.
 Gabriel Peroni.
 Selzi Tarnas Dux.
 Joannes Paxi.
 Emericus Vardai.
 Michael Vardai.
 Joannes Maytini cum fratre.
 Petrus Corlazius.
 Michael Fechetri.
 Ambrosius Sarchagni.
 Stephanus Azilli.
 Michael conservator.
 Ladislaus-Vas.
 Andreas Trepcha.
 Franciscus Orsian.
 Franciscus Hampoa.
 Joannes Bathiyani.
 Carolus Yspanus.
 Antonius Nagi.
 Nicolaus Jossa.
 Sebastianus Sechey.
 Bened ictus Posar.
 Stephanus Zagai.
 Franciscus Tacossi.
     Et molti altri, che ancora non si sa di loro siano presi o morti.
    A dì 21. Mercore fo la presentazion di la Ma- I5gi dona. Li offici non sentano, ma ben le Quarantie, et si lavora per la terra.
     Vene in Collegio uno hebreo vestito di soldato, qual é locotenenle del capitanio Michiel Gosmaier, vien di campo con lettere di credenza del ditto capitanio, qual disse el lexè una scrittura mandava dillo capitanio a la Signoria, che se li diano 1000 archibu-sieri et una banda de grisoni et certo numero di cavalli, con li quali voi andar a la volta di Trento et far sulevar quelli villani, et melerà grandissima combustimi in Alemagna.
     Et il Serenissimo li usò grate parole, ringhiando il bon voler di esso suo capitano Michiel Gosmaier, et tal aricordo si consulteria.
 Fu terminà per la Signoria che Zuan Battista di
     (1) La carta 155 * è bianca.