700 MDXXVH, GENNAIO. 710 424 Da Udene, di sier Zuan Moro locotenente, di 21. Manda questa lettera : 1527, adì 16 Zener, in San Vido di Carantan. lo dissi in le mie ultime a vostra signoria come erano dedicati da cavalli 2000, secundo li mandati, per honorar lo Serenissimo Principe, zoè nobeli de 1’ Austria. Per la scription fatta, non trovano da 1200 computando li sui servitori ; ma quelli sono saranno ben in ordine. Adì 10 del presente, sono lettere del predillo Principe per le qual domanda per tutta 1’ Austria uno impresiedo ‘de ducati 200 milia, et in ditte lettere Sua Sereniti promette restituir a lutti i doi anni sequenli, et zà per tulio se fanno le ratte per trovar li danari. Dico ben questo a vostra signoria, che mai fu tal graveza in queste parte, ita che tutti cridano perchè non era riva de scoder do colte lolle alti presenti zorni, che queslo novo è slato messo; et domanda in generai poi in particular, et lo vicedominus de Carinlhia dice: « lo Principe me dimanda 10 milia fiorini raynes a mi che de continuo vado contra conscientia trovando danari; ma non sono per darli niente.» Et in grandissima collera disse alcune parole per le qual non le posso scriver, ma credo le siano de grande impor-tantia per la Serenissima Signoria nostra. Ame ditto lo predino Rauber, come zà sperava de Ireva tra la Maestà Cesarea et Veneliani; ma dice ha mancato per la Serenissima Signoria, et che dubitava de grandissima guerra in Italia, ma non in la Patria di Friul, non che’l non sia l’animo cativo, ma per le cose del regno di Ilongaria. Per lo quale iudica lo preditlo sarà longa impresa, et de grandissima spexa, benché bohemi prometeno cose assai al presente al Principe di aiuto conira lo Vay-voda, ma dicono che vorauno esser pagati, et che zà l’ha sottoscritto a tutti li capitoli falli per Bohemi* mi a ditto Principe. Et in primis bisogna 200 milia ducali per dispegnar alcune cose impegnate in Boemia. Taso de dir più per non esser prolisso. Presto sarò da vostra signoria, et lutto quello ho visto et aldito referirò. Vene in Collegio questa mattina domino Baldo Antonio Falcutio orator qui del duca di Urbin, et monstrò una lettera del ditto Duca, di 21, da Caxal Mazor. Come li conveniva andar a Mantoa per soe faccende, el li doleva lassar il suo Stado abando-nato ; et come havia inviato di là di Po li 5000 fanti et 500 lizieri, scrivendo, li pareva restar come uno simplice condutier, et senza zente; et occo-rendo alcuna cossa se li scrivi, che’l non mancherà. Copia di lettere di sier Alvixe d’Armer prò- 425 veditor da Mar, date in galia in porto di Civitavec■ chia, drizate a sier Jacomo suo fiol, date a dì 15 Zener 1527, ricevuta a dì 24 ditto. Come non ha cosa alcuna di novo salvo il bisogno grande si ha del pan per l’armata, et a queste bande vai ducali 17 il mier del biscotto, et non se ne poi haver, et mi vedo in gran fuga; et in questa hora scrivo a Roma a la Santità del Ponlifìce, voglii comandar a quelli di commetter, ch’è uno loco dove fu il Cardinal Adriano, perchè lì ne sono alcuni formenli di Soa Santità, che per li nostri danari ne siano dati. Non so quello el farà. Etiam di questo ho scritto a l’Orator a Roma, perchè non ne pos-sando haver ne sarà forzo levarsi de qui respecto la fame, et andar a la volta di Ligorno dove spero si haverà per danari biscotti. Nui aspeclemo di hora in hora le galie 6 fo mandate'a Ligorno per levar i danari da Fiorenza mandadi per dar la paga a l’armada et portar biscoli, et son hormai zorni 25 che se parlino de qui. Però scrive a la Signoria mandi 'danari con ogni prestezza, altramente el seguirà qualche disordine. Io non manco nè in questo nè in altro a far il debito mio. Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zouta, t per expedir gratie el cose particular, et a vespero zunse : Di sier Domenego Contarmi proveditor zener al, date a Caxal Mazor, a dì 22, hore .... Come, havendo parlato col Capitanio zeneral di mandar li 5000 fanti et 500 cavalli lizieri di là di Po, volendo Sua Excellentia facesse la nota quali si dovesse mandar, Soa Excellentia disse che bisognava l’andasse a pagarli a Pontevico et farli passar. Esso Proveditor disse che bastava il Pagador con Hironimo Anzoleli vicecolateral a questo ; et lui non si mover di star apresso soa signoria. Quella disse, ad ogni modo bisogna vui habiale il governo del campo. Et questo fo heri sera. Questa matina, havendo inteso che soa signoria partiva per Mantoa, andò al suo alozamento per parlarli, et non li potè parlar ; sichè è partilo con zerca.... cavalli; con altre parole, ut in litteris. Unde si fo in ditto Conseio di X su gran disputatimi quid agendum, el fu consultalo scriver (1) La carta 425* i bianca.