355 MDXXVI, DICEMBRE. 35G 203* qual nave havendolo io interrogato circa Tarmala imperiai, mi disse che a Geviza se diceva che erano partite da Cartagenia nave 27, sopra le qual erano fanti da 8000, et capi lo illustrissimo signor Viceré, il signor Arcon, il fratello del marchese di Mantoa con 300 cavalli ; de le qual alcune come dice sono ben fornite de artigliane, vidélicct la Portonda nave spagnola, et alcune nave zenoese; ma dice non le haver vedute ben, essendo lui scorso per fortuna a P isola de P Elba. Dice haver udito che sono in golfo San Fiorenzo. Questo é quanto si ha da dicto patrone. Ileri veramente a meza hora di giorno, le guardie nostre che tenirno discoperseno da 24 vele quadre, lontane zerca miglia 15 in 20, che andavano verso Ponente alla volta di Genoa, per il che, iudicando nui che siano spagnole, se levassemo et li andassemo incontro ; ma essendo allargati da miglia 5, ne assaltò grandissimo impeto di vento talmente che mal si poteva andar avanti, adeo che vedendo tempo brutissimo et dubitando di non star la notte in mar, ove non sono porti, non havendo maxime vista de la prefata armata, ne convene far ritorno per securlà dell’ armata nostra, alla conser-yation et securlà della quale è posto ogni mio pensiero, dubitando etiam di non andar in Corsica, che veramente non saria a proposito alargarsi, alrovan-dosi P armata in queste bande. Unde assecurala la armala nostra, subito scrissi al prefato signor Conte per messo a posta dinotandoli il tutto, et se questa notte preterita fusse slà tempo si levavemo, ma il tempo ne ha impedito. Se iudica che ditta armata per el vento che era molto fortunevole non habbia possuto pigliar porlo in loco alcuno, tamen non se intende altro di quella. Lettera dei ditto, data a Portovenere, a dì 23 Novembrio 1526. In questa hora, che sono 3 di notte, è gionta de qui una galea di frà Bernardino, smarita da le altre per fortuna, la quale mi ha referilo che lo illustre signor Armiraglio et il magnifico Doria, che 'si atrovano in Porlofino con 16 galie, 6 francese, 5 del Pontefice et 5 nostre, beri ad bore 21 in zerca si scoperseno le prefate vele 24, et alargatosi in mare, li tirorno molte canonale, et una delle galie nostre ha gelato al fondo una nave spagnola che conduceva fanti 300, de li qual alcuni sono stà pigliati, et 2()ì b altri anegali. Hanno combattuto fin a notte da possa. Per la grande fortuna che era le galie si se-parorno et li convene star la notte in mare, cum grandissima fortuna, et iudicasi che alcune delle nave siano smarrite. Ditta galia di frà Bernardi ito si è transferita di qui non possendo pigliar in altro loco, et ha conduto alla presentia mia tre de quelli erano sopra la nave posta al fondo, li quali interrogati mi hanno ditto che erano 33 nave in conserva, ma che in Maiorica si separorno nave 8 per fortuna, de le qual non hanno nova alcuna. La quantità de li fanti dicono esser 7000, videlicet 4000 hispani et 3000 lanzchenech, et che a li spagnoli è slà data una paga, et due dieno haver in Genoa, et »Ili alemani 6 page. La prefata galea di frà Bernardino non ha porlato altra nova de le galee nostre ; ma ben iudica, che quantunque habino palilo fortuna grande, non habbino però habuto danno alcuno. Et iudica etiam, che P armata imperiai non habbia possiuto pigliar terra in loco alcuno, ma che sia ritornata in Corsica. Questa nòtte, piacendo a Dio se levaremo per andar ad trovar le galee nostre, et far quanto sarà deliberato cerca il seguitar le nave prefatte. Beri etiam ussissemo fori di questo porto, havendole discoperte miglia cerca 20 lontane ; ma allargati miglia 5, per il grandissimo impelo di vento et suspetto del tempo che era bruttissimo, per con-seglio de li marinari ne convene ritornar, che se fusse stà fatto altran^nte, si haria incorso in qualche pericolo di P armata. Altro non tenimo. A dì 2, Domenega. La mattina per tempo vene 2051) lettere di Roma, di V Orator nostro, di 29. Come era venuto nova de lì, che l’armala cesarea era zonta in porlo di San Stefano in mariema di Siena, et lì erano smontati da fanti 5000 ; li quali avisi son duplicati da Civitavechia et Corneto. La qual armala era nave 21. Per la qual nova il Papa era stato con li cardinali deputati al stato di la Chiexia, et è in paura. Et il Datario ha ditto a lui Orator, scriva a la Signoria si prepari 6 galie per mandarle in Ancona per poter levar il Pontefice, in caso si partisse di qui, per condurlo o a Venezia o in Avi-gnon. Scrive, li cesarei saranno da 16 mìlia fanti, posto haverà Parmada in terra, computà quelli sono a Gaieta. Item, lettere del ditto, di 29, in li Cai di X, qual fo lecte in Collegio. Come il Papa havia mandalo a Napoli o al Viceré per tratar le Irieve l’arziepiscopo di Capua, et quel Zeneral di frati di San Francesco, etiam quel nonlio vene di Napoli a (1) La carta 204 * è bianca.