301 MDXXVI, NOVEMBRE. 302 obligato il restante de i ducati 58 milia 600, che abbatudi ducati 18 milia 950 per cinque Consegli fatti da poi la ditta obligation, vien a restar ducati 39 milia 650, i quali sono per la restituzion dei prefati offici et rezimenti, cum la solita conditione etiam del farsi al meno 3 voxe per cadaun Conse-glio senza imprestedo alcuno. Et la presente parte non la se intendi presa, se la non sarà etiam posta et presa nel nostro Mazor Gonseglio. De parte 142 De non 25 Non sincere 3 166* Die 25 Novembris. In Malori Consilio. Consiliarii et Capita de Quadraginta. Posita fuit ultrascripta pars, et fuerunt. De parte 713 De non 315 Non sincere 0 167 Di Crema, di sier Andrea Loredanpodestà et capitanio, fo lecto una lettera. Come quella città havea poca custodia ; di 200 fanti era è restata in 130 solum, et polvere barili 1 V2, perchè tutta fo mandà in campo sotto Cremona. Fu posto per sier Lunardo Emo cassier di Collegio una parte, cum sit che’l sia debitori delle decime del clero a li Governadori de le intrade per ducati 40 milia et più, però sia preso che Zuan Re-galin scrivan a li Governadori, et Stefano Bonlempo scrivan del Collegio, debbino atender a la exation di ditte decime, hessendo obligati dar ducati 2000 a la setimana, et habino di quello i scoderanno oltra quello è deputà alli secretaci 10 per 100, con certe clausule ut in parte. Et il Conseio, leta la parte, molto mormoroe che essendo sier Francesco Zorzi exator ai Governadori, nobile, si desse il cargo a scrivani a questo modo, unde il ditto sier Lunardo Emo andò in renga per iustificar la parte; ma il Conseio feva rumor et non la voleva, et lui disse credeva non haver ballolà contra, et si tolse zoso. Fu posto, per li Savii, una lettera a l’Orator nostro in corte, zerca inanimar il Papa et che non semo per mancar a far ogni cosa per Sua Santità et quella Santa Sede, nè se dubiti di l’armada di Spagna, et di qui le provision fatte contra questo soccorso di lanziaech, però Soa Santità stagi con- stante, perchè cussi è la mente del re Cbristianissi mo in continuar la impresa etc. Et si manda li su-marii. Ave tutto il Conseio. Fu posto, per li ditti, una lettera al secretano uostro in Franza, s. erba prò verbis, ringratiando Soa Maestà del bon animo a l’impresa, etiam nui non semo per mancar ; et si manda quanto si scrive a Roma, et li sumario. Have, ut supra. Fu posto, per li ditti et li Savii ai ordeni, una lettera a sier Marco Antonio Venier dotor, orator nostro in Anglia. Come havendo hauto lettere del Spinelli secretario di quanto ha scritto la Cesarea Maestà de lì, che debbi dir tutto è falso, perchè non solum Sua Maestà voi paxe, ma manda l’armada in Italia con il Viceré, qual è zonta in Corsica, et da 15 in 20 milia lanzinech, i qual è zà venuti sul mantoan, et fa per obtenir la pugna per tender a la monarchia, però quella Maestà voy far etc. ut in litteris. Ave : ut supra. Fu posto, per li Savii, essendo a proposito ha- 167* ver qualche nostro apresso lo illustrissimo signor duca di Milan a Cremona, però sia mandato Alvise Sabadin secretario, qual vadi con cavalli 4 et habbi per spexe al mexe ducati 50 d’oro in oro, ut in parte, et sia espedito con la commission li sarà data per Collegio. Et sier Zacaria Trivixan savio ai ordeni andò in renga et contradise, dicendo fo electo sier Gabriel Venier orator al duca preditto et volemo mandar secretario, che è mala opinion, et parlò ben. Et il Conseio sentì la soa opinion, et niun di Collegio si degnò di farli risposta, unde andò la parte: 83 di si, 115 di no, et fu preso di no. Et si vene zoso a hore 4 di notte. „ Et nota. Di far Proveditor in campo non fo parlato. A dì 24. La matina, fo lettere di sier Piero Mocenigo capitanio di Brexa, di 22. Manda una lettera hauta dal Capitanio zeneral : Magnifico et clarissimo signor. Ringrazio vostra signoria degli avisi datici col presente cavallaro, significandoli esser arrivati a Prato Albuino et caminaremo questa nocte per trovar nemici. De Prato Albuino, a dì 22 Novembrio 1526. Sottoscritta : Alli piaceri di vostra signoria il duca de Urbino.