293 MDXXVI, N0VEMBBE. 294 et fa la Signoria nostra, perchè hessendo l’Impe-rador insignorito di Lombardia, il Papa saria suo schiavo. Promesse scriver caldamente. Da Lion, del signor Renzo da Cere fo lettere, di 18. Del suo zonzer li, qual vien a Roma di ordine del re Ghristianissimo, et userà diligen-tia in andarvi. Fo scritto per Collegio a Roma et Franza di queste occorrentie di lanzinech, exortando a non mancar. Da Ruigo, del Podestà et capitanio. Come havia fatto restar lì li fanti del capitanio Pecolaro che doveano andar in campo, per questi tumulti. Che Nicolò Varala a Carpi feva zente. Fo scritto a Ruigo laudandolo, et retegni (ulte do le compagnie, et se li mandi danari, et scritto al campo li mandi a Ruigo subito 100 cavalli li-zieri, et scritto a Padoa mandi il vicecolaleral a Ruigo a far la monstra et pagar quelli fanti, dove è stà a Ruigo inviati danari per darli la paga. 1621) Exemplum. J. C. Messer Agustin carissimo. Voi sapete come dai doi zorni in qua me son levato da Cassano per 1’ ordine del signor Prove-dilore et clarissimo Pisani, et son venuto all’obe-dientia del clarissimo Pesaro a l’impelo de questi lanzchinecchi, li quali, come credo sapete,sono passati per il monte di Bando apresso al Iago de Ider, et venuti al logo domandato li Cazi, et da Sabio butano el ponte in sul Thies et la montagnia de Magno, vano a Gavardo dove io la seconda notte li alozai apresso a nn miglio a un loco chiamato Chatroise, ad effetto per veder che camino haveamo a pigliar. Venemi poi in su la mezza notte ordene che mi dovesse levar perchè dubitaveno de mi per esser tropo propinquo al inimico, et veni aio-zar a Predegi. Heri matina poi, per ordine del signor Proveditor, lutti li cavalli liggieri et parte de li homeni d’arme alla ligiera andassemo ad incontrare li inimici che erano levati da Gavardo, et li trovassemo a Calvazise, li quali ordinatamente venivano in 3 bataglie, l’una di bagalia et l’altra da fazion, I’una antiguardia, l’altra retroguardia, con bandere 35, salvo il vero, per quanto si po- tea numerar. Con una grossa schiopettaria da heri mattina in fina un’ora de notte continuamente fantaria et cavalli scaramuzazzemo cum loro, tenendoli sempre stretti et fazzendoli tenir la briglia in mano. Et ve dico ben il mio parere, se li fusse stato 400, o 500 archibusieri, la sua retroguardia heri sera in sul tardi se rompea et fracassava ; ma a dir el vero, poco numero non po far fazende assai. Dove poi fatto questo, scavazorono questi montaselli fra Lunado et Padagi et andarono alla volta de Caslion da le Stivere, el Io signor Pexaro et messer Bernardo da Roma et io li seguitas-semo fin hore 4 in 5 di notte, et ancora non li possesemo veder affirmati in li alozamenli. Et perchè le compagnie erano strache et atlilte per esser stali el giorno et la notte inanzi in arme, el poi tulio heri scaramuzar dalla matina alla sera, fu de necessità tornarsene, io con tutte 3 le compagnie ad alozar a Calzinado et a Lonado, dove anchor qui siamo : penso stanotte overo damattina se aleveremo. Ve ho ditto quanto è seguilo fin a questa notte passata, aziò che sapiale ancor voi li successi de la banda di qua, et anche ne possiate partecipar con li amici et patroni miei, et maxime con il clarissimo Trevisano, Miani, Morexini, Moro et a chi altri parerà a voi, fazendome ben ricomandato. A sue signorie non li scrivo perchè non 162* ho tempo, fatte la excusation mia. Scrivarete fin a Castelfranco della mia salute, el ancor di novo come qui de sopra scrìvo, a voi me offerisco. Data in Calzinà a dì 20 Novembre 1526. Thomaso de Costanzo etc. A tergo : Al mio carissimo et bon amico messer Aguslin Abondio etc. In Venezia, in casa de messer Zorzi Franco, a San Zacaria. Da Brexa, di sier Riero Mocenigo capitanio, di 20, hore 16, particular a sier Nicolò suo fradello. Come inimici heri sera veneno alozar a Gavardo mia 15 lontan de lì, et tiensi habbino ad andar sul mautoan, et manda questi avisi, habuti in questa matina. (i) Li carta 161 ' i bianca.