635 MDXXVIl, GENNAIO. 636 da Parma, di 8. Come el magnifico Guizardino ha haulo lettere questa mallina da Piasenza dal conte Guido Rangori, che scrive li cavalli legieri de spagnoli sono corsi insino a Piasenza, et che butavano un ponte sopra Po per andar a Piasenza ; et dice che li capitani de li lanzinech che erano a Fiorenzo-la sono stati a Pavia a parlamento con monsignor di Barbone. Questo magnifico Guizardino insta pur il signor duca di Urbino che ’I passi Po con lo exer-cito, et se lamenta molto di le. cosse del Pontifice non sono adatate ; et usa parole ut in litteris. Et havea mandato uno nontio suo al duca di Urbin; et come si duol di la indusia. Del ditto, di 9. Come il Vizardino, inteso la deliberation del Senato di far passar le zente, è resta mollo satisfatto, el il Capitanio li ha mandato a dir che come yspani passerà Po, exequirà lui il passar Po. Vene in Collegio lo episcopo di Baius orator di Franza con uno nontio del marchese di Saluzo nominato Lunardo Romulo, con lettere di credenza a la Signoria, el qual sollicila il passar del Capitanio zeneral Po con 1’ exercito per aiutar l’impresa eie. Vene etiam il Legalo del Papa, et parlò in conformità di quanto si ha per lettere di Roma, e disse scriveria al Pontifice una lettera in oplima forma, exortando Soa Santità a voler star saldo con la liga, et confortò si spazase questa sera a Roma per sostenir il Papa. Da Crema, del Podestà et capitanio, di 9, Jiore .... Manda questo aviso : 376* Copia di lettere di domino Matheo Mario Busseto gubernator di Lodi, di 8 Zenaro, di hore 4 di notte. In questa hora terza di nocte, è gionta una spia la qual Domenica fu presa da spagnoli a Zebedi, et per questo è lardato. Riporta, le gente d’ arme et cavalli legieri tulli esser usciti de Milano, et che Barbone era andato a Milano per farli uscir ; et che con sé havea il conte Lodovico Belzoioso eon poca gente ; et che Barbone havea con sé due compagnie ; et che il Leva era ancora in Milano, et non scia se ’1 Belzoioso dovea stare in Milano o non. Et dixe che voleano passare il Po ; ma che prima bulino il ponte voleno finir di pagar li lanzchenech di Pavia quali doveano finir fra tre di di pagar de la taglia imposta a Pavia, qual è de scudi 8000 ; el che non voleno butare il ponte fino che non sii fatto la massa, perchè voleno passare tulli ad uno trailo, dubitando che passando una parte, che la parte restasse non fosse in pericolo ; et che il ponte è ancora in Pavia. Vero è che a Santo Zanono se dice esser nave 18 gionle a due a due, et certi porli doppii ; et che le compagnie sono tutte come prima, excepto che quelli sono ussiti de Milano hanno ingrossale quelle che erano a Landriano et Videgul- , pho et Zibidì; et che olirà il canalle, scrissi, rollo a Zibidì, hanno ancora rollo il ponte. Vero è che il dì li pongono de le asse et la nocte le levano. Dice che a Cisiano, Cavagnara, Mandrino, Canmorto, la Bettola, a la Gronzetla et a San Vilalle sono le gente d’arme; li lanzinech a Casirago, Metono, Chiarella, Binasco, Gualdrascho, Bernascho, Citanova, Septi-mo et Missano. Li spagnoli sono a Videgulphi, Landriano, Zibidì et Grigliano ; et che fan bone guardie ; et che lì haveano nova che ’1 duca di Urbino era venuto a Lodi con 3000 persone, et in Vidi-gulphi la notle passala sono siali cum le selle sui cavalli in castello. Da Milano, per uno frale de la Pace ho come ivi non è quasi soldato, el che chiudono tutte le porte exceplo quatro, videlicet porla 377 Romana, Rentia, Cumana et Ticinese ; et che già hanno dato principio ad murarle ; et conclude con poca gente si potrebbe andar in Milano. Et a Vostra Signoria mi ricomando. # Particula di lettere di lo Illustrissimo signor duca di Milan, de 8 Zenaro, da Cremona. Qua non habbiamo altro da novo, si non che li lanzichenech ancora sono presso a Trebbia et tra Placentia et caslel Sanlo Joanni, et ivi pare expecte-no li altri de Milano, de li quali non scrivemo perchè V. M. ne debbe esser avisata come noi. Il signor Locotenente signor marchese di Saluzo et magnifico proveditore Victuri ancora sono in Parma. Heri gionse qui il magnifico missier Aloysio Sabadino secretano di la Illustrissima Signoria mandato per stare residente qui apresso nui ; el a V. M. facendo fine si offerimo. Valentin solito riportar le cose di Milano, giolito qui hoggi, partito heri, referisse che luni damatina a dì . . . zerca fanti 300 et 200 cavalli andorono incontra monsignor di Barbone che veniva da Pavia, dicevasi per levar le gente di Milano. Che lì se diceva volevano andar a Piasenza; che in Pafia era grande carestia, et il pane valeva un soldo la onza di questa moneta; non havevano monitione nè polvere se non poca. Che havevano poslo un ta-glion novo in Milano de do scudi per fogo. Che a la guarda de Milano restorno fanti 1500 quali dieno