259 MDXXVI, NOVEMBRE. 230 lentia ha tolti tutti li arzenti rie le chiesie et le campane grosse, et non ha lassato altro che uno calice per chiesia, et ha toltoetiam li tabernacoli et zoglie, et li danari de le confraternite overo scole. Et che in una terra ditta Prudi, dove è una mano de San Zorzi ligada in uno brazo d’arzenlo, el fece chc’l piovan cavasse via la man et li desse tutto quel argento. El qual piovan ha contado questa cosa a esso Nicolò. El dicto Archiduea dà fama de voler far danari per andar conira turchi, che Dio voglia che’l sia cosi. El che in Austria et altri loci sottoposti a lui el tuoi de ogni dieci liomeni uno, et quelli nove che restano pagano quel uno, el che queste gente el le manda in Amburg apresso Posonia cinque miglia con voce de andar conira turchi; ma se iudifia per andar contro hongari per farse He ; et che a Viena erano ambassatori de Bohemia che recliie-devano el serenissimo Ferdinando per re de Bohemia, et che come l’ha compita una dieta, qual è per far adesso, el voi andar in Bohemia. Et che l’haveva facto retenir alcuni che portava lettere del magni- • fico messer Carlo Contarini orator. Interrogado se’l ditto Nicolò scia alcuna cosa di questi lancechenech che vieti in Italia, dice che a Viena fino al suo partir de lì, che fu a dì do de l’instante, non ha sentito parlarne cosa alcuna, però che 125“ j non sono sta facti nè asoldati in quelle bande, ma più presto alle bande de qui de Yspruch, che è molto lontano da Viena, et che però non ne scia cosa alcuna. El qual Nicolò su plica alla Serenità voglia eometer ed.ordinar credenza del nome suo che’l non sia nominato fora digesto Senato, aziò che di le altre volle el possi andar securo senza sospecto a far de questi et altri boni servici per la Serenità Vostra; alla benigna gratia de la quale humilmente se ricomanda. 126 Da poi disnar lo Collegio del Serenissimo el Signoria con li Savii, et balotono il resto di oficiali al viazo di Alexandria. Da poi aldileno la causa del conira bando di ze-noesi trovato in veronese, di zambeloli peze . . . I)a Legnago, di sier Hironimo da cha’ Ta-iapiera provedìtor, fo lettere. Come erano zonli a Brigarilin 10 spagnoli quali erano in Carpi, con una lettera di ferrarese, che scrive a uno suo li alozino in caxa sua secretamente. Et per esser ditto loco mia l i lontan da Liguago et 20 da Carpi dove sono assà spagnoli, dubita non vengino con burchiele per il Tartaro a robar quel loco. Fo scritto per Collegio si mandino di Verona 50 fanti in Lignago. Vene in Collegio sier Andrea Diedo qu. sier Antonio, et monstrò una lettera di uno suo fator del bassanese con aviso di 7 da Trento, come questi lanzinech si voleno calar et conzonzersj con zenle del duca di Ferrara et del marchese di Mantoa, et in uno lempo tutti romper a la Signoria nostra, et come calerano per la via del veronese, sicome chi scrive dice di haverlo aldito da li capitani. Fo scritto al Podestà et capitanio a Ruigo, atento quel contestabile voleva una patente del duca di Ferrara per li 1000 fanti voi condur, unde il Serenissimo non volse et fè scriver si licentii il ditto contestabile, et fo expediti due altri contestabeli con 100 fanti F uno. Fo letto una lettera di domino Jacomo Sta-fer sguim'ro. Avisa come a li passi li nostri soldati sono a custodia, et mal contenti. Fo balotà li oficiali di le galie di Baruto, vide-licet li corniti etc. A dì 13. La malina fo lettere di campo del proveditor Pixani et Pcxaro,di 10. Come il Ca-pitanio zeneral fa provision in caso ditti lanzinech calasseno per via del brexan o bergamasco, etiam nel veronese, et voi obstarli. Ha fatto far ponti su Ada; però non voria mandar più zenle di campo in qua. Scrive come, per il signor Alvise di Gonzaga era sta preso uno spagnol per il qual è stà scoperto uno tralado in Lodi con uno Clemente Vistarin posto a la custodia di quella città, parente di Lodo-vico Vistarin che fo causa si ave Lodi, el posto per lui ivi. Unde è stà scritto a Cremona al signor duca di Milan provedi etfazi retenir ditto Clemente, et era stà expedito domino Scipion di La Tela era per nome del Duca lì in campo a Cremona al duca di Milan per questo ofeclo. Il qual spagnol fu preso con uno villan andava in Lodi per tal tratado. El è stà scritto a Babon di Naldo è a la custodia di Lodi, fazi bona custodia et Io retegni. Del signor Camillo Orsini fo lettere di vi-sentina. Come i lanzinech calerano per la via di la Crovara el Chiusa nel veronese. Et era sier Alvise Loredan qu. sier Antonio camerlengo di Verona, venuto di qui a posta falla per difender la sentenlia fata per li rectori in camera, che’l ditto contrabando sia perso ; et parlò longamente domino Alvise da Noal dotor loro avocato, et li rispose domino Santo Barbarigo in favor di la sen-tentia : et non fo concluso nulla, ma si conzerà nel Conscio di X.