757 MDXXVII, GENNAIO. 758 Gasparo Coniarmi, a veder si è cosa contra la Chiexia ; et debbano referir a li Cai di X. In questa malina partite sier Agustin da Mula, va fino a Pexaro con barca, et de lì per terra a Civitavechia a montar Proveditor su l’armada, con una lettera drizata a sier Alvise d’ Arrner proveditor fata per il Conseio di X con la Zonlu, che subito li consegni la sua galla, et lui con suo Gol sier Alban, etiam Sopracomito, vengi a presentarsi ai Cai di questo Conseio di X, et lui sier Agustin fazi diligente processo conira di lui, fìol et altri di le opposition fateli, qual li è sta dato in nota ; havendo libertà di tromentar eie. per saper la verità , et sotto bolla li mandi di qui. Et con lui è sta mandato Nicolò di Gabrieli secretano, aleride a P Avogaria in criminali per esser nodaro, aziò fassi il processo. Da poi Conseio, il Serenissimo con il Collegio si reduse a balotar earatadori de dacii. 452 A dì ultimo. Questa notte partì sier Marco Minio va orator al Signor turco, con la galia so-racomito sier Andrea Contarmi qu. sier .... Di Caxal Mazor, di sier Domenego Contarmi proveditor generai, di 29. Come andava conira il Capitanio zeneral eh’è lornà di Mantoa; et altre particularità ut in litteris. Di Parma, di domino Francesco tìuizar-dini locotenente pontifìcio, di 27, al Legato qui. Come è satisfato di la Signoria nostra, et stà di bon animo, et andarà col marchexe di Saluzo a Caxal Mazor a consultar col Capitanio zeneral etc. Scrive nove de inimici ; et Barbon va inanli in-drio da Milan a Pavia, et che non hanno danari etc. In questa matina, in Rialto, di ordine di Cai di X fo fato una crida, che si dà licentia a tutti di stravestirse non portando arme, nè menando femene, sotto pena etc. ; la qual crida fata, subito si comenzò a stravestirse. In questo zorno, per esser .... di San Marco li oficii non sentano, nè le Quarantie. Fu cantà solenne messa in chiesia di San Marco, et fato poi disnar solenne vespero ; ma le botege si tien aperte et lutti lavora. Da poi disnar, 'fo Collegio di Savii ad consu-lendum. Di Roma, di V Orator nostro, di 27 et 28. Come 1’ altro heri andono a male cerca 200 fanti del Papa che andavano al campo, et da una imboscata che haveano fatta quelli che stanno in Pa-liano et in Rocca di Papa, et hanno relenuto pre- gione un capitanio che si chiama il Cuia. Altro non è successo. Et in le lettere di 28, di V Orator nostro, scrive, il Papa, chiamato l’Orator nostro a se li disse poco havia mancato che il signor Renzo non fusse stà preso da certi cavalli yspani ; con dirli francesi sono atomo Frixolon dove è gran carestia di farina et li manca P acqua ; et come Soa Santità vedeva le provision di Franza esser tarde, et disse: « La Signoria et vui altri sete a Venetia in silo fortissimo, ma nui qui non. » Et che ’1 non havia danari ; et che havia parlalo con il zeneral di San Francesco et Cesaro Feramosca zerca queste trieve ; et che havia terminato far una suspensión di arme per mexi 6 ; et come era in soa libertà farla per tre anni con li capitoli zà dilti ; et che ’1 voria la Signoria nostra inlrasse, però scriva che se li mandi il mandato di concluder. Et questi cesarei voleno 200 milia ducati : Soa Santità et fiorentini li darà, nè voi la Signoria pagi nulla. Et come li dava Par- 452* ma et Piasenza in pegno et il castello de Civitavechia in man di don Ferando fratello del marchexe di Mantoa fino che li exborserà li danari sopraditti ; li qual danari li dà per poter li cesarei pagar li lanzinech et mandarli a caxa. Unde ordinò li fosse dato la copia di capitoli aziò la Signoria li vedi et corezi ; in li qual è che si restituisca a Senesi il tolto et cussi a Zenoesi, et che le cose restino in Italia come le sono durante le trieve, dicendo: « Nui volemo farle et poi andar in Spagna per far la pace generai, etiam in Franza in persona » perochè il Feramosca li ha ditto al Papa voi Cesare meter ogni soa.diferentia l’ha con il re Chrislianissimo in Soa Santità, et lui spera di farla dicendo è vicario di Chrislo, et fa questo per ben di la christianità ; et cussi doveria esser contenta la Signoria per haver difeso quella contra Turchi. Hor in ditti capitoli è, che ’1 Papa per defensión de Italia sia tenuto dar 3000 fanti, 500 ho-meni d’arme, 200 cavalli lizieri ; et 1’ Imperador 6000 fanti, 800 homeni d’arme et 1000 lizieri. Item, che si perdona al cardinal Cotona et a li Co-lonesi. Et il Legato mandò a monstrar al Serenissimo le sue lettere di Boma, del Datario, che li scrive di 28. Li scrive ut supra : et che ’1 tien che per la nostra magnanimità voremo il Papa pagi 50 milia ducati per nui, et si mandi la risposta, et non si perdi tempo, et si fazi risposta resoluta. Li cesarei hanno il duca di Ferrara con loro, il qual DuCa è stato avaro fin bora, ino’ è diventato libe-