151 MDXXVI, NOVEMBRE. 152 A dì do. La malina fo il zorno di morii. Da poi la messa si redusse il Collegio. Fo lettere di Bergamo di reetori, di 30. Con avisi hauti dal Graugis, che lanzinech sono per calar et che lui con Grisoni varderauo quelli passi. Di campo, di Lambrà, del Pixaniprocura-tor et Pexaro procurator, proveditor generai, di 31, hore . . . Come erano in quella malina levali di Lambrà per Pianlello ludo lo exercilo, et hanno mandato il signor Sforzin a Lodi per levar li fanti nostri sono de li, et voleno meterli quelli in Monza et fortificar ditta terra. De li ditti, da Piontello a dì ultimo, hore ... di notte. Come erano zonti lì a hore 4, el nel levar che feno il campo di Lambrà quel zorno, quelli di Milan ussirono con archibusi et hanno sca-ramuzato con li nostri, et morto uno di nostri et di soi do fo morti et uno preso. Laudano la probità del Capitanio zenerale. Esso provedador Pexaro voi licentia di venir a repalriar, et si mandi uno altro in suo loco. Fo scritto per Collegio in campo, mandi 3 in 4000 fanti et la compagnia del signor Vitello Orsini, et il signor Cesare Fregoso con 150 homeni d’arme et 500 cavalli lizieri verso il veronese, percausa di quelli lanzinech che voleno calar. 82 Di Verona, di reetori, fo lettere di 31. Zerca questi lanzinech che calano, et mandano li avisi hanno di questo. Di Bassan, Vicenza et Feltro, di heri, in conformità, che hozi li lanzinech dieno far la mostra a Bolzan et tocarà danari. Danno fama 20 mila fanti, 15 carele di artellarie; hanno ponti fatti sopra cari su le barche, et è capo di cavalli uno nominato Corpo, et di fanti il capitanio Zorzi Fransperg et lavoravano uaa strada con piche in Valsugana a la volta di Bassan. Di sier Hironimo Zen capitanio di Vicenza, date a dì primo a Tiene. Come era cavalcalo li, atende a ro nper li passi, voi gente da guerra. Vene in Collegio il signor Camillo Orsini con-duttier nostro, qual fo persuaso andar a Padoa et ordinar lì et poi in visentina. Disse questi lanzinech calerano per disturbar l’impresa di Milan. El qual parte hozi, et fo scritto a Padoa et Vicenza di la sua venuta. , Da poi disnar fo Collegio di Savi ad consulen-dum. Et il Serenissimo, con li Consieri et Cai di X messeno ordine di expedir li Boli di sier Lorenzo Valier per provarli nobeli, zoè sier Alfonxo, sier Simon, sier Hipolilo, et raduti mancò sier Nicolò Bernardo el consier, tamen in loco suo fu butado sier Piero Bragadin consier da basso, ma mancava sier Hironimo Grimani Cao di X, qual è amatalo; et bisogna far uno Vicecao di X per il Conseio : sichè non fono in ordine, et fo rimesso a uno altro zorno. Di Boma vene un eorier eon lettere di l’Ora-tor nostro, di 28,29 et 30. In conclusion, colloqui hauti col Pontefice, qual ¡voria si tolesse la impresa di Zenoa, et si mandasse Zanin di Medici a quella impresa. Et come erano stà cavati pezi 7 de artel-laria grossa da campo et posti su la piazza del castello, et poi levati et portali verso porta Santo Janin. Et dimandato al Papa la causa, disse per mandar a luor cerli castelli leniva il Cardinal Co-Iona et si ritrova a Caiela indisposto si dice, et che li 3000 sguizari partili dal campo erano zonti vicino a Roma, et damatlina overo doman adì 31 doveano intrar dentro; sichè haverà il Papa fanti ... Item, li parlò zerca dar la mità di danari voi il ca-stelan di Mus per la liberation di oratori nostri, si-come el Vizardini havia ditto era contento contribuir. Soa Santità disse non haver al presente danari, ma faria, eie. Et il Datario disse che il Papa contenterà ben pagar la soa parte. Item, delzonzer lì monsignor di Langes tornato di Pranza con lettere del re Christianissimo al Papa, qual li offerisse darli ogni aiuto et venir in persona bisognando a defension di Soa Santità, et che’l mandava el signor 82* Renzo da Cere a Roma per esser della l'azion Orsina. El qual Langes li havia ditto che si era pegri a la impresa di Milan et quella di Zenoa, et si havia manco zente in cilmpo di quello eramo obligati; con altre parole. Item, come il Papa havia suspeso il mandar di oratori in Pranza a Cesare et Anglia per exortarli a la union contra turchi, vedendoli essi Principi volonterosi di far paxe et maxime Cesare per le lettere haute di Spagna. Et come havia expe-dilo l’arzivescovo di Capua a Napoli a parlar a don Ugo di Moncada. Scrive di la morte a Civitavecchia di sier Francesco Loredan qu. sier Nicolò soraco-mito, qual rimase de li amaialo, el qual morite a dì 25 del passalo. Concludo I’ Oralor, il Papa non fa provision dì danari. Il Papa voi mandar in uno castello ad alozar le zenle. Scrive, l’orator del re di Portogallo non voi più andar in Spagna et non farà nulla con il suo Re. Vene in Collegio domino Francesco Taverna oralordi Milan, qual disse ch’el non.leniva che i lanzinech calasseno ancora. Et disse saria bon que- *