277 MDXXVI, NOVEMBRE. m lomeni gran quantità. Li liomeni da conto si con-152* teneno in questa poliza qui inclusa, quali sono mancati. Stele il Gran Turco tre giorni fermo al loco del conflitto fazendo taiar la lesta a tulli cristiani morti, et fezene far dui monti de corpi et due de teste. Le artellarie ungariche quali fono pezi 53, le feze portar in barche et condur a Belgrado. E1 terzo giorno li vene nova che el vaivoda de Tran-silvania era giunto a Buda con grande exercito per voler combater con lui. Habiando inlese lai nove, feze comandamento per lutto il campo che tutti li presoni presi nel conflitto el in le corarie fatte davanti et dapoi el conflitto zoè che era cum barba, fosseno decollati: cussi fono morti tutti. Questo fece per timor del Vaivoda. i\Ia la nova del Vaivoda era busa, perchè lui non era gionto a Buda nè partito de Transilvania, et questo solum per viltà de animo, perchè ^e intende che lui è uno feminil homo de core, et se ’1 fosse venuto al tempo del conflitto, come era el debito suo, mai el Turco vinceva, per haver lui genie assai, ben 40 milia, et bona genie. L’incargo si è dato lutto a lui de la perdition di questo regno. Habiando el signor Conte expedito li soprascritì ambasatori del Re, cinque giorni da poi sua signoria si parlile di Crovazia con tutte le sue gente. Essendo gionto nel regno di Sclavonia per andar al Re iusta la sua promessa, li zonse nova come era fatto il conflitto et rotto il Re, et non si saper donde fusse Sua Maestà. E morto la maior parte delli signori, lutto il paese si comenzò a po-ner in fuga, maxime li signori et nobeli el cita-dini de le terre, abandonando castelli et citlà, fu-gendo cui in qua cui in là, non restava salvo li poveri contadini, et anche di essi fugivano assai, maxime quelli che erano più propinqui a lo hosle turcale. Vedendo el signor Conte tanta fuga et vii animilà de lutti questi signori et paesi, et che se perdevano sì miserabilmente, fece un core di leone come el solilo suo, et pinse avanti con le sue zente tra la Sava et la Drava, dagando animo et core a ogniuno, maxime a li contadini, poi passò la Drava verso 1’ hoste de turchi apropinquandosi a loro pur refrancando il cor a li populi, et mandò forsi 500 cavalli verso Albaregal a dar animo a 153 quella città, el sua signoria tornò oltra la Drava in una terra ditta Chaprontzo et lì convocò tutti li signori et zenthilomeni del paese, donde a una voce comenzono a cridar et exclamar da proprio moto : « Vogliamo che tua signoria sia nostro go-vernator et defensor generale, et si damo tuli. sotto F obedienza toa, perchè al tempo del socorso de Jayza tu ci liberasti de turchi, et adesso in la perdizion di questo regno, siamo stali abandonati da tutti li nostri signori salvo che de tua signoria, però non vogliamo altri che lua signoria per nostro governatore et defensore. » Et cussi fono d’acordo tutti li baroni et zentilhomeni, et preseno sua signoria et lo levono in aiere tra loro tre fiate, significando superior et difensor loro contra ogniuno, sì turchi come etiain christiani cui li volesse far violentie, et etiam tra loro in lo paese sia difensor et pacificator de lutti. Et elesseno sua signoria et 10 reverendissimo Sagabriense per imbasator loro a la Maestà della Regina, qual fuziva in Posonia, per condolersi de la morte del Re con Sua Maestà. Poi subito sua signoria passò iterum la Drava per andar drieto li soi cavalli, qual erano andati verso Albaregal et la hoste de turchi, si per veder quello faceva il Gran Turco, come etiam per rifrancar 11 populi, donde in questo intervallo che ’1 signor Conte fu in Sclavonia, el Gran Turco mandò li sui sanzachi over bassa a scorer il paese, donde zon-seno perfin a Cinquechiesie per questa banda de la Drava et brusono Cinquechiesie, tutto il paese intorno, et dell’ altra banda perfino Semogia, et per la terzi oltra Albaregal dui zornate verso Alemagna, brusando ogni cosa, amazando femene et homeni, salvo menando via li putì. Et el Gran Turco con la persona sua è venuto lentamente continuo apresso il Danubio verso Buda, tuttavolta distrugiendo ogni cossa et amazando ut supra done et homeni. Gionto in Buda, qual trovò aban-donata et voda, stete tre giorni dentro et levò tutte le campane et tutte le artellarie antiche che stavano avanti il castello di Buda, el simile alcune figure di metallo che erano lì, et lutti certi pomi indorati quali erano sopra il castello, et in ogni altro loco, et tulio mandato per barche a Belgrado, et in questi tre giorni fece far il ponte da Buda in Peste, et se retirò sora de Buda il terzo giorno non olirà il ponte ma de qua del Danubio, et feze poner il foco in Buda et fatta brusar tulta salvo il castello. Poi mandò Abraim bassà a Strigonia et 153* prese la città et brusola tutta, essendo etiam aban-donata ; ma il castello fu battuto da ditto Abraim bassà, ma non li potè far niente. Et in uno loco ditto Pacos si haveano fatto forte li contadini da 6000 in cerca. Essendo gionto ditto bassà, li expu-gnò et li fu morto uno suo nepote, donde ditto Abraim bassà feze taiar a pezi perfino li putì in la cuna.