723 MDXXVII, GENNAIO. 724 prudente. Et per conclusione, mio cusino, bisogna fare tutto quello che sarà possibile per assecurare il ditto nostro Santo Padre, et guardare et conservare che Sua Santità non casca in alcuno inconveniente alla descritione de li inimici soi, quali o per paura o per qualche altra cosa lo poterano aslrin gere a far qualche appontamento, che non saria al proposito nostro; et per remediarli, io vi prego che voi vi empliati in lutto quello che Sua Santità ve rechiederà così come far vorresti per la mia persona propria, senza farli nessuna defferentia, ossia di mettervi con le vostre forze dentro delle terre de la Chiesia per defenderle, osia per metervi dentro di Fiorenza per guardarla, et impedirete che lì inimici non posseno cavar danari per compositione, e altramente, o sii per andare insino a Roma se ’1 bisogna o Sua Santità vi domandarà ; perchè intendo et voglio empliarli ini et le mie forze per il servitio et conservatone di Sua Santità come bono et vero figliolo di santa Madre Chiesia deve, et è tenuto di fare. Et vi prego vogliale ben fare intendere quello che vi scrivo al prefato signor Guizar-dino et ancora al nostro Santissimo Padre ; et che sia di bon piacere a Sua Santità di dimandarvi et farvi sapere quello vole che faciate in suo servitio; * et secondo quello vi condurele et governarete. Et sopra tutto io sono de opinione che faciale intendere a Sua Santità che con diligentia si rinforza di buon numero di gente da piede olirà la forza ha a questa hora in Roma ; et che in questo si voglia servire del signor Renzo. Et facendo questo, io non vedo nessuno mezo per lo quale li inimici, ancor che siano reforzali, siano per farli oltraggio ; et si trovará alla Due che stando ferma et guardando sopra il tutto che di Fiorenza non possino haver danari, saranno più presto per ruinare et rompersi da loro stessi che per fare alcuna cosa, considerato il poco mezzo che l’imperatore ha di mantenere una si grossa et troppo lorda gente di guerra come questa che de presentía ha in Italia. Svisandovi, che io non ho ancora mai haula migliore speranza et perfetta voluntà eh’ io ho adesso, pur che ogniuno vo-gli fure il suo debito come penso et tengo sicuro che si farà, sapiando quanto importa et è ulele et proficuo al ben come el fallo di questa impresa. Quanto al appontamento fatto per il duca di Ferrara col Imperatore, io penso esser certo che ’1 ditto Duca non ha fatto questo se non per recuperare Modena et le terre del conte de Carpi ; et se una volta ne sarà investito et le babbia ne le mani, io el tengo per homo che ama tanto li danari che non entrarà da lì inanti in spesa nissuna, perché lui sa bene che spagnoli non tendeno se non a fare l’utele loro et de tirare sin che poneno ; al che lui vorà meter ordine a bona bora. Olirà di questo, mio cosino, ho veduto per vostra lettera le cause et le rasone per le quali è stato concluso et avisato che ’1 vostro campo non si movi ancora di Vaure ; le quali cause ho trovato rasone-vole, perchè in tulli li modi come vederete et saranno li inimici, vi governerete ancor vui ; et vi mularele do opinione, et vederete esser bisogno, perché la guerra si conduce a l’ochio et cosi come le cose lor montano de di in dì. Quanto a la provisione di Lodi, de la quale mi scrivete, la tengo mera vegli osa mente al proposito, perchè voi intendete che chi lenirà la ditta città ben provista di quello è necessario di bono numero di gente da guerra dentro che vogliano fare il suo honore el l’è al debito, voi romparete a tulli quelli de Milano lutti li desegni che sa piano fare ; avisandovi che semo stati molto contento de intender da voi che quelli sono in quella città habbino hauto expresso comandamento da nostro cosino il duca de Milano de far quello che vui ordinarete, pregandovi, mio cosino, sopra le altre cose, di prehender fatica de far che sopradilto duca de Milano sia ben contento di vui, perchè sapete che questo è più che necessario, et è il voler nostro, et alia. Al resto, mio cosino, inanzi che io partissi da San Germano in l’Aya per venire qui, ho dato ordine alla expeditione di Visano afine che possi ri-tornare a vuj ; et fra pochi giorni harele il pagamento de la vostra gente d’arme per dui quartieri, et così ancora li danari de le pensioni de li capetani et altri homeni de importanza che sono con voi. Il tutto è già in strada el bene inanzi. Per el presente, mio cosino, mi par haver interamente satisfatto el risposto alli principali articuli de la vostra dilla lettera, pregandovi farmi questo piacere de continuare de scrivermi al più sovente che vi sarà pos-sibele de le nove vostre, et avisarmi de tutte le cose come passaranno. A me farete singularissimo piacere, pregando Idio, mio cosino, che vi babbi in sua santissima guardia. Scritta a lontana di bleu, alli 19 De-cembrio 1526. Signata : Francoys et Segrel. Breton. Di sier Zuan Vi turi proveditor generai, 434*