567 MDXXVII, GENNAIO. 568 334») Copia di una lettera di lo illustrissimo signor duca di Urbino capitanio generai nostro, data in Bergamo a dì 30 Decembrio 1527, drìzata a missier Baldo Antonio Falcutio suo orator. Nobilis dilectissime noster. Essendo che inimici de Milano siano per passare ad unirse con lanzchenetti de là da Po, et che per essersi dato tanto di tempo da poter provedere Piasenza di gente, et altre sicurezze che gli pono far imaginar la impresa di quella molto difficile correndo maxime i tempi che correno, per non perdervi il tempo potriano unitamente drizarzi alla volta di Toscana, non solamente per cavarne denari per el presente lor bisogno ma per redurre quel stalo a loro devotione et firmarlo, di sorte che ne potessero cavare de le altre volte, et per guadagnare el Papa. Et potendosi questo tanto temere quanto moltissime ragione ne danno causa, et essendo di quella grandissima importanlia che è, ne pareria che fusse da fare ogni provisione per remediarvi, et che il modo fusse questo. Et prima, che subito che gli nemici havesseno cominciato a passare Ponte tremoli, tutte le genti di Piasenza, lassandone però qualche banda lì, se inviasseron con quelle di Parma et Modena, et se ne facesse tante altre in Bologna che facesse la quantità de diecimilia fanti pagali et buoni, et coli un buon capo andassimo entro in Firenze per resister alli inimici di fora et per tener ferme el salde le cose del Stato. Le gente francese fusseron alla coda loro, et passato che havesseno nemici Ponte tremoli se fermassino lì con la testa, el parendoli poi di dare qualche suspilione o altro a Genoa el facesseron, lassando buon ordine et provisione in Piasenza del fortificare, per li respelli che apresso diremo. Le gente venetiane an-dasseno alla volta de Bologna per favorir le cose de Fiorenza et tener salde le cose de Bologna et de la Romagna quando altro acascasse di Fiorenza, et ivi rassettare et crescere il numero delle nostre fantarie a quella quantità che paresse bene per far lo effetto che diremo, et in caso che le cose di Fiorenza facesseron novità di Stato, nel qual caso pensiamo se fesse nova provision di governo in Sedia 334* Apostolica, in questo caso se cercasse con ogni forza tenere a conservar Bologna, et le gente francese tenesseno Piacenza acostandosi con noi et noi (1) La carta 333 * è bianca. con loro secondo li bisogni ; et quando noi ci trovassimo in quesli luochi, pensiamo non dovesse dispiacere alli regenti de la Sedia Apostolica et lene-ressimo la guerra fuora de li nostri paesi et con comodità, et suspese tutte quelle terre et bande che quando loro ne fusseron patroni non solamente ne haveriano dinari, ma tanta et tal gente della quale noi saressimo privati, che potriano dar gran fastidio alle cose della Serenissima Signoria. El diciamo altrove che Bergamo et questo voressimo fusse il nostro primo fundamenlo, procedendo poi secondo le occorrentie che venisseron, et in questo mezo lo illustrissimo signor duca di Milano con le genti che ha, et se non bastasseno aiutarlo di quelle che fusseron necessarie, attendesse a spianare più che potesse le fossa et repari de Milano, quale, secondo se ha aviso lassano con nissuna o pochissima guarda, acciò che occorendo qualche reculata de li nemici non se facesse lì nuova resistenlia per lo favore haveriano dal castello. Et Sua Signoria Illustrissima potria revedere et assetare le cose de Lodi, et de qua non se attentare le cose di Bergamo, et fatto che havesse Sua Excellentia lai effeto, se potriano apresenlar de le altre cose non de minor importan-tia. Circa alle cose de Fiorenza, siam certi che a quella banda verso Lucca ce sono de castelli et luochi che con poca gente se forniriano et dariano gran disturbo alli inimici et tempo alla impresa per essere de inverno, et però volemo che, facendo intendere il tutto per parte nostra a la Serenissima Signoria li subiungiati che, satisfacendoli questo nostro parere, seria de scriverne ella subito a Nostro Signore per darli animo el aziò Sua Beatitudine ordinasse el comandasse alli agenti et ministri suoi in quelle bande che andando noi là fussimo recevuli, et de noi se valesseron come de amici, et medema-mentt scrivere qua a questi clarissimi perchè soli-cilassino, el provedessino ciò che fusse necessario a questo effeclo, per il quale, stante le cose così, non manchiamo però per quanto possiamo de quello che se conviene, conoscendo quanto a questo importa la presteza, el bene valete. Da Bergamo alli 30 di Decembre 1526. Dux Urbini etc. ' Urbis prae-fectus,Serenissimi Venetia-rum Dominii Capì taneus ge ■ neralis. A tergo: Nobili dilectissimo oratori nostro Ve-neliis, domino Baldantonio Falcutio Venetiis.