617 MDXXVII, GENNAIO. 618 dato taglia ducati 15 milia a quella terra per pagar quelli lanzchenech, quali non voleno uscire de li se prima non sono pagati. Da poi disnar, fo Collegio di la Signoria et Savii per aldir li scrivani di le Cazude, intervenendo sier Alvixe Barbo exator, qual aricorda certo modo di far pagar li debitori con comodità; ma bisogna prima chiarir li debitori, peroché ne è di più sorte, et alcuni fati per alfabeti a palazo et di arbitrio per li scrivani ; et fo porta forsi 30 et più libri. Eravi etiam li signori a le cazude. Fo concluso riconzar la parte presa di pagar li debitori di danari di Monte novo, dechiarir qual sorte. A dì 10. La matina fo gran pioza ; et fo lettere di le poste do man. Da Parma, di sier Zuan Vituri proveditor generai, di 4 et 6. In la prima, come il marchese di Saluzo voria che ’1 Capitanio zeneral con il nostro exercito passi Po perchè non si iien sicuro ... il suo star de li ; et scrive coloquii hauti con esso Marchexe et con il magnifico Vizardini, et altre particularità. Item, manda la copia di una lettera del re Christianissimo scritta al marchexe di Saluzo, data di Decembrio a Fontana, et li cornette fazi quanto voi il Papa in aiutarlo andando a Bologna o a Fiorenza, et non manchi per modo alcuno, chiamando in ditta lettera il duca di Milan suo cuxin, et li avisa haver inviato li danari per dar do quartironi a le zente d’arme 1’ ha con lui. Di sier Alvise Pixani procurator, da Lodi, di 6. Come di Bergamo era venuto li. Visto que-la città ben fortificata ma non compita ; bisogna do canoni et polvere, et li faranno dar. Ha dato gran speranza a tutti, et rasonato di fortificar quel castello ; ma conclude tenir Barbon non venirà lì. Il qual era in Pavia et scodeva la taia per pagar li lanzinech et passar Po per unirse. Di Buigo, di sier Marco Antonio Barba-rigo podestà et capitanio, di 8. Cbme' ha per una spia venuta di Ferrara li, esser gionto Nicolò Varola con uno todesco venuto da Rovere con una barca per haver danari dal Duca, et dir si prepari alozamenti per il duca di Barbon, et esser zonto a Ferrara il secretano del Duca era apresso Barbon. Item, il Duca feva la mostra in Ferara a le sue zente con fama voler cavalcar di brieve, per esser sta electo Capitanio zeneral di l’Iinpe-rador in Italia. 365 Da Crema, del Podestà et capitanio, di 7. Come, è lettere del conte Paris Scotio et Babone Naldo da Piasenza, quali tutti doi avisano come lanzchinech, quali erano una parte passati Trebbia, sono ritornati et si spargeno di qua et di là ro-bando et rumando a più potere il paese. Hanno preso doi castelieti su quelli confini, et hanno trovato dentro roba assai. In Piasenza lemese che non vengano a la expugnatione di quella città ; ben è vero che beri incorono cinque bandiere di zente del Papa in dilla città, et li francesi che dentro erano si parlino. Copia di lettere di lo illustrissimo signor mar-chexe di Saluzo, da Parma, a li 4 de Ze-naro 1526. Saperà Vostra Magnificenlia, come a li 2 di questo giongemo qua in Parma, havendomi induto ad zio l’opinione del signor locotenente di Nostro Signore, perchè volendo lì venire a star il clarissi-mo Proveditore per casone de la malattia de soi piedi, parse a tutti conveniente che fossimo in un medesimo loco per potere conferire quanto occo-reria per beneficio de l’impresa ; et così lì staremo si non pigliaremo altra resolulione. Lassamo li sguizari et grisoni in Sissa, et il nostro colonello de le fantarie italiane è alogiato a Filino, et le nostre gente d’arme sono nelli lochi qui circum • stanti. Diciamo quelli che sono con la nostra persona ; ma quelli che erano a fianco de inimici con li altri fanti ordinamo il medesimo dovessero seguire li lanzichenech, quali a primo dì passorono la Trebbia et si poseno in Ripalta et altri luoghi vicini dove erano il conte di Gaiazo con 400 cavali et il capitanio Aldena con certe fantarie, nè per ancora habiamo inteso che habino facto altro alogiamenlo nè fatto far ponte come se diceva voleano fare. Et habiamo nova che nanti partisseno da Fioren-zola li capitani loro, li deteno un scuto et mezo 365* per cadauno. Faciamo fare il ponte nostro a Casal maggiore, aziò che venendo la resolutione de la Illustrissima Signoria di Venelia che ’i signor duca di Urbino passi il Po per venir al soccorso de la impresa di qua, possa poi presto venire, et per servirceni a tutti li altri casi. Habiamo novamente mandato a la volta di Franza uno gentilbomo de la camera del re Christianissimo con ordine che gionto nel paese svizzeri da lo ambasador del Chri-stianìssimo habi ad levar ogni modo una grossa banda di loro ed inviarli subito in Italia ; et poi quando serà da la Maestà Christianissima, li faccia intendere tutti li progressi de la impresa di qua,